Siamo abituati a definire autorigeneranti certi sistemi temporaleschi che a causa di particolari e favorevoli condizioni si autoalimentano della propria stessa energia causando, talvolta, devastanti alluvioni.
Ma oggi possiamo ben definire allo stesso modo questo enorme anticiclone, che secondo l’ultimo run del modello matematico GFS sembra non avere fine. Eccolo nel momento della sua genesi, fra due giorni.
Lo ritroviamo due giorno dopo con la sua chiara radice subtropicale, estendersi fino in Norvegia, con la colata gelida ad est. Qualche spiffero un po’ più fresco potrà raggiungere le regioni sud-adriatiche e ioniche, ma sarà poca cosa.
Fra una settimana lo ritroviamo un po’ piegato verso nord-est, ma la sua radice tropicale rimane ben salda. Si nota la potente depressione polare tra il Canada e l’Islanda, la lacuna barica est-atlantica e la goccia fredda artica sulla Turchia: tre elementi che concorrono ad alimentare di continuo la radice subtropicale dell’anticiclone.
Fra 10 giorni pare un pallone gonfiato che domina praticamente su tutta Europa. Ci sarebbe da domandarsi: cosa lo smuoverà più?
E infatti eccolo ancora lì, più saldo che mai, tra 15 giorni.
Note positive: non si prevedono nuove alluvioni. Il clima mite farà risparmiare sul riscaldamento domestico ed immettere meno gas inquinanti nell’aria.
Note negative: stagione della neve, partita benissimo a fine novembre, rischia di subire un forte stop. L’inquinamento prodotto potrà essere un po’ meno in senso assoluto, ma stazionerà negli strati bassi dell’atmosfera e non verrà portato via né dal vento né dalla pioggia. Vale a dire si rischia di avere le città molto inquinate.
Ma sarà questa la reale evoluzione? Fino a 7 giorni pare difficile possa cambiare, ma poi tutto è possibile, non si può escludere qualche sorpresa.