Situazione L’intensa depressione che nelle ultime 48 ore ha arrecato condizioni di maltempo, anche forte, su tutta la penisola, si sta rapidamente allontanando verso la Libia.
In queste ore il minimo si trova a sud della Sicilia, con un valore di 995 hPa, e determina ancora condizioni di instabilità sui Canali di Sardegna e di Sicilia.
Al nord e sulle regioni tirreniche si afferma ora una breve pausa anticiclonica; come vedremo l’alta pressione, 1035 hPa 588 gpdam ad ovest della penisola iberica, determinerà un consistente quanto effimero rialzo termico sulle nostre regioni, prima di prendere la via dell’Artico e di congiungersi ad una solida struttura in rinforzo sulla Groenlandia.
Sul resto d’Europa, per il momento, non si rileva nulla di eclatante: una profonda e complessa struttura depressionaria (970 hPa, 488 gpdam) si articola fra le isole Svalbard ed il Mar Baltico, mentre sulla Russia è presente una moderata cellula anticiclonica (1025 hPa, 548 gpdam); in virtù di tale assetto barico prevalgono ancora correnti relativamente miti, con temperature che in quota sul nostro continente solo occasionalmente scendono sotto i -6/ -8 °C; una situazione che sarà destinata a modificarsi profondamente nei prossimi giorni, con scenari piuttosto interessanti ed inconsueti che potrebbero aprirsi anche per l’area mediterranea.
Evoluzione a 72 ore Come accennato in apertura, la giornata odierna vedrà un generale miglioramento delle condizioni del tempo anche sulle estreme regioni meridionali. L’intensa ventilazione orientale andrà attenuandosi; al suo posto sul Mediterraneo centrale si affermerà un tiepido abbraccio atlantico.
Le isoterme, ancora negative in quota su buona parte del nostro paese, molto rapidamente si porteranno ovunque sopra lo zero. Un’intensa corrente da NO, ad iniziale curvatura anticiclonica, spazzerà i cieli del nord Italia, segnando la linea di demarcazione fra le condizioni miti, dovute al robusto anticiclone del vicino Atlantico, e la circolazione artica, legata ad una profonda depressione con minimo sulla Svezia.
In seno a questo veloce nastro trasportatore, tra oggi e domani estesi sistemi nuvolosi si addosseranno sul versante estero della catena alpina, determinando ingenti precipitazioni da stau con quota neve in rapido abbassamento.
L’Europa centro-orientale vivrà anch’essa una fase perturbata, per l’azione sempre più incisiva del vortice freddo che, dalla Scandinavia, sposterà il suo baricentro verso la Polonia, mantenendo una struttura allungata in direzione del polo. Ad est la porta atlantica si chiuderà del tutto, per effetto della fusione fra l’anticiclone presente sulla Groenlandia e lo sviluppo dinamico dell’onda stabilizzante oceanica.
L’Italia settentrionale sarà invece soggetta ad un rabbioso episodio di föhn, con temperature che in Valpadana (ma non solo) raggiungeranno i 6/8 °C alla quota di 850 hPa.
Il caldo però lascerà presto la nostra penisola, per effetto di una sempre più efficace spinta artica: già da questa sera rileveremo infatti una prima sensibile diminuzione delle temperature in quota, che torneranno così sotto zero dapprima al nord e, successivamente, sul versante adriatico.
Vi sarà pure una netta flessione del geopotenziale, con l’instaurazione in quota di un flusso a curvatura ciclonica. Al suolo, dopo il transito del fronte freddo, com’è buona norma, la pressione tenderà ad aumentare, senza tuttavia portarsi su valori eccessivamente elevati.
La giornata di sabato 22 sarà caratterizzata da intense e, via via più fredde, correnti nord-occidentali le cui caratteristiche, debolmente cicloniche, potranno dar luogo a fenomeni d’instabilità, specie sulle regioni centro-meridionali, grazie anche alla probabile formazione di un minimo sul Golfo Ligure, che nel corso della giornata transiterà lungo lo Stivale.
La circolazione generale sul Vecchio Continente assumerà spiccate caratteristiche meridiane: il blocco anticiclonico giungerà ormai a maturazione e la sua estensione fino al polo determinerà la discesa di impulsi molto freddi che causeranno la progressiva diminuzione delle temperature in Europa.
Da rilevare infine la prestanza dell’anticiclone russo-siberiano che nella giornata di sabato raggiungerà i 1040 hPa appena ad est degli Urali.
Tendenza a 72-168 ore La giornata di domenica vedrà il consolidamento del nuovo trend: una cellula di alta pressione, molto allungata in Atlantico e con massimi sull’Irlanda, farà da sponda alla discesa fredda richiamata verso sud da un attivo vortice ciclonico (995 hPa, 516 gpdam) su est europeo.
