EVEREST NEI TEMPI DEL GLOBAL WARMING – La Catena dell’Himalaya è un po’ considerato come il “terzo polo” del nostro Pianeta: se l’Artico è in crisi e l’Antartide sembra godere di buona salute, come stanno invece i ghiacciai della vetta del mondo? Negli ultimi anni sono stati espressi in merito dati contrastanti, fra i ricercatori che evidenziano la diminuzione dei ghiacciai (in linea con quanto accade quasi ovunque) ed altri che invece indicano un aumento di spessore, perlomeno in alcune aree della catena montuosa himalayana. Un team italiano, composto da esperti del CNR (Brugherio), della Università di Milano e dell’Ev-K2-CNR, ha concentrato le sue ricerche soprattutto sul Parco Nazionale del Sagarmatha, una delle porzioni dell’Himalaya su cui maggiormente si dibatte relativamente allo stato dei ghiacciai. I risultati indicano che anche in questa zona, negli ultimi 50 anni, ci sarebbe stato un arretramento dei ghiacciai.
GHIACCIAI, SI E’ PERSO IL 13 PERCENTO – I ricercatori italiani, per giungere al dato che mostra la ritirata dei ghiacci, hanno studiato ed analizzato rilievi cartografici ed immagini satellitari sulla storia glaciale dell’Everest dal 1950 ad oggi ed hanno rimarcato nel complesso un ritiro medio di 400 metri dei ghiacciai a partire dal 1962, che corrisponde ad una riduzione del 13%. Questo sarebbe l’esame più lungo ed approfondito delle variazioni dei ghiacciai che compongono il Monte Everest, spiegano gli autori. Inoltre, si è approfondito l’andamento delle temperature e delle precipitazioni atmosferiche a partire dagli anni ’90: si evidenzia un riscaldamento di 0.6°C, a fronte di minori precipitazioni nei mesi pre-monsonici ed invernali negli ultimi venti anni. In virtù di queste analisi, il limite delle nevicate è risalito in media di 180 metri. I risultati della ricerca sono poco incoraggianti per la popolazione che vive ai bordi della catena montuosa e che vive grazie all’acqua dei ghiacciai.
EVEREST A NUMERO CHIUSO? – La diminuzione dei ghiacciai non preoccupa ancora troppo, nel senso che il loro arretramento è relativamente lento, trattandosi di ghiacciai particolarmente voluminosi. Per la tutela ambientale della zona, il governo nepalese si avvia però ad adottare numerosi provvedimenti per evitare che l’affollamento di alpinisti possa crear danno: si sono appena celebrati i 60 anni dalla prima ascensione sull’Everest, con un numero record di spedizioni e presenze. Tra le misure restrittive allo studio per l’immediato futuro da parte del governo del Nepal, ci sono permessi più cari, numero limitato di spedizioni, obbligo di corsi o precedente esperienza su altri colossi da 8000 metri. Provvedimenti che hanno l’intento non solo di tutelare l’Everest, ma anche la sicurezza dati i frequenti incidenti e vittime. Queste le novità che non faranno certo piacere agli alpinisti amanti dell’Everest o coloro che vorranno tentarne la scalata.