Situazione Dalla spinta dell’anticiclone della Azzorre verso le alte latitudini atlantiche sta traendo origine una consistente discesa d’aria fredda di matrice artica, associata ad una profonda circolazione depressionaria che proprio ora si accinge ad invadere il bacino del Mediterraneo.
In quota la pressione ha fatto registrare una sensibile diminuzione nelle ultime ore ed i geopotenziali si sono portati su valori davvero notevoli per l’area mediterranea (tra 520 e 552 gpdam i livelli osservati stamani sul nostro paese); anche al suolo sono presenti valori barici abbastanza bassi: stamani si toccano i 990 hPa sul medio Adriatico, e la pressione, come vedremo, sarà destinata a scendere ulteriormente, quando il minimo raggiungerà le regioni meridionali italiane.
Intanto correnti fredde hanno varcato la porta del Rodano e, per la loro natura particolarmente rigida, stanno determinando condizioni di instabilità sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo.
Nella libera atmosfera è già iniziato il sensibile calo termico che ha rimosso i tepori di questi ultimi giorni: alla quota di 850 hPa (1240-1320 metri) l’isoterma -5 °C ha raggiunto l’arco alpino, mentre più ad ovest, lungo il canale preferenziale di questa discesa fredda, la stessa isoterma ha sfondato nel Mediterraneo in prossimità del Golfo del Lenone, ed ha varcato i Pirenei.
Al suolo è ancora un po’ presto per rilevare gli effetti termici del nuovo regime artico, ma sarà sufficiente attendere qualche giorno per poter vedere la trasmissione del freddo anche agli strati più bassi, freddo veicolato da una corrente che, con il passare dei giorni, acquisirà una crescente componente continentale, grazie all’influenza del robusto anticiclone russo, in congiunzione con quello atlantico.
Evoluzione a 72 ore Il trend dei prossimi tre giorni vedrà l’Italia influenzata da una saccatura del vortice polare che gradualmente abbraccerà tutto il Mediterraneo, sfondando sul nord Africa.
Il peggioramento avrà inizio nella giornata odierna ed in una prima fase interesserà la fascia tirrenica centro-meridionale e quasi tutto l’Adriatico.
Successivamente le condizioni perturbate dovrebbero interessare maggiormente il sud della nostra penisola e le regioni del medio Adriatico, in concomitanza alla formazione di un minimo depressionario (980 hPa) che tra questa sera e domani dovrebbe posizionarsi sulla Puglia.
In quota rileveremo la presenza di un nocciolo piuttosto freddo (-35 °C a 500 hpa, 520 gpdam), esteso dalla Polonia alle regioni meridionali italiane; e sarà proprio dall’interazione fra il vortice freddo in quota e la depressione al suolo che trarranno origine gli episodi di instabilità, diffusi un po’ su tutto il centro-sud fra oggi e domani.
La giornata di mercoledì vedrà la parziale attenuazione dell’azione fredda legata al vortice artico, anche se residue manifestazioni di instabilità potranno interessare i mari meridionali italiani. La depressione fredda porterà il suo baricentro verso i Balcani e l’Egeo, mentre più a nord si costituirà un poste anticiclonico fra l’alta atlantica ed un lembo dell’anticiclone russo, in estensione verso i paesi scandinavi.
Tale legame causerà una discesa fredda più consistente verso le nostre regioni, creando il giusto terreno per una sensibile diminuzione delle temperature anche al suolo.
Tendenza a 72-168 ore A partire da giovedì 17 l’intero sistema depressionario manifesterà una più evidente attenuazione sulle nostre regioni: il vortice in quota si esaurirà quasi completamente, pur continuando ad esplicare una residua azione instabile sui nostri mari, specie al sud della nostra penisola.
Frattanto il ponte russo-atlantico tenderà ad aprirsi ed un’onda anticiclonica di matrice oceanica proverà ad invadere il bacino occidentale del Mediterraneo.
