Una terribile catastrofe naturale: il sisma che si è scatenato venerdì, pari ad una magnitudo di 8,9 gradi Richter, è stato il più violento in Giappone da quando esistono le rilevazioni sismiche e il quinto più forte dell’ultimo secolo. Grazie alle costruzioni antisismiche obbligatorie in tutto il Giappone, i crolli non sono stati numerosi, la gran parte delle vittime e dei danni è stata causata dallo tsunami.
Cos’è lo tsunami? Non è altro che un’onda anomala sviluppata nella maggior parte dei casi dallo sprigionamento dell’energia di un forte terremoto sottomarino. La parola tsunami è diventata di uso frequente in Italia a partire dal dicembre del 2004 (sostituendo il sinonimo precedentemente più utilizzato di maremoto), quando si verificò la tragedia di Sumatra, con l’onda da forte sisma che travolse le coste indonesiane, thailandesi, ma anche dell’India e dello Sri Lanka, facendo migliaia e migliaia di vittime.
L’onda di tsunami ha caratteristiche completamente differenti rispetto alle tipiche onde generate dai fenomeni atmosferici in mare o sull’Oceano. Uno tsunami si forma quando si sposta una grandissima massa d’acqua, coinvolgendo dunque i fondali, cosa che non accade con le onde create dal vento, le quali muovono solo l’acqua superficiale. La vera pericolosità di un’onda di tsunami non dipende quindi tanto dalla sua altezza (10 metri d’altezza d’altronde si verificano anche nelle onde da tempesta) quanto dall’essere un tipo d’onda lunga, avente cioè una lunghezza d’onda che può essere anche di diversi chilometri. La massa d’acqua trasportata da uno tsunami è così enorme da andare inevitabilmente ad abbattersi nell’entroterra costiero, travolgendo tutto senza ostacoli per chilometri laddove il terreno è basso e pianeggiante.
In genere, se vogliamo fare un confronto, le normali onde marine hanno lunghezze d’onda di pochi metri e una durata di solo qualche secondo, mentre le onde di uno tsunami hanno lunghezza, estensione e durata molto superiori a quelle delle normali onde marine. Solo l’altezza dei due tipi di onda può essere paragonabile, quindi non è quest’aspetto quello che costituisce la forza killer. D’altronde, un’onda di tsunami in pieno mare può essere quasi impercettibile pur viaggiando a velocità elevatissima, essendo alta solo pochi centimetri, mentre in prossimità delle coste l’attrito maggiore col fondo oceanico sottostante determina un aumento dell’altezza ed un lieve rallentamento, ovviamente non sufficiente ad evitare tragedie allorquando il fenomeno è molto marcato (in genere è proporzionale all’intensità del terremoto).