Dall’inizio del 3 maggio, l’eruzione del vulcano Kīlauea ha distrutto decine di abitazioni, costretto le autorità ad evacuare centinaia di persone e inondato l’aria di diossido di zolfo. Dopo una breve pausa nell’attività vulcanica registrata tra lunedì sera e martedì mattina, due nuovi fronti hanno preso piede nella serata di martedì.
“Non è ancora finita”, ha dichiarato Janet Babb all’Hawaii News Now, geologa statunitense del Geological Survey. “C’è ancora molto magma e questo ci suggerisce che l’eruzione continuerà”.
Sono state emesse evacuazioni obbligatorie per la zona di Leilani Estates, nella Big Island, dove risiedono circa 1700 persone. Molti abitanti hanno già perso la casa e più precisamente 26 abitazioni totalmente distrutte più altre 10 strutture. Un numero che potrebbe chiaramente aumentare nei prossimi giorni.
L’eruzione è stata preceduta da centinaia di piccoli terremoti di magnitudo pari a 3 o inferiore. Ma nella giornata del venerdì 4 maggio ci sono state delle scosse anche più violente, addirittura nei pressi del vulcano è stata raggiunta una magnitudo di 6,9. Si è trattato del più forte terremoto dal 7.1 del 29 novembre 1975.