La Bolivia si estende su 1.098.000 kmq, tra 10° e 23°S, ma non è tanto la latitudine a determinare le differenze climatiche, vistosissime, tra le diverse regioni del paese, quanto la complessa orografia e la grande altezza delle montagne. Le Ande separano infatti nettamente il paese in una regione montuosa che occupa la parte sud-occidentale dello stesso, da una più vasta regione che digrada rapidamente dal versante est del rilievo a nord verso il bacino del Rio delle Amazzoni e a est verso il Pantanal e il Chaco paraguaiano. Il crinale principale andino ha le sue massime altezze nel Nevado Illampù (m 6421, poco a nord di La Paz) e nel Nevado Illimani (m 6682, poco a sud della capitale), montagne di natura vulcanica entrambe caratterizzate dalla presenza di vasti ghiacciai che scendono fino a quota 4700-4800. Poco a sud di La Paz si diparte dal crinale andino verso est la Cordigliera di Cochabamba che poi digrada in una “sierra” piuttosto bassa ma importante, come vedremo, a caratterizzare due climi molto diversi a nord e a sud di essa. A ovest del crinale principale andino si entra nella regione degli altipiani (la “puna”), quella dove si trova il Lago Titicaca (3812 metri), al confine con il Perù, e più a sud il Lago Poopo, mentre il confine con il Cile è segnato, ancora più a ovest, dall’elevata Cordigliera Occidentale, che tocca i 6520 metri.
In estate tutta la parte del paese a est delle Ande riceve piogge piuttosto consistenti, trovandosi il paese sulla linea di convergenza degli alisei (ITCZ), con i venti umidi che vengono richiamati dall’Atlantico verso l’interno dalla depressione stagionale del Mato Grosso e la convezione favorita dalle elevate temperature, a provocare frequenti rovesci temporaleschi. Le precipitazioni sono molto meno abbondanti a ovest del crinale andino, che funge da barriera. L’altopiano oltretutto, come si è già detto, è sbarrato anche a ovest da una cordigliera parallela, e comunque da questo versante non arriverebbero condizioni meteo favorevoli alle piogge, in quanto l’anticiclone del Pacifico meridionale protegge tutto l’anno le coste peruviane e del nord cileno, dove le condizioni di stabilità sono favorite dallo scorrimento sul mare della fredda corrente di Humboldt (le cose cambiano parzialmente negli anni El Niňo, quando le acque oceaniche sono più calde e la piovosità aumenta sulle coste sudamericane del Pacifico).
In inverno prevalgono sulla Bolivia, a est del crinale andino, gli alisei da SE, che giungono sul paese come venti da E nella parte più settentrionale, la sola dove anche in questo periodo dell’anno si registrano piogge consistenti, soprattutto quando la massa d’aria è costretta dal rilievo a sollevamento forzato, accentuandosi così l’instabilità. Venti secchi e relativamente freddi da S/SW spirano invece spesso sull’altopiano, dove le gelate da maggio ad ottobre sono frequenti e spesso anche intense.
La parte pianeggiante a nord della “sierra”, quindi del 17°S circa, si divide in due zone climatiche:
1) il settore nordovest (oltre i 12°/13°S anche il nordest) con clima tropicale senza stagione secca (equatoriale), con paesaggio vegetale contraddistinto dalla foresta pluviale e precipitazioni annue comprese tra 1000 e 2000 mm, con questa soglia localmente superata nell’estremo nord (200-400 mm in gennaio, anche oltre 400 sottomonte; 10-50 mm in luglio, ma oltre 50 sottomonte)
2) la parte orientale, eccetto che nel nord, con clima tropicale con estate umida, piogge ancora consistenti, fra 1000 e 1700 mm/anno, ma 4-5 mesi di stagione relativamente asciutta (200-400 mm in gennaio, che diventano 100-200 all’estremità est; 10-50 mm in luglio)
La stretta fascia della “sierra”, o meglio la sua parte più bassa, che si allunga verso est, ha (zona 3.) clima tropicale a umidità variabile, con precipitazioni comprese tra 800 e 1500 mm/anno, ancora prevalenti nel semestre caldo (gennaio 100-200 mm, luglio 10-50 mm). Il settore sud-orientale del paese, delimitato a nord appunto dalla sierra, ha invece clima tropicale secco (fascia 4.) con precipitazioni comprese tra 250 e 500 mm/anno (gennaio 100-200 mm, luglio meno di 10 mm).
