Se il gelo ha imperversato in Europa in quest’ultima parte d’inverno, situazione ben diversa si è invece avuta nell’Artico. Di recente, lo scorso 17 marzo, l’estensione dei ghiacci marini nell’Artico ha toccato l’apice stagionale con una superficie di circa 14,48 milioni di chilometri quadrati, secondo i dati NSIDC.
Tale valore, di oltre un milione di chilometri quadrati sotto la media 1981-2010, è il secondo più basso da quando viene monitorato con i satelliti l’andamento dei ghiacci, ovvero dal 1979. Solo il 2017 è andato peggio, quando l’estensione massima risultò di circa 60 mila chilometri quadrati in meno.
Si conferma il trend negativo degli ultimi anni: infatti il 2018 si posiziona al secondo posto della classifica delle annate invernali peggiori, dietro solo al 2017 e di poco davanti al 2015, al 2016 e alle annate del 2011 e 2006.
Quest’anno la massima estensione si è raggiunta con circa 5 giorni di ritardo rispetto alla media 1981/2010. I deficit di ghiaccio più rilevanti hanno riguardato soprattutto il Mare di Bering e la porzione atlantica del Mare di Barents.