Situazione Dopo il transito di una debole ansa depressionaria, peraltro priva di effetti rilevanti sulle nostre regioni, la pressione torna ad aumentare sul bacino del Mediterraneo, assicurando un lungo periodo di tempo stabile e mite.
Stamani la figura anticiclonica presenta i suoi massimi sulla penisola iberica (1035 hPa, 584 gpdam), ma l’asse del promontorio tende a spostarsi verso levante. Più a nord il vivace flusso atlantico, pilotato dal vortice polare, convoglia diversi sistemi perturbati sull’Europa centrale, in un contesto climatico che continua a mantenersi estremamente mite, localmente anche alle latitudini artiche.
Il quadro termico di oggi è davvero deludente per chi ama il freddo: tutta la parte centro-occidentale del nostro continente presenta infatti valori superiori allo zero alla quota di 850 hPa.
E l’andamento delle temperature al suolo riflette il clima particolarmente dolce che si respira nella libera atmosfera: molte località europee registrano infatti valori mattutini abbondantemente sopra lo zero. Fanno eccezione a questa regola tutte quelle località interessate da inversione termica: è il caso, ad esempio, delle regioni padane, dove di notte le temperature riescono a scendere sotto lo zero e la nebbia, localmente, mantiene bassi anche i valori diurni.
Evoluzione a 72 ore Non c’è molto da dire sul tempo dei prossimi tre giorni; l’alta mediterranea sposterà progressivamente il suo baricentro sul basso Tirreno, garantendo tempo mite e stabile, ma anche nebbie in intensificazione, nonché nubi basse.
Nel resto d’Europa si farà sentire ancora prepotentemente l’azione del vortice polare, con intense perturbazioni atlantiche e forti venti di provenienza occidentale.
Nessuna novità, dunque, nel breve termine, ad esclusione di un debole e temporaneo cedimento della struttura di alta sulle regioni del nord, che tra domani e domenica favorirà l’infiltrazione di un soffio d’aria atlantica: davvero poca cosa per colpire significativamente il consolidato trend anticiclonico. E infatti domenica sera i geopotenziali torneranno nuovamente a salire, allontanando, se mai ce ne fosse stato bisogno, ogni pericolo dalla sede mediterranea.
Tendenza a 72-168 ore Le giornate di lunedì e martedì prossimi vedranno la persistenza del regime anticiclonico sulle nostre regioni: un campo di pressione livellato abbraccerà tutto il bacino del Mediterraneo, con valori barici ovunque attestati attorno a 1030 hPa.
Sul nord Africa il geopotenziale inizierà però a manifestare un progressivo calo, mentre più a nord l’attività del vortice polare accuserà un progressivo rallentamento.
Lo strappo alla matrice anticiclonica, che avrà luogo alle basse latitudini mediterranee, mercoledì 12 gennaio si propagherà verso le nostre regioni, generando una debole saccatura, pur in un contesto di pressioni che al suolo si manterranno ancora elevate. Nel contempo, approfittando della fase di stanca del vortice polare, una cellula di alta pressione dall’Atlantico si spingerà verso il Regno Unito, convogliando così la discesa di un flusso fresco che marginalmente interesserà anche le nostre regioni.
Giovedì 13 gennaio il centro anticiclonico si sposterà sull’Europa centrale, favorendo la prosecuzione del flusso fresco sull’Italia. Alle alte latitudini si assisterà invece all’affondo di una profonda depressione sulla Russia artica, espressione di una componente del vortice polare, in questa fase soggetto ad una parziale scissione.
Riflessioni di lungo termine e conclusioni Il cambio circolatorio previsto per metà mese non sembra tuttavia influire più di tanto sul clima mediterraneo: dal giorno 14, infatti, un’area di alte pressioni tornerà ad impadronirsi della regione mediterranea, pur con caratteristiche più fredde dell’attuale regime subtropicale.
A nord assisteremo ad un nuovo compattamento del vortice polare che fra il 16 e il 17 gennaio genererà una profonda depressione sul Mar di Norvegia (955 hPa, 492 gpdam).
Stando alle attuali elaborazioni, per vedere qualche nuovo significativo cambiamento, dovremmo attendere almeno sino al 18 gennaio, quando una nuova espansione dinamica sul vicino Atlantico innescherà un vivace flusso nord-occidentale sulle nostre regioni.
Come sempre, l’andamento estremamente caotico dei vari cluster previsionali del modello Ens, suggerisce un’estrema prudenza sulle visioni future: qualche segnale di inversione rispetto alla tendenza attuale effettivamente sembra probabile per il medio termine; non è detto però che tale trend si consolidi a più lunga scadenza.
Un suggerimento che rimane sempre valido è quello di seguire i nostri prossimi aggiornamenti.