La primavera corre a passi svelti, siamo giunti al 31 marzo, ci si appresta al secondo mese stagionale: aprile. Sappiamo quelle che sono state le condizioni meteo sulla nostra penisola, abbiamo analizzato le principali anomalie che hanno investito il continente europeo nel periodo pasquale. Lo sguardo verso i 10 giorni precedenti ci consegna scampoli invernali su gran parte dell’Europa, Italia compresa.
E’ bene ricordare che alcune zone peninsulari hanno subito gli effetti di due azioni invernali degne di nota, entrambe a marzo. Nella prima settimana del mese, l’altra, nelle festività pasquale. Non che abbia fatto freddo in modo eclatante, è caduta la neve, questo sì. Effetti, come vedremo tra poco, evidenti soprattutto dal punto di vista delle anomalie termiche rispetto alla media quasi trentennale di riferimento 1968-1996.
La scala dei colori è assai eloquente nel mostrarci le aree ove i valori termici sono stati maggiori oppure inferiori alla media di riferimento. Primo obbiettivo, Italia. Vediamo come le regioni settentrionali, parte delle centrali e la Sardegna siano in media, anomalia termica quindi pari a zero. La causa è riconducibile all’ondata di freddo della settimana festiva, allorquando aria artica penetrò nel bacino del Mediterraneo dalla Valle del Rodano. Spostandoci a sud vediamo invece come si abbiano scarti termici positivi, compresi tra 1-2 gradi del centro e Sicilia, e i 2,5 gradi dell’estremo sud.
Spostando lo sguardo in direzione dell’Europa centro occidentale e settentrionale, notiamo come l’anomalia sia assente oppure negativa. A risentire dei maggiori effetti “artici” sono state le aree settentrionali ed orientali della Scandinavia, sino alla penisola di Kola. Il freddo è stato maggiore su isole britanniche, Francia, Germania, Benelux e parte della Danimarca. Su questi paesi l’anomalia ha toccato i -4 gradi rispetto alla media.
L’ampia ondulazione ciclonica ha raggiunto gran parte dell’Europa centrale e meridionale, proiettando, quale risposta dinamica, aria mite verso i settori sud orientali del continente. Per poter osservare anomalie termiche positive dobbiamo difatti incamminarci verso Mar Nero, tra Bulgaria, Romania e Ucraina. Nell’Egeo, in Grecia, e poi sui Balcani. Cammino che ci porterebbe infine alla Turchia, il Medio Oriente, il nord Africa.
Aree del continente ove l’aria mite, persino calda in stati come Israele o la Giordania, ha confezionato scarti termici positivi di tutto rispetto. Si passa dai +2 del Nord Africa occidentale, ai 3-4 gradi della Grecia, dei Balcani meridionali, della Bulgaria e parte della Romania. Si vola verso i 5-6 sulla Turchia e le coste a sud del Mar Nero, per raggiungere picchi “eccezionali” in Medio Oriente: sino a 7-8 gradi di anomalia positiva.