Lo stato di Israele, escludendo la Cisgiordania e la striscia di Gaza, occupa una superficie di soli 20.700 kmq, estendendosi però abbastanza in latitudine, dal 29° al 33°N. Che il paese sia molto allungato da nord a sud è d’altra parte evidente guardando la carta geografica e questa estensione in latitudine, unitamente all’influenza del Mediterraneo, è all’origine della divisione del paese in tre aree climatiche:
1) a nord del 31° parallelo clima mediterraneo, con precipitazioni (invernali) 400 e 600 mm/anno (localmente un po’di più a ridosso dei rilievi)
2) fra il 30° e il 31°N, quindi nella fascia interna a est della striscia di Gaza, clima steppico con inverno umido (mediterraneo arido), con precipitazioni tra 200 e 400 mm/anno
3) a sud del 31° parallelo clima subtropicale desertico (deserto del Negev), con precipitazioni inferiori a 200 mm/anno.
In estate tutto il paese ha clima caldo e asciutto, con l’ingannevole bassa pressione al suolo (siamo alla periferia della vasta bassa pressione termica che caratterizza buona parte dell’Asia in estate) cui fa riscontro un’atmosfera stabile, con una cupola di aria calda e secca, che inibisce la convezione e quindi le piogge. Le temperature sono mitigate sulla costa dalle brezze, mentre fa molto caldo nell’interno, con isoterme al livello del mare che oscillano quindi dai 27° delle zone costiere a 31°/32° nel Negev.
Dopo metà ottobre il nord, al confine con il Libano, comincia sporadicamente ad essere interessato dal transito di perturbazioni delle medie latitudini, ma è tra la fine del mese e l’inizio di novembre che il flusso perturbato si abbassa decisamente e le piogge cominciano a farsi abbastanza frequenti in tutta l’area oltre il 31° parallelo, scendendo talvolta anche fino a 30°N. Gennaio è in genere il mese più piovoso, con apporti tra 50 e 100 mm (ma localmente oltre 100) nella fascia 1., tra 20 e 50 mm nella fascia 2. e tra 5 e 20 mm nella fascia 3. In novembre e dicembre sono piuttosto frequenti i temporali, la cui genesi è facilitata dalla discesa di aria fredda sulle acque ancora calde del Mediterraneo orientale.
In febbraio/marzo si assiste a una generale lieve riduzione delle precipitazioni, con le depressioni che cominciano a ridurre le visite a queste latitudini, ma se cala la frequenza delle piogge non è così per l’intensità, anche perché sono proprio questi i mesi in cui è più probabile che le depressioni che giungono sull’area mediorientale siano alimentate da aria fredda proveniente dalla Russia, con conseguente intensificazione dei fenomeni per il maggior contrasto termico. Meno raro di quanto non si pensi è, oltre i 6-700 metri, vedere cadere la neve e infatti lo spettacolo di Gerusalemme imbiancata in febbraio o nei primi di marzo lo si può ammirare quasi tutti gli anni. Sono comunque episodi di breve durata, mentre le temperature medie non sono affatto basse, visto che in gennaio, a livello del mare, si va dai 12° del nord (qualche decimo in più sul mare) ai 15,5° del sud.
Aprile vede il passaggio degli ultimi fronti perturbati e le frequenti tempeste di sabbia sollevata dallo sharav, il vento caldo da S/SE che viene richiamato appunto quando le depressioni transitano sull’area, ma ormai in genere più a nord di Israele. In maggio l’atmosfera si stabilizza definitivamente e le temperature già s’impennano a valori vicini a quelli estivi.
Nel nord Haifa, sul mare, riceve 517 mm/anno di piogge, praticamente assenti da giugno a settembre (3 mm in tutto), scarse in maggio, ottobre (7 mm ciascuno) e aprile (21 mm). Da novembre a marzo cadono oltre 50 mm/mese, con dicembre e gennaio (119 e 129) mesi più piovosi. A pari latitudine (quasi 33°N) ma a quasi 1000 m, sul Mount Kenaan cadono 657 mm/anno, con identico andamento stagionale, dal nulla del periodo giugno-settembre alle piogge copiose (non rara la neve in gennaio, febbraio e inizio marzo) da novembre a marzo (dicembre 149, gennaio 180, febbraio 128 mm). In questa stazione di media montagna abbiamo queste temperature: gennaio 7,4°, aprile 14,8°, agosto 24,6°, ottobre 19,7°, anno 16,5°.