Fra venerdì 18 e sabato 19 i residui effetti della circolazione fredda potranno produrre ancora qualche fenomeno sulle estreme regioni meridionali; ma la tendenza, seppur temporanea, sarà per un generale ristabilirsi delle condizioni del tempo, con un rialzo termico che in quota potrà risultare localmente sensibile.
L’influenza anticiclonica sulle nostre regioni sarà tuttavia di breve durata: già dalla serata di sabato si potrebbe infatti assistere ad un nuovo ritiro della cellula di alta pressione e ad un suo contestuale allungo verso la Groenlandia. Il rinforzo del campo barico al suolo in prossimità della Nuova Zemlja spingerà poi verso l’Europa centrale un nuovo vortice colmo di aria artica.
La giornata di domenica vedrà così un progressivo calo della pressione atmosferica sulle nostre regioni, mentre il pesante nocciolo freddo si posizionerà con asse NE-SO dalla Russia alla Francia.
Aria fredda inizierà a fluire lungo il bordo nord di detta circolazione, portandosi su, Scandinavia, Europa centrale ed isole britanniche; un richiamo più mite scorrerà invece sulle nostre regioni settentrionali, mentre una vasta perturbazione si posizionerà appena a nord dell’arco alpino, estendendosi dalla Francia alla Bielorussia.
Riflessioni di lungo termine e conclusioni L’inizio della prossima settimana (21-22 febbraIo) potrebbe vedere il ritorno delle precipitazioni sulle regioni del nord: la persistenza dell’azione fredda sul centro Europa potrebbe infatti fungere da richiamo per correnti umide meridionali, con l’ingresso di sistemi perturbati anche nell’area mediterranea.
Alle latitudini settentrionali insisterebbe invece l’azione molto fredda di una cellula anticiclonica estesa dalla Groenlandia alla Russia artica.
Nei giorni successivi (23-27 febbraio) la circolazione fredda presente nel centro Europa sembrerebbe prendere la via dell’Atlantico, subendo una forte spinta retrograda. Il Mediterraneo diverrebbe così teatro di una repentina rimonta dinamica, con un flusso d’aria subtropicale pronto ad invadere la nostra penisola e l’Europa centro-occidentale.
Su quest’ultima tendenza, accennata più che altro per dovere di cronaca, sarà però necessario ritornare fra qualche giorno; al momento la bassa predicibilità dell’evento non garantisce la formulazione di una previsione accurata, neppure a livello di linee di tendenza.
Tornando agli eventi di scadenza più prossima, poniamo ancora una volta l’attenzione sulla nuova irruzione di aria artica, in procinto di interessare il nostro paese; ebbene, dal punto di vista termico occorre sottolineare che non ci troveremo di fronte a nulla di sensazionale: il freddo corridoio che si aprirà dalla Russia alle latitudini mediterranee avrà forse un’estensione rilevante, ma le temperature che si raggiungeranno sul centro Europa e sull’Italia non sembrano particolarmente rigide, almeno alla luce delle proiezioni odierne.
Con ciò non si vuole sminuire l’entità di questo terzo evento freddo invernale, ma soltanto evidenziarne la reale portata. Nessun sensazionalismo dunque, ma solo un’analisi realistica su di un episodio di fine inverno che porterà nuova neve a quote molto basse sulle regioni centro-meridionali, lasciando ancora a secco, almeno in una prima fase, il nord.
Le speranze per il ritorno di precipitazioni sulle regioni settentrionali sono legate all’eventuale innesco di un flusso più mite, richiamato da un vortice freddo che la prossima settimana si porterà sul centro Europa: una tendenza di difficile lettura, alla luce delle conoscenze attuali, che potrebbe portare ad un evento perturbato di una certa rilevanza, ma che potrebbe anche risolversi nell’ennesimo “nulla di fatto” di questo secco inverno padano.