Inizia oggi l’ultima settimana dell’estate. Dopo un fine settimana trascorso all’insegna del bel tempo, del caldo e della forte umidità, l’Europa, Italia compresa, si appresta ad aprire le porte all’autunno, anche se uno spiffero era già entrato ad inizio mese.
In Europa
La consueta immagine mattutina mostra limpidamente un lungo fronte freddo esteso SW-NE sopra i cieli della Manica comportando precipitazioni intense soprattutto sul lato continentale. Le nuvole dominanti sono i soliti cumuli, stratocumuli e cumulonembi. Alle spalle del fronte freddo si assiste a rovesci e temporali isolati con cielo sereno, cumuli del bel tempo e cumulonembi isolati.
Di colore bianco nella parte superiore illuminata dal sole e grigi nella parte inferiore all’ombra, i cumuli del bel tempo hanno spesso la base piatta per la condensazione del vapore in goccioline d’acqua. L’aria, salendo, si raffredda e raggiunge il livello di condensazione. E’ questo il cielo che sovrasta la Gran Bretagna.
Il lungo fronte freddo, molto veloce, raggiunge il fronte caldo sovrastante le Repubbliche Baltiche, generando il fronte occluso sul Golfo di Botnia. Il ciclone raggiunge quindi il suo stadio di maturità.
Al centro Europa, a causa della progressiva discesa di latitudine del fronte polare, aumentano le irruzioni delle saccature artiche verso il Mediterraneo. La bassa pressione tende ad insaccarsi fra due aree di alta pressione. L’azione dell’anticiclone delle Azzorre non riesce a contrastare pienamente queste irruzioni e, se il gradiente barico è notevole, al passaggio dell’asse di saccatura, si genera un brusco calo della temperatura e piogge a carattere temporalesco.
In Italia
Dopo il fine settimana caratterizzato dal marcato calo barico sulla Penisola Iberica che ha comportato un grosso flusso di correnti umide con un ritorno del caldo al centro ed al sud, oggi, come si può notare dall’immagine, la saccatura è molto vicina all’Italia.
L’anticiclone delle Azzorre continua a proteggere il centro ed il sud, ma non il nord. Il nucleo depressionario francese ha scalfito il suo scudo caldo penetrando attraverso le aree alpine ed insinuandosi sul nord-ovest, facendo così pervenire i primi fenomeni temporaleschi.