Splende il sole su gran parte d’Italia e gli ultimi vacanzieri si apprestano a prendere la prima “tintarella” stagionale, affollando mari e spiagge anche in virtu’ delle favorevoli condizioni atmosferiche e della scarsa intensità del moto ondoso.
Non sono pochi, comunque, coloro che, piu’ per superficialità che per ignoranza, sottovalutano i rischi a cui si va incontro sottoponendosi ad una prolungata esposizione ai raggi solari, alla continua ricerca della tanto desiderata abbronzatura estiva.
Ma quali sono i rischi? A quali accorgimenti preventivi ricorrere per proteggersi?
Ebbene, i raggi ultravioletti, che rappresentano soltanto l’1% dell’energia complessiva in arrivo, sono delle onde elettromagnetiche molto corte (10-400 nm), dunque ad altissima frequenza, e di conseguenza possiedono un elevato potenziale energetico che permette loro di penetrare nei tessuti attraverso l’epidermide risultando estremamente dannosi per tutti gli esseri viventi.
Fortunatamente quelli ad onde piu’ corte e dunque a piu’ elevato contenuto energetico (gli UVC e parte degli UVB) vengono assorbiti soprattutto in prossimità della stratopausa dall’ozono atmosferico che rappresenta, dunque, da questo punto di vista, una sorta di filtro protettivo.
Ma gli UVA e parte degli UVB (i diretti responsabili dello stimolo di secrezione della melanina e dunque dell’abbronzatura) riescono a raggiungere la superficie terrestre ed attaccare il nostro tessuto cutaneo.
La quantità di radiazione solare che giunge sul suolo del nostro pianeta varia da regione a regione.
Sono diversi i fattori che concorrono sulla disomogenea distribuzione degli UV.
In primis, incidono notevolmente le caratteristiche climatologiche del luogo: la concentrazione di UV, ad esempio, è massima in concomitanza con climi marini caldi e secchi, quali quelli delle coste dell’Europa meridionale e del Nord Africa.
Non secondari sono i fattori cosmici, siano essi astronomici o geografici: in primis l’inclinazione dei raggi solari (l’intensità della radiazione è massima ovviamente quando il Sole si trova allo zenit – praticamente sulla verticale – di un determinato luogo), l’altitudine (salendo di quota la radiazione ultravioletta aumenta considerevolmente d’intensità: del 12 % circa ogni 1000 m), l’ora del giorno (il 75% del totale della radiazione UV giunge tra le 9 e le 15) ed infine il tipo di suolo ed il rispettivo coefficiente di riflessione (la sabbia riflette le radiazioni UV, aumentando del 25% la loro intensità).
E’ inoltre piu’ che mai opportuno sfatare un insidioso luogo comune secondo il quale in acqua non ci si abbronza. Ebbene, dati alla mano, possiamo garantirvi che l’acqua, specie nei primi 40-50 cm di profondità dalla superficie, non costituisce una barriera con gli UV: il 40% delle radiazioni presenta la stessa intensità di quella registrata in superficie.
Ma per la determinazione di un apposito algoritmo in grado di quantificare la presunta quantità di raggi ultravioletti in arrivo sulla nostra superficie cutanea, ovvero l’UV index, è indispensabile anche l’intervento del meteorologo, sia in sede di analisi che di previsione.
Sostanzialmente sono due i parametri atmosferici di cui tener conto per la stima dell’UV index: la quantità di vapore acqueo nella colonna troposferica, e dunque la copertura nuvolosa prevista, e la concentrazione di ozono nella stratosfera che, come abbiamo avuto modo di evidenziare in precedenza, attraverso alcune reazioni chimiche rappresenta un efficace filtro alle radiazioni ultraviolette.
Per quanto concerne i legami tra lo stato del cielo e l’UV index possiamo quantificare in un buon 25% la riduzione della radiazione ultravioletta al suolo operata da un cielo nuvoloso e nel 60/70% con cielo molto nuvoloso.
In virtu’ delle considerazioni tecniche sopra esposte, rileviamo evidenti differenze nella distribuzione dell’UV index in Europa e soprattutto sul Mediterraneo. I valori oscillano dai 9/10 delle coste del Nord Africa ai 6/10 dell’Alto Adriatico.
Nei prossimi giorni, secondo le previsioni elaborate dal Met Office, complice il transito di una perturbazione atmosferica in arrivo dall’Atlantico, tali valori registreranno una generale flessione, assestandosi intorno ai 4-5/10 sul Nord Italia e 6-7/10 al Centro-Sud, su Sardegna e Sicilia.
Ciò significa, ad esempio, che nella giornata di Giovedì 5 Agosto, per evitare scottature, mentre sulla riviera romagnola sarà sufficiente sottoporsi ad un’esposizione ai raggi solari non superiore ai 35 minuti per un individuo dalle pelle chiara e ai 75 minuti per i “fototipi scuri”, in Costa Smeralda i tempi si ridurranno rispettivamente a 20 e 40 minuti.
Con quanto esposto non esortiamo i vacanzieri a disertare la spiagge o a rinunciare alla tintarella estiva, bensì intendiamo attirare la loro attenzione invitandoli a ricorrere alle opportune precauzioni (è in commercio una vastissima gamma di filtri protettivi per tutti i fototipi).
Del resto gli UV possiedono anche i loro aspetti positivi, dei poteri benefici, quali un notevole potere battericida ed una immediata stimolazione della produzione della vitamina, la cui carenza può comportare una serie di disturbi anche gravi, specie al sistema cutaneo.