L’Austria è, con la Svizzera, il paese alpino per eccellenza visto che la grande catena occupa buona parte del territorio (oltre i due terzi), mentre il resto è costituito da un ampio tratto dei ripiani bavaresi, inciso dal Danubio, con le adiacenti alture boemo-morave, cui fa seguito il lemo occidentale del bassopiano pannonico, comprendente fra l’altro il Lago di Neusiedl, la zona più bassa del territorio austriaco (115 metri), che ha invece il suo tetto nel Grossglockner (m 3797, negli alti Tauri).
La superficie complessiva è di quasi 84.000 kmq, compresi tra 46,2° e 49,1°N, su cui risiedono 8 milioni circa di abitanti.
La morfologia è ovviamente molto complessa in quanto le Alpi non constano di un sistema lineare ma spesso di più catene parallele. Per esempio il Tirolo è delimitato a sud dalle Retiche e dalle Noriche, che superano ampiamente i 3000 metri, mentre a nord dell’Inn, principale affluente del Danubio, è diviso dalla Baviera dalla Zugspitze (m 2968) e dai calcari del Karwendel (culminanti a m 2756).
Sottoposta all’influenza sia delle masse d’aria umida di provenienza atlantica e mediterranea, sia di quelle fredde e asciutte di provenienza russa e siberiana, l’Austria ha un clima mediamente definibile temperato-continentale, con escursioni annue in genere tra 20° e 25°C, inverni freddi e quasi ovunque nevosi (le medie di gennaio sono ovunque negative, anche se di poco nelle pianure orientali) ed estati piovose, fresche sui rilievi e piuttosto calde sul fondo delle vallate alpine e nella pianura danubiana (con forti sbalzi termici però in occasione delle non rare ondate temporalesche innescate dalle discese di aria fresca atlantica). Le precipitazioni sono quasi ovunque superiori a 800 mm, scendendo sotto questo valore solo nell’area viennese, nel Burgenland, verso il confine ungherese, e sui rilievi boemi.
Abbiamo parlato di inverni nevosi, ma in realtà l’inverno è la stagione con meno precipitazioni. Tuttavia esse avvengono quasi sempre in forma nevosa, almeno oltre i 6-700 metri (non rare comunque le nevicate anche nelle zone più basse, come la regione danubiana), e le basse temperature permettono alla neve di rimanere a lungo al suolo anche se gli apporti in genere non sono elevatissimi. Nevicate più abbondanti si hanno in genere a fine febbraio e a marzo (e in quota anche in aprile), quando più frequente è l’arrivo di correnti moderatamente perturbate nord-atlantiche che provocano notevoli nevicate da stau soprattutto sui versanti settentrionali.
Le temperature medie di luglio nell’area alpina raramente superano i 16°C, tranne che in alcune vallate aperte come ve ne sono in Carinzia, dove si giunge anche a 18°. Questo valore viene in genere superato in tutto il corridoio danubiano, arrivando anche oltre i 20° nelle pianure orientali. Ovviamente l’articolazione del rilievo è fondamentale nel determinare le situazioni locali, per l’influenza esercitata dalle variazioni altimetriche, dall’esposizione dei versanti soleggiati (Sonnenseiten) o in ombra (Schattenseiten) e dalla direzione delle singole catene che modifica l’andamento dei venti.
A proposito di venti tipiche sono le brezze di monte (Bergwind) e di valle (Talwind), nonché il foehn, il tipico vento alpino provocato da differenze bariche sui due versanti, che può presentarsi sia come vento da sud, quindi in origine caldo e umido e di conseguenza responsabile di fusione di immense quantità di neve (con rischi elevati di valanghe e slavine) e di forti precipitazioni da stau sul versante italiano, sia come vento da nord, che provoca quindi precipitazioni sui versanti settentrionali dei rilievi, scendendo poi caldo e secco nelle vallate.
Tutte le valli, in particolare quelle più strette, sono comunque soggette nel semestre freddo al fenomeno dell’inversione termica, talvolta accompagnato da formazione di cappe di nubi stratiformi o di nebbie al suolo. Un ricordo personale in proposito risale al periodo 11-14 gennaio 1998, in occasione di una visita a Vienna. Eravamo in una situazione anticiclonica, con temperature in quota alte per il periodo, positive fino sulla vetta della Zugspitze, ma la città era avvolta dalla nebbia la notte, nebbia che si alzava appunto a formare nubi basse nelle ore centrali della giornata, senza mai scoprire quel sole che invece splendeva sulle Alpi. Risultato: minime intorno 1°-2°C, massime intorno 3°-4°C, con sensazione di freddo accentuata dall’alta umidità.
