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Gli effetti di 13 giorni di bora consecutivi sullo Javornik. Il giorno 15/01/06 salita fin sulla cima del rilievo sloveno.

di Stefano Zerauschek
18 Gen 2006 - 14:05
in Senza categoria
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immagine 1 del capitolo 1 del reportage gli effetti di 13 giorni di bora consecutivi sullo javornik La prima foto, scattata a 800m, dal versante meridionale della giogaia dello Javornik, evidenzia, verso nord, il limite dello Stau, La bora è soffiata su Trieste senza soluzione di continuità dalla sera del 2 gennaio alla serata del 15 gennaio 2005.

Le temperature sono andate diminuendo tanto che la media termica giornaliera del 15 gennaio è stata di soli 2°C.

Se Trieste è rimasta sotto il sole per quasi l’intero periodo, non così è stato sui rilievi del Carso sloveno interno dove detto vento assume connotati da Stau, cioè risalita delle correnti, dalle intrise pianure danubiane.

Questa risalita provoca, per raffreddamento, la condensazione in nubi (“cappello”) del vapor acqueo lungo le giogaie carsiche esposte.

Tale situazione, stanti temperature decisamente negative, porta alla solidificazione del vapor acqueo in cristalli di ghiaccio su tutte le superfici esposte al vento. L’accumulo, in 13 giorni di questo tempo, può essere anche poderoso come vedremo nelle ultime foto, scattate dalla cima dello Giavornico (Javornik, Selva di Hrusica, Slovenia), a quota 1265m.

Gli scatti sulla cima sono delle 15.00 del 15/01/06 con umidità del 100%, bora continua a 70km/h e temperatura di -9°C.

Da detti rilievi, lungo i versanti meridionali, la bora “in utero” precipita verso il Carso litoraneo ed il Golfo di Trieste assumendo connotati da “caduta” con maggior turbolenza (raffiche oltre i 100km/h, ma medie orarie inferiori), umidità inferiore e un modesto riscaldamento; modesto perchè la bora ha basso spessore e non raggiunge, quindi, gli effetti foehnizzanti estremi (surriscaldamento ed essicamento) dei venti settentrionali di caduta dalle Alpi sulla Pianura Padana occidentale.

immagine 2 del capitolo 1 del reportage gli effetti di 13 giorni di bora consecutivi sullo javornik Situazione simile 200m più in quota, ma con gli alberi già bianchi per degli “sfondamenti” dello Stau, soprattutto notturni, anche a meridione.

immagine 3 del capitolo 1 del reportage gli effetti di 13 giorni di bora consecutivi sullo javornik La Selva di Hrusica ne è interamente ricoperta, anche sui versanti meridionali, seppur in prossimità delle cime.

immagine 4 del capitolo 1 del reportage gli effetti di 13 giorni di bora consecutivi sullo javornik Il sole tende a scomparire proseguendo verso Nord e salendo di quota.

immagine 5 del capitolo 1 del reportage gli effetti di 13 giorni di bora consecutivi sullo javornik Ecco un esempio di galaverna di alcuni centimetri su un paletto di legno.

Foto di Stefano Zerauschek

Cerca per tag: meteo clima

Pubblicato da Stefano Zerauschek

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La prima foto, scattata a 800m, dal versante meridionale della giogaia dello Javornik, evidenzia, verso nord, il limite dello Stau, La bora è soffiata su Trieste senza soluzione di continuità dalla sera del 2 gennaio alla serata del 15 gennaio 2005. Le temperature sono andate diminuendo tanto che la media termica giornaliera del 15 gennaio è stata di soli 2°C. Se Trieste è rimasta sotto il sole per quasi l’intero periodo, non così è stato sui rilievi del Carso sloveno interno dove detto vento assume connotati da Stau, cioè risalita delle correnti, dalle intrise pianure danubiane. Questa risalita provoca, per raffreddamento, la condensazione in nubi (“cappello”) del vapor acqueo lungo le giogaie carsiche esposte. Tale situazione, stanti temperature decisamente negative, porta alla solidificazione del vapor acqueo in cristalli di ghiaccio su tutte le superfici esposte al vento. L’accumulo, in 13 giorni di questo tempo, può essere anche poderoso come vedremo nelle ultime foto, scattate dalla cima dello Giavornico (Javornik, Selva di Hrusica, Slovenia), a quota 1265m. Gli scatti sulla cima sono delle 15.00 del 15/01/06 con umidità del 100%, bora continua a 70km/h e temperatura di -9°C. Da detti rilievi, lungo i versanti meridionali, la bora “in utero” precipita verso il Carso litoraneo ed il Golfo di Trieste assumendo connotati da “caduta” con maggior turbolenza (raffiche oltre i 100km/h, ma medie orarie inferiori), umidità inferiore e un modesto riscaldamento; modesto perchè la bora ha basso spessore e non raggiunge, quindi, gli effetti foehnizzanti estremi (surriscaldamento ed essicamento) dei venti settentrionali di caduta dalle Alpi sulla Pianura Padana occidentale. Situazione simile 200m più in quota, ma con gli alberi già bianchi per degli “sfondamenti” dello Stau, soprattutto notturni, anche a meridione. La Selva di Hrusica ne è interamente ricoperta, anche sui versanti meridionali, seppur in prossimità delle cime. Il sole tende a scomparire proseguendo verso Nord e salendo di quota. Ecco un esempio di galaverna di alcuni centimetri su un paletto di legno. Foto di Stefano Zerauschek Cerca per tag: meteo clima Pubblicato da Stefano Zerauschek Inizio Pagina

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