50° stato degli USA, l’Alaska è anche il più grande, occupando una superficie di oltre 1,5 milioni di kmq. E’uno di quei luoghi che stuzzicano l’interesse di coloro che amano il freddo e la neve, che ne sono ospiti abituali in inverno nella parte più meridionale, affacciata sull’Oceano Pacifico, e in quasi tutto l’anno nell’interno del paese e sulla costa nord, bagnata dal Mare di Beaufort, a oltre 70° di latitudine e senza l’effetto mitigatore che per esempio a pari latitudine ha in Norvegia la corrente del Golfo.
Abbiamo così già accennato che, anche se il freddo è un minimo comun denominatore di tutto il paese, la vastità del territorio e la sua complessa morfologia rendono il clima molto più vario di quanto si pensi.
Tutto il paese in gennaio registra temperature negative, con valori però intorno allo zero sulle più meridionali delle Isole Aleutine, la catena di isole che si protendono dalla Penisola di Alaska verso sudovest, sia sulle Isole Principe di Galles, le più meridionali fra quelle che fronteggiano la stretta fascia costiera che si prolunga verso il Canada nella parte est del paese, con le Montagne Rocciose alle spalle. L’isoterma -10°C (in °C riporteremo tutti i valori termici) corre all’incirca lungo il 61° parallelo quindi tutta la costa meridionale del paese, la penisola di Alaska e il sudest, ovvero l’enclave verso il Canada, ove sorge la capitale Juneau (zona caratterizzata dalla costa molto frastagliata e dalla presenza di notevoli ghiacciai che talvolta scendono fino al mare) restano entro questo limite nelle medie invernali. La fascia centrale del paese, fino al 65° parallelo a ovest e al 63° a est, ha medie di gennaio comprese tra -10° e -20°, mentre più a nord siamo veramente nel grande gelo, con addirittura valori sotto i -30° nella parte nord-orientale del paese.
In inverno gela il Mare di Beaufort, fino allo Stretto di Bering compreso, e i ghiacci si estendono poi nel Mare di Bering, talvolta fino al 60° parallelo.
In estate il paese è attraversato dall’isoterma 10° un po’ più a nord del Circolo Polare (66°33’N), ma questa isoterma scende intorno al 63°/64° parallelo lungo la costa occidentale, di fronte alla Russia da cui è separata dallo Stretto di Bering, e sale fino al 68° nella parte est, come vedremo caratterizzata da forte continentalità.
Distinguiamo i seguenti domini climatici:
1. costa nord e ovest con clima subartico della tundra
2. NE del paese (costa esclusa) con clima temperato freddo boreale continentale con inverno secco,
3. il resto dell’interno, il versante nord della penisola di Alaska, la costa sud nella parte a ovest della penisola di Alaska, con clima temperato freddo boreale continentale o subcontinentale,
4. le Aleutine e il versante sud della penisola di Alaska con inverno subpolare oceanico,
5. la costa sud a est della penisola di Alaska, con clima temperato freddo boreale oceanico.
Nella zona 1. isoterme invernali comprese tra -15°, appena a sud dello stretto di Bering, e -30° sulla costa del nordest, isoterme estive che superano i 10° solo a ovest, a latitudine inferiore al 63°/64° parallelo. Precipitazioni ovunque inferiori ai 500 mm/anno, addirittura sotto i 250 sulla costa del nordest, più scarse in inverno sulla costa nord (dove scendono sotto i 10 mm in gennaio), abbastanza uniformemente distribuite su quella ovest.
La zona 2. è caratterizzata da isoterme invernali sotto i -30° ed estive tra 10° e 16°, toccati nella parte più meridionale di questa area, con precipitazioni scarse, ovunque inferiori ai 400 mm/anno (più scarse man mano che si procede verso est) ed in prevalenza estive (precipitazioni di gennaio inferiori a 10 mm, ma anche in luglio inferiori ai 50 mm). Questa è la regione con clima a caratteristiche più fortemente continentali.
