L’anticlone che ha “perseverato” per oltre 40 giorni, attraverso pesanti situazioni di blocco in Atlantico, va gradualmente sfaldandosi e assumendo un disegno sinottico molto meno “verticale” ed interpretabile attraverso ondulazioni molto più morbide.
Nasce di conseguenza, per non marcatissimi salti d’onda, una situazione che si andrebbe a sviluppare lungo i medi e bassi paralleli dell’Europa centro meridionale.
La nuova ripartizione dei flussi sul “vecchio Continente” avrebbe come obiettivo una graduale, ma importante, sostituzione di correnti polari con correnti oceaniche. C’è da dire che in tutto questo inverno, altra peculiarità, non abbiamo mai vissuto situazioni, medio/brevi, di flussi W/E (zonalità).
Si poteva compiere questo “inevitabile giro di boa” attraverso ben altre configurazioni, esempio un anticiclone dai caratteri dinamici sulla Mittel-Europa, ma la natura sembra scegliere un percorso diverso: zonalità piena e marcate interferenze atlantiche.
In queste situazione, non si passa dal freddo al caldo improvviso ed eccessivo, ma attraverso una graduale sostituzione di flussi nettamente lontani tra di loro e divergenti: N/S versus W/E.
Quindi verrebbe confermata la tendenza espressa in precedenti editoriali, la natura ne ha necessità impellenti, con un rimescolamento dell’aria attualmente presente sulla nostra Penisola con “la mitezza” del respiro oceanico.
Ovviamente queste configurazioni, come è naturale che sia in ogni situazione di transizione, guadagnerebbero in primis le regioni centro meridionali, con particolare riguardo a quelle di ponente, per poi trasferirsi a quelle più settentrionali.
Un’interpretazione sul lungo raggio, non priva di insidie, ma che si può dare, attraverso semplici parole rivolte a chi legge e frequenta il MTG, come una tendenza quasi consolidata. Le precipitazioni, sin’ora nevose a medio e basse quote, inizieranno a guadagnare le zone montuose, anche se non è escluso, durante il prossimo week-end, qualche residua precipitazione al nord a quote collinari (500 mt circa). Attualmente credo che, tranne eccezioni per altro normali durante la stagione primaverile, la neve non frequenterà più le pianure del centro e del nord.
Se poi vi saranno occasioni future, da qui alla fine di marzo o inizi di aprile, per veloci avvezioni fredde, questo è in pena regola e rispetta l’andamento climatico degli ultimo 10/15 anni.
La fase fredda è ormai alle spalle è l’anomalia verrà gradualmente compensata.