Nella seconda parte del Secolo XVI, il clima subisce un rapido deterioramento, in particolare nel corso delle stagioni più calde, Primavere ed Estati, che diventano spesso fredde e piovose, rovinando sovente i raccolti, e causando gravi carestie.
I ghiacciai alpini avanzano, seppellendo alcuni villaggi nel corso della loro discesa verso valle.
Ma compaiono anche alcune invernate di grande rigidezza, sull’Europa Occidentale ed anche sulla nostra Penisola.
Per quello che riguarda le Estati, il trentennio 1570-1600 è il peggiore, in particolare attorno alla fine del Secolo, mentre il periodo invernale più rigido sembra essere quello tra il 1565 ed il 1573.
In seguito, tutto il Seicento sarà caratterizzato da invernate molto rigide.
1543: Ricomincia la serie degli inverni rigidi.
Molta neve viene segnalata nella Francia Mediterranea, gli olivi sono uccisi dal gelo.
1546: Inverno moderatamente rigido in Europa.
1548: Un Gennaio rigidissimo, in Italia: gelano il Po, il Lago di Garda, viti ed olivi.
1550: Dicembre (1549): episodio severo di gelo della Laguna Veneta.
Muoiono gli alberi da frutto.
1557-58: 4 Dicembre 1557: gela il Rodano presso Arles. Inverno molto rigido.
1561: Gelo della Laguna Veneta.
1564-65: Passata la serie degli inverni miti, ed il temporaneo riscaldamento atmosferico, dovuto alla fine del minimo di Sporer, (1410-1520). il freddo torna a farla da padrone.
Questo inverno del 1565 risultò uno degli inverni più rigidi dell’intero millennio, ed inaugurò un periodo caratterizzato da stagioni invernali particolarmente fredde su tutto il nostro Continente.
Si può dire che iniziò così il periodo più freddo della Piccola Età dei Ghiacci, che si assume essere stati i trecento anni compresi tra il 1550 ed il 1850.
In Francia risultarono molto rigidi Dicembre e Gennaio, con il Rodano che gelò per ben 3 volte presso Arles.
In Inghilterra il gelo irruppe all’improvviso il giorno 21 Dicembre, provocando il rapido congelamento del Tamigi a Londra, fino alla notte del 03 Gennaio 1565.
Nella notte di Capodanno, vennero tenute grandi feste sul fiume gelato, con l’accensione di fuochi sulla superficie, ove venivano arrostiti animali, pecore e buoi.
In febbraio la grande durata del gelo e della neve ispirò il famoso pittore Pieter Brueghel il Vecchio a comporre il dipinto “Cacciatori nella neve”, ove si vedono persone che cacciano in un paesaggio fiammingo completamente innevato.
Questo quadro, è stato considerato il “simbolo” del periodo freddo denominato “Piccola Età dei Ghiacci”.
1568-69: A Dicembre gela il Rodano nella Francia Mediterranea.
Gela anche la Laguna Veneta.
1570-71: Molto rigidi Gennaio e Febbraio, gela il Rodano nella Francia Mediterranea.
1571-72: Inverno rigido, con gelo degli olivi nella Francia Mediterranea.
1572-73: Lungo e rigido inverno: gelano il Rodano, gli olivi, addirittura il mare nel porto di Marsiglia.
1586-87: Inverno rigido con olivi gelati.
1589-90: Di nuovo un inverno molto rigido, con il gelo del fiume Rodano nella Francia Mediterranea.
Durante questi gelidi anni ’80 del Cinquecento, il pack resta presente, in ogni estate, tra Groenlandia ed Islanda.
Le Estati sono invece caratterizzate da Anticicloni caldi stabili sulla Scandinavia, con crescite record degli alberi in Lapponia, mentre nel resto d’Europa dominano correnti da est fresche ed instabili, che rendono la stagione fredda, e le vendemmie disastrose e tardive.
1590-91: Inverno lungo e rigido in Europa.
1594-95: Un altro inverno “storico” per l’Europa mediterranea: gelano il Rodano, nella Francia mediterranea, e addirittura il mare nel porto di Marsiglia.
Gela anche la Laguna Veneta.
In Umbria la neve cade con poche interruzioni da Gennaio a Marzo.
1597-98: A Gubbio cade la neve il 21 Dicembre, e resta al suolo fino ai primi di marzo del 1598, continuando a nevicare sui monti fino a fine Aprile, con ulteriore nevicata a fine Agosto.
1599-1600: un altro inverno molto rigido, con la morte degli olivi nella Francia mediterranea.
Gli stoici olivicoltori francesi dovettero combattere contro questo ostilissimo clima invernale della fine del ‘500, per mantenere in atto i loro propositi di produzione d’olio.
Eppure, riuscirono nel loro intento, visto che la coltivazione dell’olivo proseguì, in Francia, per tutta la durata della Piccola Età dei Ghiacci (1550 – 1850 circa).
Durante questo rigido inverno, ghiacciano i fiumi anche nel Nord Italia.