Partendo da Pennsylvania e New Jersey al nord, per giungere in Georgia nel sud (attraversando Maryland, Delaware, District of Columbia, Virginia, Nord e Sud Carolina) si scende dal 42° al 31° parallelo nord, percorrendo gli stati del settore centro-meridionale della costa atlantica statunitense, delimitato a est dal mare e ad est dai Monti Appalachi. Nel loro insieme questi stati occupano una superficie di 650.000 kmq circa. Solo la Pennsylvania non ha sbocco al mare, ma fa comunque parte di questa area geografica, caratterizzata a nord del 37° parallelo da clima temperato umido con estate calda e a sud da clima subtropicale umido con estate calda.
Salta subito all’occhio l’assenza, malgrado la latitudine, di zone a clima mediterraneo, cioè con estate secca, malgrado che sull’Atlantico americano l’Anticiclone delle Bermuda, che è il “pezzo” occidentale del ben conosciuto, a noi europei, anticiclone delle Azzorre, sia spesso ben solido. Il problema è che ci troviamo, negli stati citati, sul fianco occidentale di questo anticiclone, con a ovest le pianure centrali spesso territorio di scontro tra l’aria fresca che scende senza ostacoli dalle alte latitudini e quella calda e umida che risale dal Golfo del Messico. I sistemi perturbati che si formano (delle pianure centrali parleremo in altra occasione ma possiamo accennare al fatto che lo scontro che vi avviene è spesso molto violento) vengono agganciati dalla circolazione prevalente occidentale e la presenza dell’anticiclone sull’Atlantico fa si che essi scorrano con direttrice SW/NE proprio lungo gli stati in esame, portando con se dapprima l’aria calda prefrontale, che causa ondate di caldo notevoli e fastidiose per l’elevata umidità, quindi i sistemi frontali veri e propri, che in estate si manifestano soprattutto con temporali anche violenti appunto per i forti contrasti che si realizzano, con l’entrata dell’aria fresca che segue i fronti stessi. Dal Golfo del Messico arrivano anche i cicloni tropicali, qui detti uragani, che investono direttamente le coste della Georgia e di Sud e Nord Carolina, oppure entrano dalla Louisiana e dalla Georgia, perdendo energia sulla terraferma e diventando, entrando nelle latitudini temperate, “normali” perturbazioni che vengono anch’esse agganciate dalla circolazione prevalente da ovest/sudovest, portando comunque significativi apporti di pioggia soprattutto in agosto e settembre, ma talvolta già in luglio e fino a ottobre. Ad esempio nel 2002 Kyle è arrivato l’11 ottobre sulle coste del Sud Carolina, scaricando fino a 161 mm di pioggia in 24 ore.
Soprattutto negli stati più settentrionali (Pennsylvania, New Jersey, Maryland, parte della Virginia) è spesso gradevole l’autunno, in particolare ottobre, con molte giornate soleggiate e luminose, temperature gradevoli (anche se le notti si raffreddano rapidamente) e aria spesso piacevolmente ventilata.
In inverno le cose non vanno poi molto diversamente, ma l’aria che scende sulle pianure centrali, pescata a latitudini molto elevate quando l’Anticiclone del Pacifico si allunga verso l’Alaska, diventa fredda, spesso gelida. La discesa lungo le pianure centrali continua fino a che la massa d’aria, che scende impetuosa accompagnata dal blizzard, incontra l’aria più calda. Si formano così saccature fredde incuneate tra l’alta del Pacifico e quella delle Bermuda, che d’inverno in genere si abbassa di latitudine (ma spesso invia cunei verso nord molto pronunciati per effetto delle correnti di sponda innescate dalle irruzioni fredde), che trasportano con se fronti perturbati capaci, nell’area considerata, di portare spesso copiose nevicate anche fino al 32°/33° parallelo, più raramente anche a latitudini più basse (la latitudine a cui scende la neve dipende da quanto a nord prende le mosse l’irruzione fredda, quindi dall’entità della spinta verso nord dell’alta del Pacifico). Questi eventi invernali di clima rigido e perturbato sono piuttosto frequenti ma si alternano a periodi con tempo dai connotati più normali per la latitudine, tanto più frequenti quanto più si scende a sud. Si hanno così fasi soleggiate alternate a onde depressionarie delle medie latitudini, quando il flusso zonale scorre da ovest verso est a velocità più elevata, quindi più regolare, impedendo la formazione delle pronunciate onde di Rossby che permettono lo scambio termico con le latitudini alte.
La primavera alterna, talvolta in maniera assai brusca, fino a metà/fine aprile, la risalita delle prime onde calde subtropicali con i 30°C che si cominciano a raggiungere in Georgia e Sud Carolina, con le ultime irruzioni fredde che riportano repentinamente indietro la stagione.