La regione mediterranea, privata della protezione anticiclonica, verrà così investita da una corrente artica che tra domenica e lunedì potrà determinare condizioni di instabilità al centro-sud; Le regioni settentrionali, come sempre sottovento in presenza di correnti da nord, non dovrebbero risentire di alcune fenomeno; su tuta la penisola inizierà comunque a farsi sentire il freddo (l’isoterma -5 °C a 850 hPa taglierà l’estremo sud e la Sardegna).
Tra lunedì 24 e martedì 25 assisteremo all’ulteriore rinforzo dell’alta russa; la rotazione oraria dell’asse anticiclonico atlantico determinerà poi la costituzione di un ponte che avrà l’effetto di spingere verso sud la circolazione molto fredda dell’est europeo.
Il cuore gelido della circolazione si avvicinerà così all’Italia ed una depressione al suolo si formerà sui Balcani e si dirigerà verso l’Egeo. È facile pertanto immaginare la genesi di un nuovo impulso perturbato che interesserà principalmente le regioni del medio Adriatico ed il sud; date le temperature estremamente basse (fra -5° e -10 °C ad 850 hPa), su molte regioni del centro-sud potrebbe nevicare in pianura.
Il nord e le regioni centrali tirreniche saranno invece spazzate da una gelida corrente artica, con caratteristiche sempre più continentali, che raggiungerà i -40 °C a 500 hPa (520-524 gpdam); anche su queste regioni non è da escludere a priori il verificarsi di qualche fenomeno di instabilità, data la massa d’aria estremamente fredda in quota e la presenza di una circolazione ciclonica: saremo in ogni caso più precisi nei prossimi giorni.
Fra il 25 ed il 26 gennaio, una lieve regressione della cellula anticiclonica favorirà l’ingresso ancor più deciso delle correnti molto fredde, ormai completamente continentali; il minimo depressionario migrerà verso il Mar Nero, ma in quota la presenza di un nocciolo molto freddo sulla Bulgaria continuerà ad esercitare la sua influenza anche sulle nostre regioni, arrecando molto freddo (fino a -12 °C le temperature in quota, con l’isoterma -40°C a 500 hPa che stazionerà sull’Adriatico) ed ulteriori episodi di instabilità al centro-sud.
La situazione dovrebbe poi tendere lentamente alla normalità, grazie alla rottura del ponte anticiclonico dell’Europa settentrionale ed al conseguente esaurimento ed allontanamento del vortice freddo verso la Turchia.
Riflessioni di lungo termine e conclusioni Gli scenari proposti nel lungo termine dal modello americano vedono la cessazione completa delle influenze artiche, a favore del ritorno di un dominio anticiclonico, pur in un regime climatico piuttosto freddo.
Senza dilungarci nell’analisi di una proiezione molto incerta, torniamo ad analizzare l’evento freddo che ci interesserà a partire da lunedì 24.
Ebbene, i principali modelli sono concordi nel disegnare scenari insolitamente freddi sull’Italia, per l’apporto continuo di masse d’aria artica, dapprima di estrazione marittima, successivamente di origine continentale, dalla lontana steppa russa.
E proprio in Russia assisteremo alla formazione del vero protagonista di questa più che probabile ondata di freddo: ci riferiamo naturalmente all’anticiclone termico, in notevole rinforzo nei prossimi giorni, e con tendenze dichiaratamente “filo-occidentali”.
La concordanza con altri modelli, ma soprattutto la chiusura dei vari cluster del modello Ensemble, fa supporre quasi certo l’evento freddo della prossima settimana.
Non tutti i modelli sono invece concordi sulle precipitazioni: queste secondo la tesi americana, non dovrebbero essere particolarmente intense e limitarsi alle regioni centro-meridionali, ove sarà possibile vedere la neve anche in pianura.
L’interpretazione europea (ECMWF), vedrebbe invece la formazione di un vortice in quota proprio sul nord Italia ed in regressione ulteriore verso il Golfo del Leone: vi sarebbero quindi maggiori probabilità di precipitazioni (prevalentemente nevose) per il nord ed il prolungamento della fase fredda oltre i termini proposti da GFS.
È necessario ora seguire attentamente le prossime emissioni: la situazione, benché si possa confermare con una certa attendibilità l’avvento di una fase fredda, è ancora estremamente fluida: nessuno sa ancora dire con certezza quanto potrà durare il blocco atlantico e quale sarà l’entità del freddo sulla nostra penisola.
Nessuno ancora può affermare se si tratterà di un normale episodio invernale o, piuttosto, di un evento dalle proporzioni “epocali”.