Vogliamo presentare oggi un’editoriale su uno dei fenomeni più distruttivi che la natura possa offrire, benché spesso e volentieri le cause che ne determinano l’insorgenza e lo sviluppo non siano naturali: gli incendi. Inutile premettere quanto sia conosciuto come fenomeno, un tempo utilizzato dagli antichi per ricavare terre coltivabili strappandole alla fitta vegetazione.
Attualmente i motivi per i quali vengono appiccati gli incendi sono molteplici e certamente non basterebbe un editoriale per spiegarli tutti. Di sicuro si può ritenere che i casi dove l’insorgere sia imputabile a causa naturali sono praticamente rari. Difatti la principale causa che porta allo sviluppo del fuoco è l’uomo. Sia esso un piromane o un incendiario o ancora una qualunque persona sbadata che con la sua azione dolosa determina l’insorgere del fenomeno.
Ma vogliamo sgombrare il campo da ogni equivoco. Già, perché spesso si tende ad accomunare il piromane all’incendiario. Niente di più errato. Anche la nuova legge quadro in materia di incendi pone dei paletti tra le due figure, ritenendo il piromane un individuo psicologicamente malato che prova piacere nell’appiccare un incendio. Tutti gli altri individui ricadono invece nella sfera degli incendiari, la cui casistica è piuttosto varia.
Quel che purtroppo si vuole mettere in evidenza è la stretta correlazione esistente tra il clima e lo sviluppo degli incendi. Proprio così. Quante volte capita di accendere la tv, in un giorno di forte vento, ed osservare immagini relative a migliaia di ettari di vegetazione che vanno in fumo, mettendo a dura prova le tante forze messe in campo per la salvaguardia dei nostri splendidi patrimoni naturalistici.
C’è un elemento che spesso caratterizza l’insorgere e il progredire del fuoco: il forte vento. Sì, perché pare che chi si adopera nella distruzione del nostro territorio segua attentamente le previsioni meteorologiche e sappia alla perfezione quando si verificherà una giornata di forte Maestrale o di Scirocco. Ben consapevoli che in tali casi sia la forza del vento (e di conseguenza del fuoco) che le difficoltà degli operatori rappresentano un mix (è proprio il caso di dirlo) esplosivo.
È innegabile che ancora tanta strada debba essere fatta nella lotta contro il fuoco, soprattutto dal punto di vista logistico-organizzativo. Certo è che forse le previsioni meteo porterebbero rappresentare un utile strumento al servizio degli organi adepti alla lotta contro il fuoco. Avere un servizio a doc sulla base del quale raddoppiare o triplicare i controlli in giornate plausibilmente a rischio, costerebbe veramente poco.