L’isoterma di gennaio da 0°/-1°C (questa sarà la nostra unità di misura delle temperature, anche se negli States sono utilizzati i gradi °F) degli stati più settentrionali fra quelli considerati si porta gradualmente ai 10° della Georgia sud-orientale. Solo nella Pennsylvania nordoccidentale, che prosegue oltre gli Appalachi fino ai grandi laghi, più direttamente esposta ai venti freddi si scende a -2° (isoterma riferita al livello del mare). In luglio si passa da 23° intorno al 42°N a 27° intorno al 31°N (la minore variazione indica come in estate prevalga ovunque l’aria più calda sub-tropicale).
Le precipitazioni sono in genere comprese tra 1000 e 1500 mm/anno, senza stagione secca, leggermente più abbondanti in estate, quando quasi ovunque superano i 100 mm/mese. Solo in parte della Pennsylvania si rimane sotto i 1000 mm/anno e i 100 mm/mese in estate, mentre le medie invernali sono ovunque tra 50 e 100 mm/mese, superandosi i 100 mm/mese solo in alcune parti degli Appalachi meridionali.
Cominciamo da Pittsburgh (40,5°N), sita nel settore della Pennsylvania più aperto alle correnti fredde, trovandosi al di la del crinale principale degli Appalachi, a 350 metri di altezza. L’inverno è quindi molto freddo e abbiamo: gennaio -3,2°, aprile 9,7°, luglio 22,2°, ottobre 11,3°, anno 10,1°. Precipitazioni: 936 mm/anno, con massimo estivo (giugno 94 mm, luglio 95) e minimi poco significativi in ottobre (60 mm) e in pieno inverno (febbraio 61 mm, gennaio 65). Prevale la neve da dicembre a febbraio, ma è ancora consueta in marzo.
Philadelphia (39,9°N) si trova più propriamente sul versante atlantico e infatti è un po’ più calda: gennaio -0,8°, aprile 11,3°, luglio 24,8°, ottobre 13,5°, anno 12,3°. Riceve 1051 mm/anno di precipitazioni (in prevalenza nevose da metà dicembre a fine febbraio), con massimo estivo (luglio 109 mm, agosto 97) e minimi in ottobre e febbraio (67 e 71 mm). A pari latitudine, ma costiera, Atlantic City (39,5°N) ha caratteristiche meno continentali: gennaio -0,6°, aprile 10,0°, luglio 23,7°, ottobre 12,7°, anno 11,6°. Regime delle piogge come a Philadelphia: 1023 mm/anno, con massimo estivo (agosto 105 mm, luglio 97) e minimi in settembre/ottobre (74 e 72 mm) e febbraio (78 mm).
Scendiamo di latitudine. Washington (38,9°N), capitale degli USA, ha questi dati termici (medie/minime/massime): gennaio -0,7°/-6,1/4,5°, aprile 11,5°/4,6°/18,3°, luglio 24,2°/17,8°/30,5°, ottobre 12,8°/5,7°/19,8°, anno 12,1°/5,8°/18,3°. Colpisce l’escursione giornaliera notevole tutto l’anno, in particolare in ottobre, quando spesso il cielo è sereno e il sole scalda bene nelle ore centrali della giornata ma le notti, già molto lunghe, diventano fredde. Minime inferiori a -10° non sono affatto rare in coincidenza delle irruzioni fredde. Precipitazioni (spesso nevose da metà dicembre a inizio marzo): 1022 mm/anno, più scarse nel periodo dicembre/aprile (fino ai 69 mm di gennaio) e in ottobre (81 mm), più abbondanti da maggio a settembre con punte in maggio (102 mm) e agosto (100).
Norfolk (36,9°N), a latitudine di poco inferiore ma sul mare, ha temperature molto diverse (sempre medie/minime/massime): gennaio 3,9°/-0,6°/8,5°, aprile 13,8°/8,3°/19,3°, luglio 25,6°/21,1°/30,2°, ottobre 16,2°/11,6°/20,8°, anno 15,1°/10,3°/19,8°. Colpiscono l’autunno e l’inverno molto più miti e le escursioni giornaliera e stagionale inferiori, caratteristiche che indicano una maggiore marittimità. Spicca anche il caldo delle notti estive, spesso afose. Precipitazioni (solo sporadicamente nevose da fine dicembre a fine febbraio): 1134 mm/anno, più scarse da ottobre ad aprile (novembre 72 mm, aprile 78, ottobre 80), più abbondanti da maggio a settembre (luglio 128 mm, agosto 122).
Come Norfolk, è in Virginia Roanoke (37,3°N), a quota 350 fra gli Appalachi. Ovviamente, nell’entroterra e un po’ più in alto, fa di nuovo più freddo, specie in autunno/inverno: gennaio 1,3°, aprile 13,1°, luglio 24,2°, ottobre 13,6°, anno 13,2°. Piogge sempre poco sopra i 1000 mm (1044), con periodo relativamente più piovoso da maggio fino a ottobre (agosto 105 mm, maggio 101, ottobre 98) e minimo invernale (gennaio 67 mm, dicembre 75).
Nella seconda parte proseguiremo con le città delle due Caroline e della Georgia.