Si contano le vittime e i danni in America dopo il passaggio del più forte fra i numerosi cicloni che hanno colpito il Golfo del Messico quest’anno. Peculiare è il fatto che la stagione dei cicloni quest’anno sia stata molto anticipata rispetto al solito e che la forza e la frequenza siano state maggiori del solito. Ma in questo articolo approfondiremo un altro tema: le conseguenze che l’Europa subirà questo autunno in relazione alla situazione verificatasi in America.
Qualcuno potrebbe pensare che i fenomeni presenti in America poco possano influire sui destini del tempo europeo, ma non è così. La presenza di una stagione dei cicloni particolarmente pesante in America prelude quasi sempre ad una stagione autunnale europea dominata dal flusso atlantico. Uno schema, che vedendo le previsioni a medio-lungo termine per l’Europa, già si intravede.
In effetti è interessante far notare come siano già presenti sull’Atlantico, a largo delle coste portoghesi, diversi sistemi depressionari pronti a varcare le antiche Colonne d’Ercole e interessare l’Europa e il Mediterraneo, complice anche una insolita presenza precoce di un’alta termica sulla Groenlandia che terrà a lungo molto basso il flusso atlantico, favorendo la sua attività sulle Europa. La presenza poi di questa alta Groenlandese non fa altro che porre le basi per la formazione di un potente vortice polare, i cui prodromi già si intravedono sulla Scandinavia.
Insomma attive, molto attive, sembrano le correnti perturbate umide atlantiche quest’anno, così come appare molto repentino e precoce il raffreddamento della Groenlandia, ricordiamo vera e propria ghiacciaia d’Europa, responsabile principale della rigidità degli inverni europei. Dunque autunno umido e piovoso per la nostra penisola…? Vedremo, ma comunque sicuramente l’attività dei cicloni americani depone a favore di questa ipotesi.