NUOVA FIAMMATA CALDA – Lo avevamo predetto da diversi giorni, quando tutta l’Italia era spazzata da venti freschi settentrionali, che le temperature sarebbero tornare a balzare verso l’alto a metà settimana e così puntualmente è avvenuto: quest’oggi la colonnina di mercurio ha subito diffusi rialzi un po’ su tutte le regioni, superando in molte località la soglia dei 35 gradi. I valori più alti si sono registrati tra le zone pianegginti emiliane, la Romagna e le Marche, dove si sono raggiunti anche picchi di 37-38 gradi sotto l’effetto del Garbino (il vento caldo in discesa dall’Appennino) che ha sfondato localmente anche in qualche area costiera. Temperature simili si sono avute anche sulle zone interne di Umbria e Lazio: si tratta comunque in generale di picchi inferiori alle ondate di caldo precedenti.
FLUSSO ATLANTICO MINACCIOSO – L’alta pressione delle Azzorre sta perdendo terreno e va arretrando verso ovest, facendo gradualmente diminuire la sua influenza in direzione del Mediterraneo Centrale: i flussi più caldi meridionali sull’Italia non sono altro che un segnale dell’abbassamento di latitudine del nastro delle correnti oceaniche, lungo le quali si muovono i sistemi frontali. Il canale perturbato interessa gran parte dell’Europa Centro-Occidentale (fatta eccezione per la Penisola Iberica), addossandosi fino ai confini alpini. Tutta la parte centrale e settentrionale del Continente risente dell’influenza di una vasta circolazione instabile-perturbata, il cui perno si trova collocato sulla Penisola Scandinava.
TEMPORALI SULL’ARCO ALPINO – Dopo molti giorni, l’Italia non appare più completamente scevra di nubi: l’indebolimento del campo barico per il momento si fa sentire solamente sul Settentrione dell’Italia, con qualche modesta frangia nuvolosa innocua di tipo alto e primi timidi addensamenti di nubi basse sulle coste liguri. Le zone settentrionali alpine sono le prime a risentire del progressivo cambiamento, dettato dalla discesa del flusso instabile atlantico: un fronte temporalesco, più attivo tra Svizzera ed Austria, tende a lambire le aree confinali soprattutto alto-atesini, dove nel corso della serata ci sono tutte le premesse per un’espansione più incisiva di questi temporali, sintomatici di un cambiamento che diverrà sempre più marcato.