Nel complesso in Austria si possono distinguere, prescindendo dalle zone di alta montagna caratterizzate da basse temperature e nevi permanenti, cinque ambienti climatici: 1) le valli alpine interne, con sensibili escursioni termiche sia giornaliere che annue e precipitazioni non molto abbondanti, inferiori ai 900 mm; 2) le zone prealpine settentrionali, un po’ più umide e con rigori invernali mitigati dalla presenza di numerosi laghi; 3) le valli e le conche della fascia alpina meridionale, con sensibili escursioni termiche, inverni più rigidi e precipitazioni sui 900-1000 mm; 4) i ripiani verso la Baviera e le alture boeme affacciate sul Danubio, a clima continentale con precipitazioni sui 700-850 mm; 5) il bacino di Vienna, le pianure orientali e le colline morave a clima ancor più continentale, con forti escursioni termiche e scarse precipitazioni.
In rappresentanza della zona 1) portiamo Innsbruck, il capoluogo del Tirolo. Qui le temperature (tutte in °C) oscillano da -2,3° in gennaio a 18,2° in luglio (aprile 9,4°, ottobre 9,6°, anno 8,8°), mentre le precipitazioni sono pari a 870 mm/anno, con massimo estivo (luglio 126 mm, agosto 115) e minimo invernale (febbraio 39 mm, marzo 46).
Per la zona 2) citiamo Salisburgo, splendida città d’arte e di cultura, con temperature che vanno dai -1,6° di gennaio ai 17,9° di luglio (aprile 8,2°, ottobre 9,0°, anno 8,4°) e precipitazioni pari a 1200 mm/anno, con massimo estivo (luglio 171 mm, giugno 165, agosto 153) e minimo invernale (febbraio 61 mm, gennaio 65).
Per la zona 3) ci spostiamo in Stiria e Carinzia, quindi a Graz e Klagenfurt. Graz oscilla da -3,2° in gennaio a 18,7° in luglio (aprile 8,8°, ottobre 8,6°, anno 8,3°) con 850 mm di precipitazioni annue, con massimo a inizio estate (giugno 125 mm, luglio 124) e minimo invernale (gennaio 31 mm, febbraio 37). Klagenfurt passa dai -4,6° di gennaio ai 18,3° di luglio, quindi si ha forte continentalità, passando per gli 8,3° di aprile e gli 8,1° di ottobre (anno 7,7°), con 968 mm/anno di precipitazioni (massimi in luglio, 121 mm, e agosto, 115, minimi in gennaio e febbraio con 38 mm).
Nella zona 4) si trova Linz, sul Danubio. Si passa da -1,9° in gennaio a 18,8° in luglio (aprile 9,0°, ottobre 10,0°, anno 9,0°), mentre le precipitazioni assommano a 869 mm/anno, con massimo estivo (luglio 117 mm, giugno 106) e minimo invernale (febbraio 48 mm, gennaio 50).
Vienna rappresenta il clima della zona 5), con la sua forte escursione annua (si passa da -1,4° in gennaio a 19,6° in luglio, passando per 9,6° in aprile e 9,7° in ottobre; frequenti nelle giornate estive di sole massime oltre i 30°). La temperatura media annua è 9,4°, mentre le precipitazioni si fermano a 642 mm/anno, ancora con massimo estivo (luglio 75 mm, giugno 71) e minimo invernale (febbraio 37 mm, gennaio 38).
All’estremità occidentale del paese il Lago di Costanza, condiviso con Germania e Svizzera, rappresenta una sorta di isola climatica. Bregenz ha questi valori termici: gennaio 0,3° (unica località del paese con temperatura positiva in questo mese), aprile 9,1°, luglio 19,3°, ottobre 11,0°, anno 10,0°. Notevoli le precipitazioni: 1406 mm/anno, con massimo estivo (luglio 170 mm, agosto 162) e minimo invernale molto più attenuato rispetto alle altre zone del paese (febbraio 66 mm).