La forza dell’Uragano Ike, pur declassata dalla 4° alla 1° categoria, non ha mancato di provocare effetti disastrosi sullo Stato Texano, grazie soprattutto alla notevole forza dei venti scatenati dalla tempesta.
Riguardo alle rilevazioni da parte delle stazioni di rilevamento meteorologiche “ufficiali”, notiamo come a Beaumont, le raffiche massime del vento abbiano raggiunto i 130 kmh, all’aeroporto di Huston i 93 kmh, a Lake Charles i 102 kmh, ma ad Huston sono state registrate raffiche oltre i 200 kmh sul grande grattacielo di JP Morgan Chase, ben più esposto alla forza dei venti grazie ai sui 305 metri di altezza, e dove il vento ha frantumato circa la metà delle finestre.
All’ultimo istante, un provvidenziale quanto imprevisto cambiamento di rotta del “nucleo” dell’Uragano, shiftato di oltre 20 miglia verso est, ha permesso di limitare i danni al centro di raffinazione del Petrolio situato nei pressi di Huston, in quanto la prevista grande “storm Surge” (la grande ondata di marea associata all’arrivo della tempesta), inizialmente prevista attorno ai 6 metri di altezza, è stata in realtà più bassa del previsto.
Questo ha limitato notevolmente i danni sul grande porto industriale di Huston, ma potrebbero passare comunque delle settimane prima che le raffinerie del petrolio possano tornare operative a pieno regime.
Ciò ha provocato anche un rapido innalzamento dei prezzi della benzina, in quanto qui viene lavorato quasi un quinto di tutto il petrolio statunitense.
Si stima, infatti, che la chiusura di 14 raffinerie texane, equivalga alla perdita, per l’economia statunitense, di 1,4 milioni di barili di petrolio al giorno.
Due piattaforme petrolifere sono state segnalate alla deriva in mare, a circa 100 miglia dalla costa della Louisiana.
Sono inoltre circa tre milioni i Texani rimasti privi di energia elettrica, anche a causa della caduta di alberi, case, automobili, spostate od abbattute dalla furia del vento.
Potrebbero anche in questo caso passare delle settimane prima che la fornitura di corrente possa tornare alla normalità.
Le piogge sono state più limitate del previsto: il massimo di piovosità è stato registrato infatti a Beaumont, con 61 mm di pioggia.
Con tutta questa violenza, appare quasi miracoloso che, al momento, vengano segnalate solo quattro vittime a causa della tempesta.
Ike, al momento, si trova nello Stato dell’Arkansas, con il suo nucleo principale oramai ridotto a semplice depressione extratropicale; è previsto il suo passaggio entro due giorni sopra la zona dei Grandi Laghi nord americani, per poi finire nuovamente in mare al largo delle coste canadesi, presa oramai dalle correnti occidentali delle medie latitudini.
Anche se oramai attenuatosi al ruolo di depressione, Ike sta però scaricando la sua umidità sulla parte centrale degli States, in particolare sulle Great Plains, fino alla zona dei Grandi Laghi.
Nelle ultime 24 ore sono infatti caduti 102,4 mm di pioggia a Springfields, 93,2 mm a Peoria, 99,3 mm a Chicago, 79,2 mm a South Bend.
Sono queste, al momento, le zone più a rischio per i possibili fenomeni alluvionali.