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Il clima dell’Uzbekistan: in gran parte steppico

di Giovanni Staiano
08 Giu 2005 - 09:39
in Senza categoria
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Nella prima immagine la moschea Tillo Kori a Samarcanda, nella seconda la scuola coranica Ulughbek a Buhara. Fonte immagini www.berclo.net.
il clima delluzbekistan in gran parte steppico 3319 1 2 - Il clima dell'Uzbekistan: in gran parte steppico
L’Uzbekistan si estende per 447.000 kmq, tra i 37° e i 46°N, in Asia centrale. Il paese, una delle Repubbliche ex sovietiche asiatiche, è una sorta di rettangolo inclinato, con asse NW/SE. Gran parte del paese è pianeggiante, constando di una vasta regione stepposa, con bassa densità di popolazione, salvo che lungo il corso dell’Amu Darya, fiume selvaggiamente utilizzato per scopi irrigui, con la conseguente catastrofe ecologica del Lago d’Aral, le cui rive meridionali appartengono all’Uzbekistan, che ha visto ridursi moltissimo la superficie, venendo a mancare gli apporti idrici dei principali affluenti (oltre all’Amu Darya, il kazako Syr Darya), con conseguente distruzione sia dell’ecosistema sia del tessuto economico, con le città costiere di pescatori ormai a svariati chilometri dalle rive del lago e soprattutto l’attività della pesca del tutto compromessa.

Le estremità sud ed est del paese sono invece montuose, con i rilievi che si alzano piuttosto bruscamente, raggiungendo i 5489 metri. Da notare la piccola “enclave” pianeggiante a est di Tashkent, chiusa tra alte montagne.

Tutta la vasta zona pianeggiante ha clima steppico semidesertico (1.), con precipitazioni annue inferiori a 250 mm/anno. Procedendo verso sudest, nella zona ancora pianeggiante, ma ormai abbastanza vicina alle prime propaggini dei rilievi (fatto che inizia a favorire i moti verticali dell’atmosfera), all’incirca sotto il 41°N e oltre il 65°E, il clima diventa steppico secco (precipitazioni tra 250 e 500 mm/anno, zona 2.). Entrambe queste aree climatiche sono caratterizzate dall’inverno molto freddo.

Alle pendici dei rilievi il clima diventa temperato fresco della foresta subcontinentale (3.), con le precipitazioni comprese tra 500 e 1000 mm/anno, salvo le eccezioni delle conche che rimangono in ombra pluviometrica, per cui vi piove molto meno (e il clima riassume le caratteristiche steppiche). In alta quota si ha il clima di montagna, freddo e relativamente umido, con le ovvie differenze termiche e pluviometriche tra i vari versanti.

L’aridità è quindi l’elemento distintivo del clima uzbeko, e la cosa non sorprende osservando come il paese sia distante dal mare e quanta strada debbano quindi percorrere prima di raggiungerlo le masse d’aria umida. La natura pianeggiante del terreno sfavorisce ulteriormente le precipitazioni, che non a caso salgono solo quando ci si avvicina ai rilievi. Solo qui il sollevamento forzato dovuto all’orografia riesce infatti, talvolta, a far condensare in modo apprezzabile la scarsa umidità delle masse d’aria che normalmente raggiungono il paese.

In estate, quando il surriscaldamento dei bassi strati potrebbe favorire l’attività temporalesca, il paese è invece quasi costantemente in regime di depressione termica al suolo, ma di alta pressione in quota, con conseguente inibizione dei moti verticali dell’atmosfera, moti che sono in genere poco vivaci anche in inverno proprio per le basse temperature.

Nel semestre freddo, tuttavia, perturbazioni di lontana provenienza atlantica o mediterranea raggiungono il paese, portando fenomeni raramente intensi, per lo più sotto forma, in inverno, di nevicate “da cuscinetto” con l’aria mite e relativamente umida che scorre al di sopra di quella fredda ristagnante nei bassi strati. In autunno la stessa dinamica porta ad avere deboli piogge, in un contesto grigio e uggioso, ma raramente fortemente perturbato, salvo talvolta che nelle zone dove i fenomeni vengono esaltati dalla componente orografica.

La stagione relativamente più piovosa è quella del tardo inverno e della prima parte della primavera (marzo e aprile). In questa fase stagionale sono molto forti i contrasti termici su un’area come quella uzbeka, piuttosto meridionale di latitudine, ma completamente aperta alle irruzioni fredde. Quando si ha una circolazione generale molto “meridiana”, ovvero con il flusso occidentale molto ondulato, i vortici colmi di aria fredda che scendono dall’artico russo possono contrastare violentemente con aria già molto tiepida per non dire calda insediatasi sulla regione in una precedente fase anticiclonica. Ne risultano precipitazioni che, dopo una fase iniziale piovosa, possono rapidamente divenire nevose o, con l’avanzare della stagione, miste, con contemporaneamente cali termici molto drastici, spesso anche di 20°C in 24 ore.

