Il Nepal occupa una superficie di 147.000 kmq e si estende, allungato con asse NW/SW, all’estremità settentrionale della pianura del Gange, fra 26° e 31°N. Solo la parte meridionale del paese è infatti pianeggiante, mentre procedendo verso nord comincia a innalzarsi il rilievo che gradualmente introduce al grande spartiacque himalayano.
Il Nepal è infatti noto in tutto il mondo per ospitare parecchie delle cime più alte della terra, a cominciare dall’ Everest, tetto del pianeta con i suoi 8848 m, condiviso con il Tibet, ma senza dimenticare i vari Lhotse, Annapurna, Kanchenjunga.
L’orografia della parte centro-settentrionale del paese risulta così molto complessa in quanto si hanno diversi contrafforti montuosi di varia altezza prima di arrivare al crinale principale, separati da valli, come quella in cui, a poco più di 1300 m, si trova la capitale Kathmandu. Inevitabile che questa complicata orografia origini una varietà di climi “locali”, fortemente dipendenti da altitudine ed esposizione, tutti però, salvo che in alta quota, rientranti nella tipologia di clima tropicale con estate umida.
Il monsone indiano è infatti il principale protagonista del clima nepalese. Esso come sappiamo si origina in conseguenza del forte riscaldamento primaverile delle pianure e degli altopiani dell’Asia centro-meridionale, con la conseguente bassa pressione termica che inizia a richiamare, all’inizio dell’estate, masse d’aria umida e relativamente più fresca dall’Oceano Indiano. Nella penisola indiana l’orografia porta il monsone ad avere due direttrici principali: quella prettamente da SW che investe con piogge torrenziali la parte ovest del Deccan (dove c’è la barriera dei Ghati occidentali) e quella più prettamente da sud che entra dalle foci del Gange sulla pianura bengalese per poi impattare a est contro i rilievi del Megalaya (dove cadono localmente oltre 10 metri di pioggia/anno, concentrati in 4 mesi) e ad ovest contro quelli himalayani.
La parte della catena himalayana che riceve i maggiori apporti di piogge monsoniche è quindi quella tra Nepal orientale, regione di Darjeeling e Sikkim, direttamente esposta alle correnti umide, che riducono il loro contenuto di umidità man mano che penetrano, deviate dalle montagne, verso ovest/nordovest. Le piogge estive in Nepal rimangono comunque ovunque abbondanti, perché l’effetto dell’orografia è tale da esaltare la piovosità anche in presenza di masse d’aria relativamente asciutte, che nel corrispondente settore pianeggiante danno luogo solo a sporadici acquazzoni.
Abbiamo quindi localmente oltre 3000 mm/anno nel settore più orientale del paese, 2000-3000 mm nella parte centrale e 1000-2000 mm nel settore a ovest dell’84°W. Questi valori sono comunque solo indicativi in quanto ovviamente le piogge, a ovest come a est, sono comunque più abbondanti sui versanti montuosi sopravvento e al contrario più scarse nelle regioni pianeggianti, e nelle singole vallate si hanno regimi pluviometrici molto diversi a seconda dell’orientamento delle stesse e dell’altezza del rilievo che le delimita.
Ovunque la stagione piovosa va da giugno a settembre, con qualche strascico in ottobre. Il culmine è in luglio e agosto, quando quasi dappertutto si superano i 200 mm/mese e sui versanti esposti anche i 400. Dopo la stagione intermonsonica di ottobre-inizio novembre inizia a spirare il monsone di NE, secco e in origine freddo, che giunge però tiepido sul Nepal, riscaldandosi fortemente nella discesa dagli alti crinali di confine con il Tibet. Da dicembre a febbraio la stagione è quindi piacevolmente fresca, soprattutto nei valori notturni (la serenità del cielo e il basso tasso d’umidità favoriscono notevoli escursioni giornaliere, spesso vicine ai 20°C), con pochissime precipitazioni (in nessuna parte del paese si superano i 50 mm/mese).
