Viene risucchiata sull’Est europeo l’area ciclonica responsabile dell’ingresso diretto in area mediterranea e sulla nostra Penisola di fredde e instabili correnti di estrazione artico-marittima. Termiche in generale rapida ripresa, residui fenomeni instabili al Centro-Sud.
Vortice Polare più attivo sul nord Atlantico e alta pressione sub-tropicale oceanica ora costretta ad un’azione per paralleli. Alta oceanica che tenta di spanciarsi in ambito mediterraneo, con risultati più evidenti su Penisola Iberica e area balearica, e fresco flusso vorticoso polare che continua ad affluire sulla nostra Penisola con direttrice nord ovest – sud est. Questo anche grazie ad un’ondulazione ciclonica in queste ore più stretta sull’Italia peninsulare, con minimo sottovento sull’alto Tirreno, che ci tiene ancorati a dinamiche nord atlantiche.
E dopo l’aumento delle termiche di cui sopra, tale ondulazione ciclonica causerà un nuovo e parziale abbassamento delle termiche nella bassa troposfera, specie su medio e alto Adriatico e Triveneto, dove tra questa notte e le prime ore di domani, mercoledì, sarà possibile imbattersi in valori di -3°C/-4°C all’altezza geopotenziale di 850 hPa (1500 metri circa).
Nella serata-notte di domani, si farà più pressante l’azione nord atlantica in area mediterranea, approfittando di una gobba dell’alta azzorriana appena più pronunciata a largo delle coste spagnole e portoghesi.
Un cavo d’onda più incisivo, appartenente alle dinamiche cicloniche anglo-scandinave, si tufferà dal Golfo del Leone andando idealmente a tagliare le nostre regioni centrali. Si andrà scavando un minimo pressorio in corrispondenza della Liguria e del basso Piemonte (sia la suolo che in quota) e le sostenute correnti occidentali nella bassa troposfera (più libecciose al suolo), favoriranno maggiori precipitazioni sui versanti tirrenici esposti.
Tale minimo barico fungerà poi da perno per un nuovo ingresso in area mediterranea di nuova aria piuttosto fredda nord atlantica.
Il suo lento incedere verso il comparto tirrenico centro-meridionale, trascinerà dalla bocca del Rodano una sacca d’aria molto fredda (-28°C all’altezza geopotenziale di 500 hPa, 5500 metri circa) che, dopo aver interessato nelle prime ore di giovedì la Sardegna, seguirà dapprima le sorti del minimo prima di esaurire la sua energia nelle ore notturne sul comparto ionico calabrese.
Sempre nelle prime ore del giorno, sulla Sardegna si tufferanno termiche a 850 hPa pari a 0°C/-1°C (trascinate da forti correnti di maestrale sia nella bassa troposfera che a livello del mare), le quali andranno, nel corso della giornata, a interessare la Sicilia settentrionale e i rilievi del basso settore tirrenico.
Nelle prime ore di venerdì, l’area ciclonica insisterà ancora sulla Penisola, minimo in prossimità del Golfo di Taranto e instabilità diffusa su regioni centro-meridionali e comparto adriatico. Probabili precipitazioni anche sulla Liguria e in area padana.
Curioso notare come sul Mediterraneo occidentale e sulla Sardegna (-18°C a 500 hPa ) vi sia un evidente incremento delle termiche e dei geopotenziali in quota, a fronte di una sacca d’aria fredda dalle cilindriche sembianze (valori pari a -26°C a 500 hPa) che continua a insistere sull’Italia peninsulare.
Nelle ore serali di venerdì e nelle prime ore di sabato, si incrementerà il flusso zonale sul bordo settentrionale dell’alta oceanica dinamica in convinta trasferta in area mediterranea, causa del taglio netto a metà strada circa (cut-off) della saccatura nord-atlantica in azione ormai da qualche giorno sulla Penisola.
Nelle ore centrali di sabato, allontanamento dell’area ciclonica verso l’Egeo e tempo che va ristabilendosi anche sulle estreme regioni meridionali. Aumento della pressione e dei geopotenziali in quota sul comparto centro-occidentale mediterraneo e sulla Penisola.
Quale evoluzione?
Il medio termine secondo il modello americano
Probabile nuovo ingresso sulla Penisola di una saccatura atlantica (tra lunedì e martedì 1 Aprile) con relativa rinfrescata delle termiche sia nella media che nella bassa troposfera.
Ciò grazie ad un alta oceanica mai doma, la quale non si piega allo strapotere dell’attività vorticosa polare in pieno oceano e tenta anzi, con le sue repentine erezioni, di puntare dritto verso le Isole Britanniche e la porzione meridionale scandinava.
Vedremo se l’alta oceanica permetterà un’ondulazione meridiana fredda che interessi pienamente la nostra Penisola o se risulterà figura così ingombrante da determinare inevitabilmente un est-shift dell’azione nord-europea.
Il lungo termine secondo il modello americano
Ancora scambi di calore meridiani a rinfrescare l’incalzante primavera mediterranea.
Ma come al solito, abbiam bisogno di ulteriori aggiornamenti per tracciare una verosimile linea di tendenza.
Ci ritorneremo.