Il campo termico ci dice di isoterme invernali sui -5°/-7°C nelle vaste distese steppose, spesso innevate e caratterizzate da venti deboli, con forti inversioni termiche. Le temperature medie di gennaio aumentano gradualmente procedendo verso sudest, ossia verso i rilievi, tanto che sia Samarcanda che Tashkent hanno medie di gennaio intorno allo 0°C. Nell’estremo sud si arriva a medie di gennaio sui 3°-4°C. In luglio le isoterme al livello del mare sono intorno a 26°-27°C nel nord, aumentando fino a 31°C procedendo verso sud.

Cimbaj (43°N, 59,8°E, 66 metri s.l.m.)a parte terminale del corso dell’Amu Darya, quindi nel NW del paese. Dei soli 106 mm/anno di precipitazioni che vi cadono, solo 13 sono da imputare al periodo giugno/settembre (ognuno dei 4 mesi ha una media intorno a 3 mm), mentre il periodo più piovoso va da febbraio a maggio (56 mm in 4 mesi, 16 ciascuno in marzo e aprile). Le temperature medie (minime/massime/sulle 24 ore, tutte in °C) sono le seguenti: gennaio -9,5°/-0,3°/-6,1°C, aprile 5,7°/20,4°/12,4°C, luglio 19,0°/34,2°/26,6°C, ottobre 3,0°/17,9°/10,0°C, anno 4,4°/17,7°/10,4°C. Sempre notevole, come si vede, l’escursione giornaliera, solo in pieno inverno inferiore ai 10°C.

Urgenc si trova anch’essa lungo l’Amu Darya, ma in posizione sudorientale rispetto a Cimbaj, a 41,6°N 60,5°E. Qui i millimetri scendono addirittura a 88 in un anno, di cui 50 da febbraio a maggio (17 in marzo) e solo 6 da giugno a settembre (1 in agosto e settembre).

Nella mitica Samarcanda (39,6°N, 66,9°E, 700 metri circa di quota), ormai non molto lontana dalle montagne, piove un po’ di più (siamo nella fascia 2.). A raggiungere la media annua di 336 mm non dà alcun contributo l’estate (10 mm da giugno a settembre, 0,2 mm la media di agosto), mentre 242 mm cadono da gennaio a maggio (marzo 66 mm, aprile 61). Il campo termico passa da 0,4°C in gennaio a 25,8°C in luglio, con quindi minore continentalità che nelle steppe del nord, passando per 14,1°C in aprile e 12,6°C in ottobre (media annua 13,3°C).

Anche Tashkent (41,3°N 69,3°E, 428 m) è vicina alle grandi montagne e le precipitazioni sono relativamente abbondanti, raggiungendo i 409 mm/anno. Si distingue una stagione piovosa da novembre a maggio (con la neve che prevale da dicembre a metà marzo), in cui cadono 361 mm, l’88% del totale, con marzo e aprile a guidare la fila con i loro 69 e 64 mm. Piove invece pochissimo da giugno a ottobre, con soli 9 mm da luglio a settembre (2 in agosto). Vediamo le medie termiche: gennaio -4,3°/5,1°/-0,3°C, aprile 9,0°/21,0°/14,7°C, luglio 18,6°/35,3°/27,1°C, ottobre 6,4°/20,7°/12,7°C, anno 7,5°/20,6°/13,5°C.

Termez, pur trovandosi nel sud del paese (37,2°N 67,3°E, 302 m), è in una posizione non favorevole a un incremento delle piogge di natura orografica, non avendo rilievi significativi abbastanza vicini a est e sudest. Vi cadono così solo 148 mm/anno, con assenza di precipitazioni estive (0 mm da giugno a settembre) e solito massimo in marzo/aprile (38 e 26 mm). Scarse le precipitazioni negli altri periodi dell’anno, con solo gennaio e febbraio che superano di poco i 20 mm. Le temperature medie: gennaio 3,0°C, aprile 18,6°C, luglio 29,8°C, ottobre 15,8°C, anno 16,7°C. Estate rovente, dunque, con le massime stabilmente oltre i 35°-36°C.

Nella seconda parte parleremo brevemente dei principali motivi di interesse del paese.

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