La prima forte irruzione stagionale di correnti fredde d’origine artica è ancora in atto su tutto il nostro Paese, seppure con effetti piuttosto diversificati a seconda delle zone, dettati anche soprattutto dall’orografia del territorio.
Le regioni nord-occidentali e quelle del medio-alto tirreno hanno risentito infatti di una decisa ulteriore ristabilizzazione delle condizioni meteo, dovuta non tanto ad una parziale ripresa barica, ma piuttosto dal riparo offerto dalle catene montuose rispetto alla circolazione settentrionale presente.
Sulla val-padana centro-occidentale insiste il foehn, garanzia di tempo soleggiato, aria trasparente e temperature relativamente elevate (dovunque superiori in pianura ai 20-22 gradi, compresa la Liguria) proporzionalmente alla massa d’aria presente in quota, come mostrano le isoterme decisamente basse a metà giornata odierna (appena +4,6°C a 850 hPa su Udine Campoformido, e +7,4°C su Milano Linate).
Ben diversa la situazione sul lato orientale della Penisola, con spiccata instabilità dalla Romagna in giù, tutte zone decisamente più esposte alle correnti settentrionali così fredde ed instabili, pilotate dal vortice ciclonico posizionato sulla vicina ex Jugoslavia.
Condizioni meteo peggiorate con netto calo termico anche al Sud e sulla Sicilia, dove è giunto ad inizio giornata il ramo frontale freddo collegato al medesimo vortice. Ben esposti anche i versanti più settentrionali delle Alpi centro-orientali, colpiti da fenomenologia da stau.
Come nelle attese, è giunta la neve a quota davvero eccezionali per il periodo. Sulle Dolomiti i fiocchi di neve sono giunti fino a quote persino prossime ai 1000 metri, mentre sui rilievi appenninici di Marche ed Abruzzo la dama bianca si è spinta addirittura in prossimità dei 1500 metri di quota, con panorami da cartolina invernale sul Gran Sasso e La Maiella.
La moviola satellitare evidenzia altresì chiaramente che la spinta delle correnti settentrionali dal nord Europa è ormai giunta alla fase terminale, il tutto dovuto chiaramente all’interruzione del flusso principale, d’estrazione artica, a causa dello spanciamento dell’alta pressione lungo i paralleli delle nazioni nord-europee.
Tale rotazione in senso orario della figura altopressoria ha determinato l’evoluzione a cut-off del vortice che, senza più alimentazione, pian piano andrà a perdere energia permanendo in posizione quasi stazionaria, capace quindi d’influenzare per alcuni giorni, seppure in maniera meno incisiva, le condizioni meteo su alcune delle nostre regioni, sempre in particolare il medio-adriatico ed il meridione.
L’evento meteo in corso è di straordinaria rilevanza, ancor di più pensando alle condizioni meteo presenti fino ad appena qualche giorno fa, caratterizzate da una formidabile onda calda, l’ennesima della stagione, i cui maggiori effetti si sono avvertiti sulle regioni centro-meridionali e sulle isole.
In appena una manciata di giorni abbiamo assistito a un cambiamento robustissimo, basti pensare ai 45 gradi di Pescara registrati il 30 agosto, ovvero meno di una settimana fa. Ed oggi sulle medesime aree si è vissuta in maniera altrettanto eccezionale ed opposta un’aria quasi invernale, con la neve che ha incappucciato i principali rilievi abruzzesi, ma temperature da vero anticipo invernale anche in pianura e sulle coste, specie laddove erano presenti le precipitazioni.
I due Eventi Meteo (con la M maiuscola) così notevoli e ravvicinati rimandano ancora una volta alla riflessione sugli eventi estremi spesso fuori stagione, sempre più ricorrenti negli ultimi anni; scenari a cui davvero talvolta non si può che restare a bocca aperta, di fronte ad una Natura così esplosiva.