Resta sempre molto sottomedia l’estensione dei ghiacci artici, che tuttavia nelle ultime settimane ha parzialmente risalito la china, portandosi attualmente attorno agli 11 milioni di chilometri quadrati. Nella prima parte di dicembre la calotta polare è cresciuta un po’ di più in proporzione alle annate peggiori (2007 e 2010, almeno con riferimento a questo periodo), mentre in questi ultimissimi giorni si è avuto un rallentamento, da valutare se solo temporaneo. Nel grafico (fonte nsidc.org) vediamo un raffronto dell’estensione media dei ghiacci attuale rispetto a quella del 2007, l’anno che deteneva il precedente primato del minimo storico toccato dai ghiacci a settembre.
Le fluttuazioni di questo periodo non rappresentano comunque il vero stato di salute complessivo della calotta artica: il fatto fondamentale è che l’ultimo anno è stato tragico, con una perdita dei ghiacci ben superiore alle temperatura. Non si può trascurare il feeback sulla temperatura derivanti dalla minore superficie ghiacciata: si modifica infatti in questo modo l’effetto albedo con la superficie del mare (più scura di quella ghiacciai) che assorbe una maggiore percentuale di radiazione solare, determinando un inevitabile riscaldamento con ripercussioni anche sull’atmosfera.