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Il clima della Corea del Nord: dai diluvi estivi al gran gelo invernale

di Giovanni Staiano
15 Feb 2004 - 22:02
in Senza categoria
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Pyongyang: Kim II Sun University. Fonte immagine: www.vuw.ac.nz.
La Corea del Nord occupa la parte settentrionale della penisola, tra il 38°N (che la separa dalla Corea del Sud) e il 42°N, delimitata a ovest dal Mar Giallo, a est dal Mar del Giappone e a nord della Manciuria cinese. La latitudine simile al centro Italia non deve trarre in inganno, in quanto il clima coreano è del tutto diverso. Gli elementi condizionanti sono l’Anticiclone russo-siberiano in inverno e il monsone del sud-est asiatico in estate, che causano rispettivamente inverni freddi e asciutti, con venti dominanti da NE, ed estati calde, ma molto piovose, con venti dominanti da SW.

Partiamo dall’estate. E’ noto che tutta l’Asia sud-orientale in questa stagione è in regime di bassa pressione. L’origine di questa bassa è di natura termica, formandosi la stessa per effetto del forte riscaldamento delle vaste distese continentali, lontane dal mare. Questa bassa pressione si estende gradualmente a tutto il sud-est del continente e richiama un intenso flusso di correnti sud-occidentali su tutta l’area a est dell’India, compresa quest’ultima (monsone di sud-ovest), correnti che scorrendo sul mare caldo si arricchiscono di umidità, pronti a scaricarla quando sono costrette a sollevarsi per qualunque anche non elevato ostacolo orografico. L’aria molto umida salendo condensa rapidamente, liberando così calore, effetto che ne rallenta il raffreddamento, costringendola a salire a quote molto elevate, ben oltre la sommità dei rilievi nel caso questi siano relativamente bassi, come appunto nel caso della Corea (massima elevazione, 2541 metri, il Kwanmobong, nel nordest).

Il risultato di questa circolazione prevalente è la formazione di un fronte quasi stazionario, da metà giugno a metà agosto, sulla Penisola coreana, detto Changma in lingua locale, che provoca precipitazioni frequenti a prevalente carattere di rovescio e temporale, non di rado di forte intensità. Le piogge estive in Nord Corea possono essere infatti estremamente violente.

Changma normalmente comincia a dare i suoi effetti sul 38° parallelo a fine giugno, poi si sposta verso nord. Nei trenta/quaranta giorni di massima intensità del monsone cade oltre la metà delle precipitazioni di tutto l’anno. Le zone più piovose sono quelle occidentali e soprattutto i rilievi della parte peninsulare, mentre piove meno nel nordest del paese, unico settore dove cadono meno di 900 mm/anno. Purtroppo l’intensità delle piogge è spesso tale da provocare frane, allagamenti e inondazioni, con gravi danni a cose e persone. Come detto Changma è associato a venti caldi e umidi da SW, quindi, a parte i temporanei raffrescamenti nei rovesci, il clima è sgradevolmente caldo-umido, con massime sui 29°/30°, minime di 21°/22° (temperature in °C) e umidità dell’80-85%. Da giugno a inizio ottobre poi 2 o 3 dei tifoni (localmente è questo il nome dato ai cicloni tropicali) generati nel nord-ovest del Pacifico investono con i loro devastanti effetti la Corea del Sud, raggiungendo talvolta, più attenuati, anche quella del Nord.

A fine agosto i fenomeni legati a Changma diventano meno intensi e frequenti. L’arrivo di settembre segna la fine del monsone e l’inizio di un autunno con tempo variabile, con giornate soleggiate e dolci alternate a passaggi perturbati associati a depressioni delle medie latitudini. In questa stagione c’è variabilità anche nei venti ma predomina, essendo il mare ancora caldo, un regime di brezze di terra.

Già in ottobre la Siberia si raffredda sensibilmente e comincia a formarsi l’alta pressione termica che conosciamo come anticiclone russo-siberiano. Con l’avanzare del tardo autunno questa struttura diventa in genere sempre più poderosa, vista la vastità delle distese continentali soggette a raffreddamento, avendo i suoi massimi nella zona di Verhojansk (polo del freddo), convogliando correnti fredde da NE che investono anche la penisola coreana, oltre che la Cina nord-orientale. Inoltre lungo la costa della Siberia sud-orientale scorre una corrente marina fredda. Questo effetto combinato porta in gennaio l’isoterma di -10° al livello del mare fino a Vladivostok, intorno al 43° parallelo (nella Mongolia interna, a ovest di Pechino, scende addirittura al 40°N), mentre la Corea del Nord è quasi tutta compresa tra -10° e -4°, superati di poco solo in alcune zone costiere. L’umidità in inverno è molto inferiore che in estate, con valori medi tra il 45% e il 60%.

La primavera è, come l’autunno, una stagione gradevole con alternanza di bel tempo e passaggi perturbati, ma nel sud a maggio i rovesci iniziano a farsi più frequenti.