Marzo vede ancora predominare il monsone di NE, ma i termometri si iniziano a impennare, favoriti dall’ormai potente soleggiamento. E’ l’anticamera del bimestre aprile-maggio, il periodo più caldo nella parte pianeggiante del paese (ma per quanto riguarda i valori massimi anche nelle valli del nord). In questi due mesi si assiste anche a un lento, ma inesorabile, aumento dell’umidità, a causa della scarsa ventilazione (sono venute meno le condizioni che favoriscono lo spirare del monsone di NE), cosa che, abbinata al forte riscaldamento (anche ai 1300 m di Kathmandu si superano spesso i 31°/32°C), favorisce soprattutto in maggio lo sviluppo di nubi temporalesche pomeridiane, con deciso incremento della piovosità, ancora lontana comunque da quella che il monsone vero e proprio porta a partire da giugno.
Le isoterme di gennaio, al livello del mare, sono intorno ai 14°/15°C in gennaio e ai 29°/30°C in luglio, ma superano i 30°C in maggio nelle zone pianeggianti. Il caldo della piena estate è però più sgradevole perché più afoso, soprattutto il riposo notturno è penalizzato dalle notti più calde per il cielo nuvoloso e sature del vapore provocato dall’evaporazione dei quasi quotidiani temporali pomeridiani.
A Kathmandu (m 1337) queste sono le temperature medie più significative (tutti i dati in °C): gennaio 9,6°, maggio 22,7°, agosto 24,0° (luglio 23,9°), ottobre 19,8°, anno 18,6°. In gennaio l’escursione giornaliera è sui 16°, con circa 2° e 18° di media delle massime e delle minime e non rare gelate (record storico -2°). L’escursione giornaliera in maggio è ancora oltre i 12° (media delle massime già oltre 28°), in luglio e agosto è invece di soli 8° (media massime e minime 28° e 20°), in ottobre risale a 13°. Il record storico di caldo è di 37°, registrato in giugno.
Nella capitale le precipitazioni ammontano a 1332 mm/anno, con stagione secca da novembre, mese più asciutto con 2 mm, a marzo (74 mm complessivi nei 5 mesi), stagioni intermonsoniche in aprile/maggio (già 101 mm in quest’ultimo) e ottobre (56 mm), abbondanti piogge monsoniche da giugno a settembre (tutti oltre 180 mm, 375 in luglio). In novembre e dicembre si ha in media un solo giorno di pioggia, in maggio sono 12, in luglio ben 23, in ottobre 4.
Birganj, nelle pianure centrali del paese (quota 137 m), ha le seguenti temperature medie, arrotondate al grado °C (indichiamo anche quelle delle minime e massime): gennaio 15°/8°/22°, aprile 26°/20°/33°, maggio 29°/23°/35°, luglio 29°/26°/33°, ottobre 25°/20°/30°, anno 24°/18°/30°. A parità di temperatura media si nota la differenza tra il caldo ancora secco, con forte escursione giornaliera, di maggio e quello afoso, con notti molto calde, di luglio. Massimo assoluto di 41° in giugno (mai superati i 37° invece in luglio e agosto), minimo di 3° in dicembre e febbraio (4° in gennaio). I 1440 mm di pioggia cadono quasi tutti (1320) da maggio ad ottobre, con apporti oltre i 100 mm/mese da giugno a settembre (record in luglio con 430 mm). Quasi nulle le piogge invernali, con 30 mm complessivi da novembre a febbraio.
Nepalganj, nelle pianure più occidentali (quota 182 m) riceve meno pioggia: 1160 mm/anno, di cui 990 da giugno a settembre, tutti mesi oltre i 100 mm (agosto 320).. Le temperature medie, arrotondate al °C, riferite anche a minime e massime, sono: gennaio 15°/8°/22°, aprile 28°/20°/37°, maggio 31°/25°/38°, luglio 29°/26°/33°, ottobre 26°/20°/32°, anno 24°/18°/31°. Capita di superare i 40°C spesso da aprile a giugno (massimo storico 46°C), non di rado anche in marzo e luglio. Al contrario le minime invernali spesso sfiorano lo 0°C, che è il valore minimo mai misurato in questa località.
Nella seconda parte faremo un tour virtuale del paese, con particolare attenzione all’area intorno all’Everest.