Nella media e alta stratosfera boreale prevale una “wave2 pattern” conseguente all’intenso “split” del “polar vortex”, con sviluppo di un poderoso anticiclone stratosferico polare e di due minimi anormalmente deboli.
La scissione del VP è stata prodotta da frequenti disturbi meridiani del vortice polare e da elevato Eliassen-Palm (E-P) flux. Ora l'”E-P flux” è in attenuazione e questo fa ritenere che nel medio-lungo termine possano affievolirsi le attuali anomalie stratosferiche.
L’alta troposfera e la bassa stratosfera sono invece dominate da una circolazione emisferica a tre grandi onde planetarie particolarmente sviluppate. Di conseguenza, nella circolazione emisferica dell’emisfero settentrionale si manifestano ancora pronunciati “blocking”, anche se in misura minore rispetto ai giorni passati. Inoltre, le dinamiche stratosferiche stanno favorendo l’attenuazione ulteriore del blocco anticiclonico nord-atlantico, incoraggiando la formazione di un novello “blocking” nord-pacifico.
La circolazione emisferica risente anche, e in misura sempre maggiore, dei “forcing” di derivazione tropicale.
Nella fascia inter-tropicale, la MJO (“Madden Julian Oscillation”) è sempre di debole-moderata intensità e continua a migrare verso levante. Sta ora producendo un’intensificazione dell’attività convettiva sull’Africa e tende progressivamente a portarsi sull’anormalmente caldo Oceano Indiano, con conseguente intensificazione.
L’area di soppressione dell’attività convettiva è ora sull’Oceano Pacifico, dove si osserva una temporanea latitanza delle tempeste tropicali. Nell’Oceano Indiano, invece, l’approssimarsi della fase attiva dell’oscillazione intrastagionale tropicale MJO, rende sempre più elevato il rischio di cicloni tropicali a partire dal settore orientale di quell’Oceano. Il Madagascar sarà particolarmente esposto al rischio di “landfall” di tifoni, anche molto intensi.
Le dinamiche tropicali produrranno, già nel breve-medio termine, un’attenuazione dei “forcing” che inducono anticiclogenesi nell’area mediterranea. L’alta pressione sub-tropicale mediterranea è dunque destinata ad attenuarsi gradualmente mentre la grande onda planetaria europea, ancora parzialmente fusa con l’alta sub-tropicale, tenderà ad isolarsi alle alte latitudini nord-atlantiche e nord-europee (“cut-off” anticiclonico), tagliata alla base da un veloce flusso occidentale perturbato proveniente dagli “states” orientali nord-americani.
Gli intensi “westerlies” che investono le medie latitudini del Nord Atlantico avranno come bersaglio il Bacino del Mediterraneo dove alla stabilità anticiclonica si andranno sostituendo condizioni meteorologiche di “tipo inglese”.
L’ulteriore propagazione verso levante della MJO, in fase d’intensificazione, darà manforte all’onda planetaria in quota prodotta dal “forcing” orografico dell’Asia centrale. Di conseguenza, già nel breve termine, nella media e alta troposfera dovrebbe gonfiarsi ulteriormente il promontorio anticiclonico dell’Asia centrale, con temporaneo allungamento meridiano verso il settore siberiano dell’Artico.
Col passare dei giorni la spinta meridiana di quest’onda anticiclonica verrà osteggiata dall’approfondirsi di un grande vortice ciclonico in quota in sede artica. Il promontorio anticiclonico asiatico sarà costretto ad assumere caratteristiche di “blocking” ad onda lunga, contrassegnato da carattere estremamente baroclino alle alte latitudini. Così, la corrente a getto del fronte polare potrà attraversare liberamente la Siberia centro-settentrionale accoppiandosi poi sul Pacifico, al largo delle coste asiatiche, con il “jet stream” sub-tropicale proveniente da sud-ovest.
Il getto sub-tropicale, infatti, non essendo iniziato il monsone estivo, affonda ancora a sud dell’Himalaya, per poi riemergere a valle degli imponenti sistemi montuosi asiatici, puntando verso nord-est.
Le Rossby mobili entranti da ovest nel Pacifico tenderanno ad accelerare impedendo lo sviluppo di blocchi anticiclonici su Oceano Pacifico e Nord America.
Il flusso occidentale perturbato investirà soprattutto gli Stati Uniti dove sono previste copiose precipitazioni, particolarmente intense sugli “states” occidentali per fenomeni di “stau”. Notevoli ondate di maltempo potranno investire anche la “east coast” per fenomeni di confluenza tra i sistemi frontali che si muovono nel letto di correnti occidentali in quota e le correnti calde e umide provenienti dal Golfo del Messico e dall’Atlantico tropicale.
L’assenza di grandi e persistenti promontori anticiclonici nel comparto pacifico-americano incoraggerà lo sviluppo di un altro promontorio anticiclonico ad onda lunga o lunghissima nel comparto atlantico, in risonanza con l’onda planetaria asiatica. L’onda anticiclonica atlantica pulserà in senso meridiano, alimentando ad intermittenza cellule alto-pressorie isolate su Nord Atlantico e Scandinavia (“scandinavian pattern”).
Nella stagione primaverile, la presenza di “blocking” nord-atlantici o di “scandinavian pattern” si associa, in genere, a condizioni di tempo fresco e instabile sul Mediterraneo. Secondo le previsioni a lungo termine del modello GFS, comunque, col passare dei giorni l’instabilità in area mediterranea dovrebbe ridursi a causa della graduale traslazione verso levante dell’anticiclone atlantico, sotto la spinta di “westerlies” sempre più vigorosi che tenderanno a demolire ulteriormente i grandi blocchi che hanno dominato lo scenario nord-emisferico negli ultimi due mesi.