Appena più a sud abbiamo, per la costa, i dati pluviometrici di Natanya e quelli termici dell’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. A Natanya cadono 552 mm/anno, col solito nulla estivo (3 mm in maggio, 1 da giugno a settembre) e quasi tutta la pioggia concentrata nel periodo novembre/marzo (tutti oltre i 50 mm, gennaio 165, dicembre 144). A Tel Aviv queste le temperature medie: gennaio 12,3°, aprile 17,9°, agosto 26,1°, ottobre 22,0°, anno 19,4°. Sullo stesso parallelo, il 32°N, ma a quasi 800 metri e nell’entroterra, Gerusalemme ha uguale regime pluviometrico: 616 mm/anno, 6 mm in maggio, 1 da giugno a settembre, oltre 50 mm/mese da novembre a marzo (dicembre 129, gennaio 140, marzo 116). Le temperature: gennaio 8,1°, aprile 15,5°, agosto 23,7°, ottobre 20,2°, anno 16,7°.
Il clima diventa più arido (fascia 2.) verso il 31°N, a Beer-Sheva (275 m), dove cadono 167 mm/anno, praticamente tutti da novembre ad aprile (solo 2 mm da maggio a ottobre), con piogge significative (oltre 30 mm/mese) solo da dicembre a marzo (record in febbraio, 38 mm). Temperature: gennaio 11,6°, aprile 18,6°, agosto 26,5°, ottobre 21,9°, anno 19,6°.
A sud, infine, clima desertico a Eilat (29,6°N), porto e stazione balneare sul Mar Rosso. Qui cadono solo 32 mm/anno di piogge, tutti tra tardo autunno e inverno, con dicembre mese meno secco (6 mm). Temperature alte: gennaio 15,2°, aprile 24,2°, luglio e agosto 32,8°, ottobre 26,7°; anno 24,7°.
Superfluo dilungarsi sulla situazione affatto piacevole dello stato d’Israele, come pure dei vicini territori palestinesi. Gli atti di terrorismo da una parte, le rappresaglie dall’altra, rendono sempre più difficile la convivenza pacifica delle due comunità ebraica e palestinese e ancora lontana la prospettiva di una vera pace, che permetta a Israele di avere confini sicuri e soprattutto di sentirsi accettata dagli stati arabi e ai palestinesi di avere un proprio stato sovrano. Allo stato attuale il clima di tensione costante, i posti di blocco, il rischio sempre incombente di trovarsi coinvolti in episodi di violenza rendono purtroppo poco allettante la prospettiva di un viaggio in una terra che pure ha molti motivi di interesse, a cominciare da Gerusalemme, città santa alle tre grandi religioni monoteiste, non a caso infatti uno dei nodi più difficili da sciogliere nella strada verso la pace.
Betlemme, con la Chiesa della Natività, si trova già in Cisgiordania, essendo quindi occupata dal 1967 da Israele. E’ un luogo di pellegrinaggio storico per i cristiani, cosa che ne aveva favorito un importante sviluppo turistico, ma dopo l’inizio della seconda Intifada il flusso di pellegrini si è notevolmente ridotto e l’economia già fragile della zona ne ha pesantemente risentito.
Il Mar Morto è caratterizzato dalla elevatissima salinità e dal fatto di trovarsi abbondantemente al di sotto del livello del mare. La costa mediterranea è molto frequentata dagli israeliani nella stagione balneare, che va da maggio a ottobre. Si tratta per lo più di una costa sabbiosa, con quindi lunghe e ampie spiagge più che scogliere, un tipo di costa che si presta a un turismo di tipo familiare, ma al solito la situazione generale tiene lontani gli stranieri, anche perché sappiamo come i locali pubblici, insieme ai mezzi di trasporto, siano i bersagli preferiti dai terroristi suicidi. Eilat è invece stazione balneare più adatta a soggiorni nelle mezze stagioni, quando le temperature medie sono sui 25°/26°, essendo viceversa molto intenso il caldo estivo.
Un altro grande problema di Israele, che si intreccia con quelli di sicurezza (vedi la questione dei coloni), è lo spazio, ivi compreso quello da destinare alle colture. Le opere d’irrigazione che gli israeliani hanno eseguito nel Negev sono colossali e, visto che parliamo di meteorologia, c’è anche da segnalare come Israele sia forse il paese più all’avanguardia negli esperimenti di inseminazione delle nubi per favorire la formazione di nuclei di condensazione e quindi le piogge.
Siti Internet di sicuro interesse per notizie e informazioni turistiche sul paese sono www.israele-turismo.it e www.goisrael.com, versioni in italiano e inglese del sito del locale Ministero del Turismo.