La capitale Pyongyang (39°N, 125,7°E), nella parte occidentale del paese, ha temperature invernali rigidissime per la latitudine. Abbiamo infatti: gennaio -7,8°, aprile 9,7°, agosto 24,3°, ottobre 11,9°, anno 9,5°. Le precipitazioni, scarse e nevose in inverno (gennaio 14 mm, febbraio 12), aumentano in primavera (aprile 48 mm) ma solo a fine giugno diventano davvero importanti. Ai 78 mm di giugno fanno seguito i 250 di luglio e 230 di agosto. Dopo i 113 mm di settembre, ottobre si ferma a 43 mm e nel tardo autunno le piogge diminuiscono ancora. Il totale annuo è 953 mm.

Wonsan (39,2°N, 127,4°E), pari latitudine di Pyongyang, ha inverno meno freddo per la posizione marittima (costa est): gennaio -3,6°, aprile 9,2°, agosto 23,0°, ottobre 12,7°, anno 10,3°. Precipitazioni più abbondanti, anche in inverno quando il monsone di NE una certa umidità la assume sul Mar del Giappone e la scarica su coste est e rilievi retrostanti. Dal minimo di 29 mm in dicembre, si sale a 38 in febbraio e già 87 in aprile. Piogge torrenziali in luglio e agosto (393 e 425 mm), appena meno frequenti e intense in settembre (240 mm), già “normali” a ottobre (69 mm). Notevole il totale annuo: 1634 mm.

Kanggye, nel nord (41°N, 126,6°E, 305 m), è ancora più fredda in inverno e sperimenta un raffreddamento precoce in autunno, essendo più lontana dal mare: gennaio -11,8°, aprile 9,7°, luglio e agosto 23,4°, ottobre 9,2°, anno 7,9°. Fra i monti del nordest, Hyesan (41,4°N, 128,1°E, 715 m), sperimenta un freddo invernale sorprendente per una città con altitudine e latitudine simili a L’Aquila: gennaio -18,0°, aprile 5,4°, luglio 20,2°, ottobre 5,1°, anno 3,0° (5 mesi con valori medi negativi). Hyesan si trova in quell’area del paese dove gli effetti del monsone arrivano attenuati, tanto che riceve solo 648 mm/anno, di cui 173 sia in luglio che in agosto. Prime e ultime piogge in giugno (87 mm) e settembre (51), poca pioggia in primavera e autunno (aprile 34 mm, ottobre 22), pochissima neve in inverno (gennaio 6 mm, febbraio 8).

Abbiamo visto le basse medie invernali, ma i valori estremi sono ancora più impressionanti. Nel gennaio 2001 Pyongyang è scesa a una minima assoluta di -26,5° e Hyesan a -33,5°. Quest’ultima città in tutto il mese non ha mai superato lo 0°, essendo stata la massima assoluta -1,8°.

Non ha molto senso parlare di turismo relativamente a questo paese asiatico, uno dei più “chiusi” del pianeta da questo punto di vista. Le immagini notturne dai satelliti mostrano il netto contrasto tra la Corea del Sud scintillante di luci, certo per una maggiore densità di popolazione, ma anche e soprattutto per l’elevato tenore di vita e l’illuminazione esagerata di strade, centri commerciali etc., e quella del Nord praticamente al buio, a indicare non tanto uno stile di vita austero quanto proprio una reale emergenza per la popolazione, con sacche di autentica miseria soprattutto nella campagna.

Il regime nordcoreano, a prescindere dalla questione ideologica, si è contraddistinto fin dai tempi del lungo “regno” di Kim Il Sung (defunto anni fa, ma nominato “Presidente Eterno” del paese), per un forte culto della personalità e per aver indirizzato una percentuale elevatissima del proprio PIL nelle spese militari, sentendosi continuamente minacciato dalla Corea “capitalista” del sud e dal suo potente alleato americano. Terminata la guerra fredda la situazione se possibile è peggiorata, perché sono venuti meno gli aiuti sovietici.

Un viaggio in Corea del Nord, paese che pure avrebbe notevoli attrattive dal punto di vista naturalistico/ambientale (soprattutto in alcuni parchi nazionali nelle aree montane; il patrimonio artistico dei siti religiosi è stato invece fortemente depauperato dal regime, in un paese dove ogni religione è proibita), è quindi un’impresa non facile già a partire dall’organizzazione dello stesso, e credo anzi sia del tutto impossibile programmare un viaggio individuale. Il recente incontro tra i leader delle due Coree e la possibilità data a famiglie divise da decenni dal confine del 38° parallelo di incontrarsi farebbero sperare in un allentamento del “pugno di ferro” del regime, ma la tensione con il mondo occidentale per la decisione nordcoreana di proseguire nello sviluppo dei propri programmi nucleari non contribuisce alla normalizzazione della situazione.

Informazioni sul paese su www.lonelyplanet.com/destinations/ seguendo i percorsi per l’Asia e quindi la North Korea e www.korea-dpr.com/menu2.htm (sito governativo, da cui si può accedere anche a una sezione “tourism”).

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