Situazione Sull’Italia la pressione in quota è in diminuzione, per il ritiro dall’area mediterranea del forte campo anticiclonico che fino a ieri aveva garantito tempo stabile e mite, provocando però anche diffuse situazioni nebbiose sulla nostra penisola.
La causa di questo cambiamento va ricercato nell’espansione verso nord di un promontorio anticiclonico e nella conseguente spinta in senso opposto di una saccatura fredda, originata da un vortice posizionato sulla Finlandia.
E analizzando la situazione su scala europea, si vede chiaramente questa tendenza, con uno stretto ma efficace ponte anticiclonico che si sviluppa in direzione della Groenlandia e che scinde in due porzioni la circolazione perturbata delle alte latitudini; da tale movimento trae appunto origine il vortice di aria artica che tende ad allungarsi verso l’Europa dell’est ed il Mediterraneo orientale.
Nelle linee generali, pur con le consuete correzioni, si sta realizzando quello che da molti giorni ipotizzava il modello americano, cioè una configurazione incline ad intensi scambi meridiani, con una discesa fredda che avrà come obiettivo principale l’est europeo, ma con possibili regressioni anche verso il sud del nostro paese.
Per ora l’Italia è ancora parzialmente protetta da una cellula di alta pressione con massimi oltre i 1030 hPa sulla Francia; ma la curvatura del geopotenziale sta “virando” verso il ciclonico, specie al sud e lungo le regioni adriatiche: una tendenza che, almeno localmente, potrebbe dare un po’ di lustro ad un inverno sin qui decisamente anonimo.
Evoluzione a 72 ore Nel corso dei prossimi tre giorni l’asse dell’alta pressione ruoterà gradualmente in senso orario; si scioglierà così il ponte anticiclonico proteso verso la Groenlandia ed un promontorio si svilupperà in direzione del Mar di Norvegia.
Quale diretta conseguenza, una saccatura andrà approfondendosi su est Europa, scendendo poi verso il Mediterraneo orientale. La colata relativamente fredda, oggi appena accennata, nella giornata di domani si intensificherà, arrecando in quota una generale diminuzione delle temperature anche sul nostro paese.
Il sud e le regioni adriatiche saranno senz’altro le più esposte all’azione fredda, che tuttavia pare piuttosto marginale. A differenza delle precedenti emissioni, l’attuale analisi evidenzia infatti uno spostamento verso est dell’intero complesso barico, con una maggiore presenza del campo di alte pressioni sull’area mediterranea.
Ciò, rispetto alle precedenti stime, oltre a limitare il raffreddamento sull’Italia, causerà pure un ridimensionamento dell’instabilità, che andrà a colpire essenzialmente il versante ionico, con effetti scarsi o al più moderati.
Nella giornata di domenica l’asse anticiclonico si inclinerà ancora di qualche grado, invadendo con maggiore decisione le regioni centro-settentrionali. Aria fredda continuerà invece ad interessare le regioni del sud ed il medio Adriatico, ma ancora con scarsi fenomeni.
Nel nord dell’Atlantico andrà intanto approfondendosi una nuova depressione che con il suo minimo di 950 hPa raggiungerà l’Islanda. Tale vortice, particolarmente vigoroso, concorrerà a far acquisire nuovamente alla circolazione generale una componente zonale, con aria mite in incipiente ingresso nell’area mediterranea.
Tendenza a 72-168 ore Il vortice freddo, che lunedì 17 troveremo ancora in azione fra lo Ionio ed il Mediterraneo orientale, sotto la spinta della nuova onda anticiclonica tenderà ad abbandonare definitivamente lo scenario italiano. Ad inizio settimana potrà pertanto dirsi concluso questo primo episodio relativamente freddo.
La tendenza sarà per un temporaneo consolidamento dell’alta oceanica, con temperature in aumento su tutta Italia, ma con residue sacche di freddo sulle regioni meridionali.
Martedì 18 l’Europa sarà ancora interessata da una circolazione zonale alta: all’influenza incisiva del vortice polare (960 sul Mar di Norvegia) su Europa centro-settentrionale ed isole britanniche, si contrapporrà infatti l’azione stabilizzante di una cintura anticiclonica con massimi al largo delle coste franco-ispaniche (580 gpdam) e distesa lungo i paralleli sino al bacino centro-occidentale del Mediterraneo.
Tale equilibrio inizierà a vacillare a partire da mercoledì 19, quando il profondo vortice del nord Europa, vero ago della bilancia delle configurazioni in gioco su scala continentale, inizierà una traslazione verso la Scandinavia.
Un promontorio dinamico si estenderà allora dall’Africa verso il nord Atlantico, mentre il geopotenziale sul Mediterraneo accuserà un nuovo calo. L’Italia verrà così interessata da una veloce corrente nord-occidentale, non fredda, ideale linea di demarcazione fra la massa calda anticiclonica presente in Atlantico ed il vortice freddo, che frattanto avrà guadagnato la Russia, abbassandosi di latitudine.
Giovedì 20, l’ulteriore flessione del geopotenziale sull’Italia farà abbassare di latitudine il flusso relativamente freddo del nord Europa ma, ad esclusione di una lieve diminuzione delle temperature, non sono previsti particolari cambiamenti ad una circolazione che sul nostro paese continuerà a mantenere una componente nord-occidentale.
Riflessioni di lungo termine e conclusioni La tendenza nei giorni successivi sarà per un ulteriore abbassamento di latitudine del flusso freddo, con l’instaurazione di una circolazione meridiana che potrebbe produrre qualche effetto anche sull’Italia.
Gli scenari sono però ancora piuttosto confusi e già a media scadenza si fatica non poco ad individuare una linea di tendenza ben definita.
Facciamo solamente notare che il modello GFS, per il la lungo termine, da più giorni insiste nel vedere un indebolimento del vortice polare, con “generose” pulsazioni dinamiche verso le latitudini artiche. Ciò potrebbe significare l’apertura di un periodo freddo anche per la nostra penisola.
Ma la vera incognita è rappresentata dalla probabile “scomoda” presenza del vortice polare in sede nord atlantica, figura che sino ad oggi ha sempre saputo dare il meglio di sé. Una robusta circolazione depressionaria sull’alto oceano determinerebbe l’indebolimento delle eventuali spinte dinamiche atlantiche ed uno spostamento verso est dell’onda anticiclonica. Le conseguenze per l’Italia? Tempo stabile, mite in quota e nebbioso al piano, ma soprattutto la presenza di uno scenario che potrebbe rivelarsi davvero poco evolutivo.
In definitiva, la tentazione di lasciarsi andare con troppa enfasi a commentare gli “esagerati” scenari proposti da GFS è sempre presente; non dimentichiamo però che l’area mediterranea per sua natura mal si presta ad interpretazioni “estreme” dei run di lungo termine.
È pertanto necessario accostarsi alla lettura del più “pericoloso” tra i modelli, con una buona dose di prudenza, senza per questo evitare di esprimere le proprie considerazioni sul lungo termine, ma mitigandole necessariamente con un po’ di buon senso.