Il 2005 è stato il primo o il secondo anno più caldo dall’inizio di sistematiche rilevazioni meteo (1880), i due principali enti americani che studiano i cambiamenti climatici, hanno infatti valutazioni lievemente difformi: per il NOAA esso si pone al secondo posto dietro il 1998, per la NASA al primo.
Se i dati di base utilizzati dai due enti sono identici, differenti sono i metodi di analisi. In particolare le elaborazioni effettuate con un nuovo algoritmo deputato a correggere meglio alcuni fattori che col tempo si sono modificati, quali la copertura spaziale delle stazioni meteo e i metodi di osservazione, promuove il 2005 ad anno più caldo della “storia meteorologica” (il metodo NASA dà maggior evidenza al caldo anomalo nella zona artica). Tuttavia le differenze col 1998 per entrambi i metodi di analisi risultano statisticamente irrilevanti.
Ciò che è rilevante, è il fatto che il 2005 sia stato caldo all’incirca quanto il 1998, anno che fu pesantemente condizionato dal più forte El Niño del XX secolo, fenomeno che, secondo gli studi NASA, incrementò le temperature globali di 0.2°C; inoltre tra i cinque anni più caldi dall’inizio delle rilevazioni troviamo, oltre al 1998, gli ultimi quattro.
Gli studi portati avanti dalla NASA evidenziano come a partire dagli anni ’70 le temperature globali abbiano fatto un balzo in avanti di 0.6°C. Secondo questi dati il Global Warming è fenomeno quasi interamente relativo agli ultimi 30 anni, le differenze tra le temperature attuali e quelle di inizio secolo scorso sono infatti di appena 0.8°C. In altri termini tra l’inizio del secolo scorso e gli anni ’70 il riscaldamento globale fu di soli 0.2°C.
Gli scienziati della NASA evidenziano anche come le aree che negli ultimi 50 anni hanno subito il maggior riscaldamento sono la Siberia, l’Alaska e la Penisola Antartica. Interessati da un forte riscaldamento sono stati anche gli oceani. Siccome queste aree sono scarsamente abitate e molto lontane dai maggiori centri urbani, risulta evidente per i climatologi, che il riscaldamento globale non è dovuto all’influenza dell’inquinamento nei grandi centri urbani, ovvero alle isole di calore cittadine.
Ad esempio, escludendo le zone oltre il 75° parallelo nord, anche per la NASA il 2005 risulta globalmente più freddo del 1998. Il 1998 fu molto caldo infatti nelle zone intertropicali, comprese tra il 23.6° parallelo nord e sud, quelle più pesantemente influenzate dal Niño. I ricercatori NASA ritengono anche che entro il 2007 dovrebbe riapparire il fenomeno del Niño (in realtà anche nei primi mesi del 2005 vi è stato un debole Niño) e che quando apparirà il record del 2005 verrà battuto.
Come detto le valutazioni del NOAA sono molto simili ma non identiche a quelle della NASA. Anche il NOAA evidenzia però come il riscaldamento globale abbia subito una forte accelerazione a partire dal 1976. Aggiunge inoltre un’analisi sui dati dei radiosondaggi, che evidenziano come nella media troposfera (tra gli 850 e i 300 hPa), il trend al riscaldamento è simile a quello della superficie terrestre e come il 2005 si conferma anche a queste quote il secondo più caldo, 0.71°C oltre la media del periodo 1961/90. I dati dei satelliti danno un quadro lievemente differente, limitando leggermente il riscaldamento globale rispetto ai dati di superficie e a quelli dei radisondaggi, ma concordando sul trend in atto.
Entreremo nei dettagli dell’andamento climatico del 2005 nel prossimo articolo.