Nella zona 3. le precipitazioni sono comprese tra 250 e 500 mm/anno (superando i 500 mm solo alle pendici meridionali della Catena d’Alaska, dominata dai 6194 metri del McKinley, e sulla penisola di Alaska), più scarse in inverno, soprattutto nell’interno. In inverno questa area ha isoterme abbastanza variegate, da valori superiori a -10° sulla costa a ovest della Penisola di Alaska e sulla penisola stessa, a valori inferiori a -20° nella parte orientale dell’entroterra, verso i confini canadesi. In estate si superano ovunque i 10°C, raggiungendo anche i 16° nelle conche più calde.
Nella zona 4. le isoterme invernali vanno dallo 0° delle più meridionali delle Aleutine a -8°/-9° sulla parte più settentrionale della Penisola di Alaska, mentre quelle estive sono ovunque poco superiori ai 10°C. Le precipitazioni sono ovunque comprese tra 1000 e 1500 mm/anno, ben distribuite in tutte le stagioni (valori tra 50 e 100 mm sia in gennaio che in luglio), con una riduzione di quelle estive sulle più meridionali delle Aleutine, quando la omonima depressione si alza di qualche grado di latitudine e sotto il 52°/53°N riesce talvolta a farsi sentire l’effetto stabilizzando dell’anticiclone del Pacifico, in inverno relegato a latitudini più meridionali.
Infine la zona 5., relativamente mite (le coste sono bagnate dalla corrente tiepida dell’Alaska) ma umida. In gennaio ovunque le temperature sono superiori a -10° e anzi sfiorano lo 0° sulle isole più meridionali, le già citate Principe di Galles, mentre in estate siamo di poco sopra i 10°. Le precipitazioni come detto sono piuttosto abbondanti, esaltate dall’effetto stau la dove alle spalle della costa vi sono rilievi elevati. Abbiamo così quasi ovunque più di 1000 mm/anno (vi sono naturalmente aree dove si creano zone d’ombra pluviometrica, e questo è il caso per esempio, come vedremo, di Anchorage), ma dove la costa piega verso sud, con quindi le Montagne Rocciose che sbarrano le correnti da ovest, si superano i 1500, e nella zona di Yakutat, dove a ridosso della costa si trovano gli alti Monti St.Elias, localmente si va oltre i 3000 mm. Non esiste stagione asciutta, tanto che sia in gennaio che in luglio cadono ovunque più di 100 mm, e nella suddetta zona di Yakutat si passano i 200 in quasi tutti i mesi.
Cominciamo a visitare alcune località, partendo dalle coste nord e ovest. A nord si trova Barrow, a 71,3°N, con i suoi -27,6° di febbraio (ben più freddo di gennaio, -25,2°) e 9 mesi sottozero, da settembre a maggio (aprile -19,0°, luglio 4,0°, ottobre -10,2°, anno -12,5°). Escursione giornaliera piuttosto ridotta, mediamente sui 6°, con massimo in marzo/aprile (sui 7°), mesi molto soleggiati, e minimo nello spesso nuvoloso settembre (4°). -30,9°C la media delle minime di febbraio, 7,2°C quella delle massime di luglio. Scarse le precipitazioni, quasi sempre nevose: 114 mm/anno, quasi tutte tra estate e inizio autunno (74 mm da luglio a ottobre, 24 in agosto), scarsissime in inverno (16 mm da dicembre a marzo). L’estate molto fredda permette la permanenza di tracce di neve al suolo anche in piena estate.
Sulla costa ovest se Wales (65,6°N) ha ancora -16,1° in gennaio (e ben -20,2° in febbraio), la più meridionale Nome (64,5°N) sale a -13,8° (febbraio -15,6°) e ha medie sottozero da ottobre (-2,2°) ad aprile (-8,0°). Luglio è il mese più caldo con 10,8° (Wales 8,2°), mentre la media annua è -3,2°. Escursione giornaliera media di 7,5°C, che sfiorano i 10° nel soleggiato periodo febbraio/aprile. Precipitazioni: 378 mm/anno, con massimo in tarda estate e inizio autunno (agosto 69 mm, settembre 62) e minimo tardo-invernale (febbraio 15 mm, marzo 14).
Continua …