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Il campo magnetico solare e la nuvolosità terrestre

di Marco Rossi
18 Feb 2010 - 08:22
in Senza categoria
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https://www.drroyspencer.com: Il calo del campo magnetico solare è stato forse in parte la causa del raffreddamento del clima tra il 1950 ed il 1970. Notare che attualmente l'AP index è ai livelli più bassi da quando viene misurato.
La scarsa presenza di macchie solari, in vicinanza di un massimo che dovrebbe essere oramai prossimo (le prime previsioni lo assicuravano per il 2010, adesso è stato spostato per il 2013, ma i dubbi restano), stanno mettendo abbastanza in subbuglio il mondo dei fisici solari.

Se non altro perché i precedenti modelli utilizzati per prevedere la massima fase di attività di un ciclo, si stanno rivelando inadeguati nella previsione di questa situazione di particolare calma.
Un indice molto importante per valutare l’attività del nostro Astro è l’indice AP, che misura l’intensità del campo magnetico emesso dal Sole.

Il Dr. Spencer, scienziato che ha lavorato alla NASA per molti anni, ha trovato una certa correlazione tra questo indice AP e la temperatura terrestre.

In particolare, possono combaciare molto bene la fase di diminuzione di questo indice avvenuta tra il 1950 ed il 1970, e la fase di raffreddamento globale intervenuta nel corso di quel ventennio.

In pratica, la diminuzione del campo magnetico solare farebbe aumentare la quantità di raggi cosmici che investe la nostra atmosfera, in base ad un meccanismo secondo il quale le particelle caricate elettricamente agirebbero da nuclei di condensazione per la formazione di nuvole basse.

Esse poi rifletterebbero la radiazione solare incidente, provocando un calo della temperatura terrestre.

I calcoli effettuati dal Dr. Spencer indicano in circa -0,004 Watt per metro quadro il calo della radiazione solare effettiva sulla Terra in seguito al calo di un punto dell’AP index.

Quantità che raggiunge gli 0,5 W/mq quando tale indice cala di dieci punti, che è un quantitativo considerevole, in grado di avere una propria influenza sul clima terrestre, ed è superiore a quella che è la variazione dello 0,1% della luminosità solare che interviene normalmente in ogni ciclo solare.

L’AP index varia notevolmente per ogni ciclo solare, e questo lo si può vedere nel grafico allegato, passando da valori elevati nelle fasi di massimo, a valori bassi nelle fasi di minimo.

L’ultimo massimo si è raggiunto nel 2003, nell’Ottobre del 2005 è iniziata la fase di “crollo” di tale indice, che, a Dicembre 2008, ha toccato i minimi assoluti da quando esso viene misurato (dal 1932).

Questo dovrebbe significare un aumento significativo della nuvolosità terrestre, ed un raffreddamento climatico.

E’ interessante notare come nei casi di “superminimo” solare, quali il Minimo di Maunder nel Seicento, l’effetto di raffreddamento dovuto al calo dell’AP index si assommerebbe al calo effettivo della radiazione emessa dal Sole: in questo caso i due fenomeni potrebbero agire in sinergia, provocando un raffreddamento climatico superiore a quello che ci si potrebbe aspettare con variazioni minime dell’energia solare.

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