Clima di montagna (5.) si riscontra sul crinale principale andino e sulla parte più alta (quella occidentale) della Cordigliera di Cochabamba. Le precipitazioni sono molto variabili anche in ragione di fattori locali (esposizione etc.) ma in genere comprese tra 500 e 1000 mm/anno, più abbondanti sul versante est e nei settori più settentrionali. In luglio cadono ovunque meno di 10 mm, mentre in gennaio ne cadono 100-200 sul versante orientale e 50-100 su quello occidentale.
A ovest del crinale andino sull’altopiano si ritrova un clima tropicale a umidità variabile (3.), ma con precipitazioni più scarse (500-1000 mm/anno) che sulla “sierra” orientale (meno di 10 mm in luglio, 50-100 in gennaio). Nella parte meridionale l’altopiano vede cadere sempre meno pioggia e il clima diventa tropicale secco (250-500 mm/anno, 4.) per assumere in uno stretto spicchio all’estremità SW caratteri di clima desertico (6.), con precipitazioni inferiori ai 250 mm/anno. Comunque ovunque le piogge sono più abbondanti (o meno scarse) nel semestre caldo, infatti cadono meno di 10 mm in luglio e 10-50 in gennaio.
Sulla Cordigliera che segna il confine con il Cile, al di la del quale c’è la zona più arida di questo paese (il deserto di Atacama), ritroviamo il clima di montagna (5.) e le precipitazioni riprendono relativamente vigore, ma non superano i 500 mm/anno (meno di 10 mm in luglio, 10-50 in gennaio).
La neve cade in genere oltre i 4200-4400 metri, talvolta meno nel sud, in inverno, quando però le precipitazioni nevose sono rare. Un po’ più frequenti le nevicate nelle mezze stagioni, con il limite sui 4500-4700 metri, mentre le più copiose precipitazioni estive sono nevose in genere solo oltre i 5000-5200 metri.
Per la parte “amazzonica” del paese abbiamo i dati termici, espressi in °C come tutti gli altri, di Riberalta (11°S, 66,1°W), dove giugno (25,5) e settembre (28,2°) sono i mesi più fresco e più caldo, mentre al culmine dell’estate australe (gennaio) la media è 26,9°. 27,0° la media annua. Per le piogge abbiamo i dati di Cobija (11°S, 66,7°W), dove cadono 1744 mm/anno, con relativa stagione asciutta invernale (giugno 26 mm, luglio 24, agosto 39, unici tre mesi sotto i 50 mm) e lunga stagione estiva di piogge molto abbondanti (da novembre ad aprile oltre 180 mm/mese, 249 in dicembre, 238 in gennaio).
Santa Ana (13,7°S, 65,5°W) è nel settore 2., con precipitazioni invernali simili a quelle del settore 1. (giugno 36 mm, luglio 24, agosto 35), ma piogge un po’ inferiori in autunno e primavera (novembre 188 mm, contro i 208 di Cobija, aprile 133 mm, contro 184). Piogge molto abbondanti da dicembre a marzo, tutti oltre i 200 mm (gennaio 256), con un totale annuo di 1651 mm.
Santa Cruz de la Sierra (m 416, 17,8°S, 63,1°W) ha il clima della fascia 3., con 1346 mm/anno, soprattutto estive (oltre 120 m/mese da novembre a marzo, 203 in gennaio), con minimo invernale ma senza vera stagione asciutta (agosto 42 mm, luglio 63). Temperature: giugno 20,3°, novembre 26,9°, gennaio 26,4°, aprile 24,3°, anno 24,5°. E’il tipico profilo delle zone tropicali intorno ai 15°/20° di latitudine, con il massimo termico all’avvio della stagione delle piogge e il caldo estivo smorzato dalla nuvolosità e dalle piogge frequenti, ma dalle stesse reso afoso.
Nella seconda parte andremo alla scoperta del clima di alcune località montane del paese, a cominciare da La Paz.