Situazione Una residua ansa ciclonica, con ventilazione fresca da NE, si attarda in queste ore sulle regioni adriatiche e meridionali. È quel che resta dello sbuffo freddo giunto ieri sulla nostra penisola e, come previsto con largo anticipo, diretto essenzialmente verso il Mediterraneo orientale.
Una nuova circolazione è ora in procinto di invadere buona parte del Mediterraneo: ci riferiamo all’area anticiclonica che dal vicino Atlantico punta dritta verso le nostre regioni. Il promontorio ad essa associato si spinge stamani sino al Mare del Nord; più ad est l’azione relativamente fredda ed instabile, in esaurimento, legata ad un lobo del vortice polare centrato sulla Scandinavia.
E dopo il parziale “split” che ha dato origine al modesto impulso freddo di questi giorni, il vortice polare, sempre molto attivo, torna a richiudersi ed a comprimere verso sud la cresta anticiclonica, che così trova modo di espandersi liberamente alle latitudini mediterranee.
Evoluzione a 72 ore L’evoluzione dei prossimi tre giorni risulta abbastanza semplice da commentare: sulle nostre regioni l’intero periodo sarà infatti caratterizzato dalla presenza di un forte anticiclone, con massimi in traslazione verso il nord Africa (1040 hPa, 580 gpdam).
La struttura abbraccerà tutto il comparto mediterraneo, disponendosi lungo i paralleli. Più a nord insisterà un flusso perturbato, con deboli ondulazioni, facente capo ad un profonda depressione (960 hPa) centrata sull’Islanda.
Al confine con il continente asiatico assisteremo ad una quanto mai incerta espansione di un polo anticiclonico relativamente freddo, ma la struttura, almeno dalle attuali elaborazioni, nel breve non sembra trovare la forza per determinare sostanziali modifiche all’attuale trend.
Come nelle migliori situazioni estive, i cieli del Mediterraneo risulteranno così per lo più sgombri da nubi, anche se, con il passare dei giorni, l’accumulo di umidità negli strati prossimi al suolo darà origine a nebbie e nubi basse.
Da rilevare solamente un lieve disturbo dovuto ad infiltrazioni atlantiche (si notino le temporanee anse delle linee isobariche) sulle regioni settentrionali, da cui trarrà origine un temporaneo flusso da nord che, se non altro, avrà il pregio di arrecare un parziale rimescolamento dell’aria fra il 5 ed il 6 gennaio.
Le temperature in quota risulteranno in graduale aumento e, nel corso dei prossimi tre giorni, si attesteranno attorno alla media del periodo o leggermente superiori.
Tendenza a 72-168 ore Se, come visto in precedenza, nel corso delle prossime 72 ore sarà ancora possibile qualche incertezza, con il rischio di temporanei annuvolamenti sulle regioni del nord e lungo l’Adriatico, a far data dal 7 gennaio il campo anticiclonico si consoliderà ulteriormente; l’affondo di una moderata saccatura sul vicino Atlantico determinerà infatti una risposta dinamica e la conseguente onda subtropicale avrà come principale obiettivo proprio l’Italia.
Temperature quasi primaverili in quota caratterizzeranno l’intero periodo in esame: si stimano valori compresi fra 5 e 8 °C ad 850 hPa fra il 7 e l’8 gennaio, in lieve calo nei due giorni successivi al nord. Anche i livelli di pressione saranno ragguardevoli: al suolo si supereranno infatti 1035 hPa, mentre l’altezza del geopotenziale nella media troposfera, 500 hPa, raggiungerà quota 5800 metri.
La situazione tenderà a deteriorarsi leggermente nella giornata di sabato: i massimi di pressione trasleranno infatti verso levante e l’intera struttura presenterà un lieve indebolimento; sui settori occidentali italiani si faranno così strada deboli infiltrazioni e la modesta saccatura atlantica porterà con successo un affondo sulla penisola iberica ed il Marocco.
Il trend iniziato sabato proseguirà anche nel corso di domenica: lentamente la debole saccatura guadagnerà il bacino centrale del Mediterraneo ed una prima perturbazione atlantica, molto attenuata, determinerà l’aumento della nuvolosità, e forse qualche fenomeno, sulle regioni del nord.
Lunedì 10 un secondo sistema frontale raggiungerà sulla Francia, agganciato ad una imponente figura depressionaria che dalla penisola di Kola (975 hPa) si estenderà sino all’Islanda (950 hPa a sud dell’isola); molto lentamente la perturbazione avanzerà verso levante. Tuttavia, dopo il parziale cedimento, l’anticiclone mediterraneo manifesterà un pronto recupero: nessun fenomeno significativo interesserà l’Italia che così continuerà a godere (se così si può dire) della protezione fornita dall’alta subtropicale.
Riflessioni di lungo termine e conclusioni Le condizioni anticicloniche instauratesi sul Mediterraneo mostreranno qualche segnale più significativo di una imminente crisi soltanto a partire dal giorno 11: spingendoci con l’analisi sul lungo termine, notiamo infatti come la struttura in quota tenda ad indebolirsi in maniera considerevole sul Mediterraneo.
I nuovi equilibri saranno imposti da una profondo vortice ciclonico centrato sul Golfo di Botnia, e da un altro sistema depressionario a SO dell’Islanda: tra i due un promontorio anticiclonico che proverà a spingersi verso nord, in direzione della Groenlandia.
La tendenza è per una generale diminuzione delle temperature, per il venir meno dell’azione subtropicale sul Mediterraneo ed il marginale coinvolgimento da parte di una corrente artica diretta verso i Balcani.
Gli scenari futuri non depongono tuttavia a favore di un radicale cambiamento negli attuali assetti barici: pur con qualche temporanea crisi, sull’Italia infatti prevarrà ancora una situazione mediamente anticiclonica.
Alcuni episodi significativi potrebbero comunque imprimere una svolta più o meno importante al futuro del tempo italiano, facendoci allontanare sempre da quelle caratteristiche miti che fino ad oggi hanno caratterizzato l’inverno mediterraneo.
Cogliamo insomma qualche debole segnale, poco più di un “rumore di fondo” allo stato attuale, che potrebbe deporre a favore di una svolta anche consistente sul tempo futuro. È tuttavia ancora presto per trarre spunti significativi da informazioni che si presentano ancora allo stato embrionale; ci torneremo senz’altro nei prossimi giorni, qualora queste labili tendenze venissero confermate.