Un gran caldo continua ad interessare il sub-continente indiano, in cui è normale che il periodo tra la metà di aprile e i primi di giugno sia quello in cui si raggiungono i massimi termici annui, prima che inizi la stagione dei monsoni. Le temperature a 850 hpa superano i 30°C (e localmente i 35°C) nella regione, sede di una depressione termica, con valori pressori al suolo molto inferiori a 1000 hpa (circa 995 hpa nel Pakistan centrale, 990 più a nord, ai piedi delle grandi montagne).
La città di Jacobabad, non nuova a simili “imprese” (nei primi di giugno del 2003 toccò i 53°C), ha raggiunto il 19 maggio 2004 il ragguardevole valore di 51°C, 6°C in più della media delle massime di maggio, che è di 45°C.
Da rimarcare anche i 49°C di Sukkur, nella valle dell’Indo, poche decine di km a SE di Jacobabad, e i 50°C di Nawabshah, sempre nella piana dell’Indo, ma diverse centinaia di chilometri più a sud.
Avvicinandosi alle Foci dell’Indo, ovvero al Mare Arabico, il campo termico è stato meno estremo, con i 42°C di massima di Hyderabad e i 36°C di Karachi.
Tuttavia mentre a Nawabshah ai 49°C/50°C delle ore più calde corrispondeva un dew point (punto di rugiada) di 14°/15°C, a Karachi lo stesso era, con temperatura di 35°/36°C, intorno ai 25°C, a indicare un caldo molto più afoso nella grande metropoli posta alla Foce dell’Indo. Anche questo fa parte della “normalità climatica” della regione.