Eccoci sulla costa mediterranea egiziana, caratterizzata appunto da clima mediterraneo, ma ancora arido, con estate molto lunga (da maggio ad ottobre) e del tutto secca, con le piogge concentrate da novembre a marzo.
Ad Alessandria, nel settore occidentale del delta del Nilo, abbiamo finalmente un tempo più vario, almeno nei mesi invernali, con piogge non rare da novembre a marzo (massimo in dicembre e gennaio con 52 e 51 mm) e più sporadiche in ottobre ed aprile, mentre rimangono assenti nei mesi estivi. Il totale rimane comunque modesto, con una media di 189 mm/anno.
Le temperature risentono dell’influsso marittimo, che attenua l’escursione stagionale, spaziando dai 13,4°C medi di gennaio (min/max 8,7°/18,4°C) ai 26,3°C di agosto (22,9°/30,1°C), con quindi inverno più caldo ed estate più fresca rispetto al Cairo, passando per i 18,5°C di aprile e i 22,0°C di ottobre, con media annua 20,0°C. Il caldo estivo, pur attenuato dalle brezze marine, è tuttavia spesso afoso, con umidità media superiore al 60%.
Port Said si trova nel settore orientale del delta e riceve solo 80 mm/anno di pioggia, con massimi in dicembre e gennaio (16 e 18 mm) e piogge assenti da metà maggio a metà settembre. Le temperature sono simili a quelle di Alessandria, rimanendo circa 1°C più alte praticamente tutto l’anno (medie: gennaio 14,4°C, aprile 19,6°C, agosto 27,3°C, ottobre 24,1°C, anno 21,3°C).
Il record di freddo egiziano, come scritto nella prima parte appartenente a Nekhel con -8,8°C. è stato registrato il 16 gennaio 2008, durante una formidabile e lunga ondata di freddo che ha interessato il Medio Oriente,. Questo per la pianura. In quanto a valori ufficiosi, in montagna, sul Katrinah (Sinai), sono stati riportati valori fino a -15°C (febbraio 1950 e gennaio 1920).
In quanto a neve, in pianura in Egitto è sconosciuta, fatta eccezione per un caso nel febbraio 1950, quando una leggera nevicata penetrò nel delta del Nilo, con fiocchi avvistati non lontano dal Cairo (zona Giza), anche se non sulla costa mediterranea. La neve copri per l’unica volta almeno in 2 secoli Tel Aviv e Gaza e arrivo sulla costa del Sinai, senza però arrivare a Port Said per poco (grandinata notturna con 3°C). In un quartiere di Alessandria un po’ alto furono avvistati fiocchi durante una grandinata e ciò non si verificava dal febbraio 1833. Una presunta nevicata al Cairo, ma probabilmente era gragnola, è riportata il 10 gennaio 1639.
Passiamo al caldo. Il record di 51,0°C di Assuan del 1918 fu misurato con un termometro ben schermato ma a 1,2 metri dal suolo, il che non è accettabile in condizioni così estreme su suolo sabbioso. Il record di caldo nazionale è quindi quello della grande ondata di calore del 1961, con 50,3°C toccati a Kharga il 9 giugno.
Il Cairo è scesa sottozero solo nelle stazioni periferiche (Giza -3,3°C nel gennaio 1920 e -2,0°C nel febbraio 1950) ma mai né all’aeroporto né nella stazione centrale dell’Osservatorio. Nessuna gelata è stata mai registrata sulle coste del Mediterraneo. Sharm El Sheikh toccò i 5°C di minima nel solito febbraio 1950 dopo aver avuto una massima di 12°C, il giorno più freddo della storia in questa località balneare ben nota agli italiani.
Da quanto abbiamo visto possiamo sostenere che per un viaggio in Egitto non sono i mesi estivi, eccessivamente caldi, quelli ottimali e che in ogni stagione non deve mancare in valigia, per chi si reca nel paese, una crema solare ad alta protezione.
Molti sono gli italiani che visitano l’Egitto, attratti principalmente dal mare, in particolare dal Mar Rosso, con i suoi straordinari fondali, vero paradiso per i subacquei, e dal patrimonio archeologico. Il Museo Egizio del Cairo è un sito da non perdere, e non solo per gli appassionati di storia, come irrinunciabile è la visita alle Piramidi di Giza e alla vicina, enigmatica, Sfinge, specie nelle ore del tramonto, quando il paesaggio si tinge di rosso.
Protette dalla celebre Sfinge, si ergono maestose le tre grandi piramidi di Giza. Più di 4.000 anni fa, i corpi mummificati dei faraoni Khufu, Khafre e Menkaure (Cheope, Chefren e Micerino) furono traghettati sul Nilo per essere sepolti all’interno di questi immensi monumenti e preparati per il viaggio nell’aldilà. La più grande, più antica e più bella delle tre piramidi di Giza è quella di Khufu, comunemente nota come la “Grande Piramide”. Fino alla fine del XIX secolo costituiva la più alta struttura del mondo (145 metri di altezza). Tuttavia, a prima vista, la piramide di Khafre (figlio e successore di Khufu) sembra ancora più impressionante. Edificata su un’altura, ornata del suo “cappuccio” di pietra calcare ancora intatto, sembra più alta della piramide di Khufu, sebbene sia 4 metri più bassa.
La più piccola delle tre, la piramide di Menkaure, compensa le modeste dimensioni con la bellezza del suo tempio funerario.
Di tutti i faraoni, Ramses II fu il più prolifico edificatore di templi e monumenti. Abu Simbel ospita due dei suoi più splendidi templi: il grande tempio di Abu Simbel, ed il tempio di Hathor di dimensioni più modeste. Entrambi i templi sorgevano in origine circa sessanta metri al di sotto della loro attuale ubicazione. Sono stati oggetto di una prodigiosa opera di salvataggio dei grandi templi egiziani dall’aumento del livello delle acque del lago Nasser promossa dall’UNESCO. Essendo incastonati nella montagna, i templi hanno dovuto essere staccati dalla roccia per poi essere scrupolosamente smantellati e ricostruiti più in alto.
Nonostante le due trionfanti statue gemelle di Ramses II di guardia al suo ingresso, lo sbalorditivo Tempio di Luxor fu edificato da Amenhotep III. Nel corso del tempo, diversi leggendari sovrani d’Egitto, da Tutankhamon ad Alessandro Magno, accrebbero lo splendore di questo tempio. Più importante luogo di culto di tutto l’Egitto durante il regno di Tebe, il Tempio di Karnak fu costruito, smantellato, restaurato, ampliato e decorato da diversi faraoni. Il sito è composto da un complesso di santuari, di obelischi e di piloni, dedicati alla gloria dei Faraoni. Si tratta di un sito di dimensioni colossali: 1.5 km per 800 m.
Chi si reca in Egitto ha la possibilità di selezionare tra diversi tipi di safari nel deserto. Basta scegliere il mezzo di locomozione. I safari in jeep, in quad o in moto sono magnifici, ma se si aspira a vivere un’esperienza autentica nel cuore del deserto, i safari notturni a dorso di cammello saranno l’ideale per meditare tranquillamente ammirando i suggestivi paesaggi desertici.
https://www.egypt.travel/index.php è l’indirizzo Internet dell’Ente del Turismo egiziano.
Si ringrazia Maximiliano Herrera per le informazioni sui record.
Il Clima dell’Egitto Parte I:
www.meteogiornale.it/news/read.php?id=18947