Masse d’aria fredda artiche discendono verso il Vecchio Continente, sfruttando il varco che si è aperto fra la struttura anticiclonica groenlandese ed un vasto vortice depressionario centrato sul Baltico. Una depressione secondaria resta attiva sui mari italiani: la ferita ciclonica mediterranea è pronta ad attrarre quel blocco d’aria sempre più gelida che sta avanzando dalle latitudini scandinave.
L’Italia è abbracciata dal bordo meridionale della vasta saccatura nord-europea, laddove vanno a scorrere masse d’aria ben meno rigide di quelle presenti alle alte latitudini. Tuttavia, l’afflusso d’aria fredda è in crescita, sebbene in gran parte bloccato dall’Arco Alpino: spifferi d’aria fredda riescono a penetrare verso l’Adriatico ed il contrasto con le tiepide acque marittime ha generato la formazione costante di nubi associate a rovesci e locali temporali, specie lungo la linea di costa fra Romagna e Marche.
Non stenta ad attenuarsi l’instabilità atmosferica nemmeno sul lato tirrenico, dal Basso Lazio fino alla Calabria, con rovesci intermittenti dovuti all’azione del flusso da ovest-nord/ovest richiamato nell’ambito di una configurazione ciclonica con minimo barico collocato sull’Adriatico Centrale. Tutto il Centro-Sud, compresa la Toscana, resta comunque influenzato da quest’azione ciclonica e i crescenti apporti freddi determinano spruzzate di neve a quote man mano più basse sui rilievi appenninici, anche quelli delle regioni meridionali.