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Il giorno del solstizio

di Gianluca Musto
21 Giu 2008 - 16:01
in Senza categoria
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L'estate si apre con cieli sgombri da nubi su tutta l'Europa mediterranea. Immagine copyright EUMETSAT 2008.
Il giorno del solstizio d’estate è giunto e sarà caldo, soleggiato ed ovviamente lungo.
Il sole raggiunge il punto di massima declinazione rispetto al percorso eclittico del suo moto apparente. Raggiungendo questa posizione si trova anche alla sua massima altezza sull’orizzonte e di conseguenza l’arco diurno raggiungerà la maggior durata annua; inoltre, rispetto al Tropico del Capricorno, raggiunge il punto di Zenit (perpendicolare).
Quando la stella si trova in questa collocazione astronomica sembra quasi, considerato il movimento, che venga a trovarsi in una condizione di stallo e da qui il nome di solstizio che deriva da “sol stat”, ovvero cessa di salire, quindi come se si volesse fermare.

Anticamente, ed in alcuni paesi tutt’ora, il 21 Giugno veniva festeggiato e rispettato. Il Sole entrava (ed entra) nel segno del Cancro, un segno d’acqua dominato dalla Luna; venivano così a contrapporsi fuoco ed acqua, luce ed ombra ed in un certo qual senso il positivo ed il negativo, una sorta di Tao astrale. Poi il Sole riprendeva la marcia e ciò veniva considerato come il rinnovarsi della vita, la nascita di un qualcosa.
Tutti i segnali erano interpretati positivamente e si considerava il solstizio un giorno benefico, un momento di fermento che suggeriva pratiche religiose, magiche e feste popolari.
Quest’oggi molte cose sono cambiate, non vi è più la concezione esoterica dell’avvenimento bensì un approccio molto popolare, che riconduce a questa data l’inizio dell’estate, degli svaghi e del divertimento, pur sbagliando la collocazione meteorologica che inquadra l’inizio del trimestre estivo con il 1° di Giugno.

Quest’oggi il sole splende sulla maggior parte dei cieli del Mediterraneo e la situazione è facilmente individuabile attraverso l’osservazione satellitare.
La campana anticiclonica ha ormai esteso il suo dominio su una vasta area e gradualmente ha ridotto gli influssi atlantici anche nelle zone più a nord; la salita dei geopotenziali ha contribuito alla diminuzione dell’attività cumuliforme rispetto a ieri e perciò l’immagine del sat è pressoché una finestra geografica sulla Penisola.
Basta però spostarsi verso ovest per intravedere una condizione diversa, come accade sulle coste nord africane, dove un letto di basse pressioni al suolo concede la proliferazione di qualche cumulonembo nonostante la vigoria dell’alta pressione.
Ancora più ad occidente, presso l’Oceano Atlantico / Gran Bretagna, è ben evidente il contrasto tra un ramo caldo ed uno freddo, la presenza dell’occlusione e della “warm band”; inoltre è molto bella la “scia” lasciata dal “jet streak” con una serie di nubi “jet fibres” che contornano i movimenti oscillatori di quest’ultimo.

In Italia, proprio per voler fare didattica, l’unico fenomeno interessante è a livello topo-climatico ed è rappresentato dal sistema delle brezze, le quali danno vita ad una circolazione di tipo locale.

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