La stagione invernale (quasi tutta) ed il primo scorcio di Marzo hanno visto il predominio di un Artic Oscillation costantemente su valori negativi. Rammentiamo che l’Artic Oscillation (o più semplicemente AO, abbreviato) misura il dislivello di pressione tra le alte latitudini polari (al di sopra dei 50° di latitudine) e le medie latitudini, quelle nelle quali rientra anche l’Italia.
In buona sostanza, un indice AO negativo riflette la presenza di aree anticicloniche in area artica, con conseguente indebolimento del Vortice Polare, contrapposto a maggiori ingerenze di bassa pressione alle medie latitudini. Una scarsa attività del Vortice Polare va peraltro a favorire quelle configurazioni bariche di blocco che accrescono non poco le potenzialità di discese fredde meridiane.
Quest’Inverno ha perfettamente riflesso la costanza di un Artic Oscillation negativo, con gli anticicloni polari che hanno costretto i lobi del Vortice Polare a stazionare a latitudini più basse del Circolo Polare Artico, influenzando così con il clima rigido diverse zone dell’Emisfero, compresa gran parte dell’Europa. La mappa in basso pone l’andamento dell’indice AO nell’ultimo periodo e possiamo notare come l’attuale fase neutrale o di debole positività (valori di 0,5/+1) rappresenta davvero un’autentica eccezione e quindi un elemento di novità rispetto allo scenario degli ultimi mesi.
Avvalorando la tendenza per il prossimo periodo dettata dalla previsione (forecast) dei cluster ENSM, sembra probabile un’ulteriore risalita dell’indice AO verso valori anche ampiamente positivi attorno ai +3, sebbene per il corso della terza decade gli scenari divengano più dispersivi e quindi maggiormente incerti.
La North-Atlantic Oscillation (NAO) è definita come il ramo atlantico della AO e tende a riassumere la differenza di pressione che lega il Ciclone d’Islanda all’Anticiclone delle Azzorre. Anche la NAO ha seguito un andamento tendenzialmente negativo nel corso dell’Inverno. Attualmente, la NAO resta ancora leggermente negativa ma sembra destinata ad andare verso un prossimo trend pressoché neutrale.
Un breve cenno anche all’indice PNA, conosciuto come Pacific North America, che misura sostanzialmente le risalite dell’anticiclone sulle Isole Aleutine (arcipelago in Alaska). La fase positiva (come quella dell’ultimo periodo) indica una forte risalita dell’Anticiclone in area Pacifica, viceversa la fase negativa registra bassi geopotenziali con saccature fredde. L’utilizzo di questo indice, per quanto riguarda le zone di nostro interesse, è strettamente legato all’andamento dell’indice NAO. Un PNA positivo, associato ad un indice NAO negativo, favorisce i corposi blocchi di alta pressione sul Vicino Atlantico, grazie alla maggiore spinta di trasporto delle corrente a getto in uscita della East Coast Americana. La previsione per il prossimo periodo vede i valori di PNA in abbassamento, altro elemento che non dovrebbe quindi favorire per il prossimo periodo l’insorgenza di blocchi anticiclonici oceanici tali da iniettare avvezioni fredde artiche particolarmente degne di nota verso l’Europa.