Buona parte del Canada orientale è precipitato in una morsa di gelo terribile nei primi giorni di questa settimana. Prendiamo Ottawa, in Ontario, tra l’altro la capitale del paese. Qui la minima è stata -30,7°C lunedì e -27,3°C martedì, valori estremi inframmezzati da una massima di lunedì di -25°C (massima di martedì -16,6°C), mentre la media delle massime del mese è intorno a -7°C. La minima di lunedì 20 dicembre si piazza al secondo posto, dopo il 1942, fra i valori estremi riferiti a quella data. Non molto più a est, Montreal, in Quebec, è andata anch’essa ampiamente sotto i -20°C nelle minime (martedì -25,7°C, la massima è salita faticosamente a -17,8°C). Quebec City martedì 21 dicembre ha avuto estremi termici -26,6°/-14,1°C.
Lasciando la zona laurenziana e inoltrandoci nelle vaste terre del Quebec settentrionale, verso il Labrador, ci fermiamo a La Grande IV, una diga su un lago artificiale poco a est della Baia di James, a sua volta appendice meridionale della Baia di Hudosn. Qui la minima di lunedì è stata -44,4°C e quella di martedì -43,9°C (-25,1°C la massima). Nel nord del Quebec, ormai in pieno Labrador, Kuujjuaq ha avuto martedì estremi termici -38,9°/-31,8°C. Key Lake, nel nord del Saskatchewan, è scesa a quasi -48°C martedì.
L’onda fredda ha interessato in pieno, come già scritto nei giorni scorsi, gli Stati Uniti centro-orientali, allungandosi a sud fino alla Florida settentrionale. Alcune minime di martedì 21 negli stati del nordest: Duluth -20,0°C, Albany -18,3°C, Minneapolis -18,1°C, Buffalo -15,0°C, Boston -14,4°C, New York JFK -11,1°C.
Puerto Limon, in Costa Rica (sponda caraibica) ha registrato 203 mm da domenica 19 a martedì 21 dicembre compresi.
Tra lunedì 20 dicembre e la notte successiva le isole Bermuda sono state investite da una bufera di vento, con raffiche tra 45 e 55 miglia orarie.
A inizio settimana una “lingua” di aria relativamente mite, proveniente dall’Oceano Atlantico Settentrionale, è penetrata nell’Artico russo, da un lato innalzando le temperature anche 16°-18°C oltre le medie del periodo, dall’altro portando forti venti e bufere di neve nella tundra siberiana, ovvero nel settore più a nord della Russia asiatica. Tiksi, situata sul delta della Lena, nella parte centro-orientale dell’Artico russo, è stata per esempio investita da un vero blizzard tra lunedì e martedì, con venti intorno alle 50 miglia orarie, a causa dei quali le temperature effettive intorno ai -25°C venivano percepite (windchill) come circa -45°C.
In Jacuzia si segnala il primo superamento della soglia dei -50°C, già ampiamente e ripetutamente superati nelle varie Ojmjakon, Verhojansk, Tompo etc., anche a Jakutsk. Il capoluogo di questa repubblica, che da giorni registra temperature inferiori alle medie stagionali, sovente immerso in una nebbia gelida, ha infatti raggiunto una minima di -51,9°C il 21 dicembre.
Bufera di vento nel nord dei paesi scandinavi mercoledì 22 dicembre, a causa della presenza di una profondissima depressione sul Mar di Norvegia. Proprio la Norvegia è stato il paese più interessato, con raffiche fino a 68 nodi (da sudest) a Fruholmen Fyr e a 60 nodi (da SW) a Skrova. A questo evento abbiamo dedicato un articolo di approfondimento.
Martedì 21 dicembre forti rovesci tropicali hanno interessato, in Indonesia, soprattutto l’Isola di Celebes (o Sulawesi) e le isole minori a sud di questa. Registrati, in 24 ore, 110 mm a Masamba, 76 a Hassanuddin (la cui media pluviometrica di dicembre si aggira intorno ai 450 mm!), 64 a Danakukang, 46 a Waingapu.
Continua il gran caldo in Senegal, con le temperature massime nell’entroterra 6°/7°C al di sopra dei valori medi del periodo. Martedì 21 queste alcune massime: Matam 39,7°C, Kaolack 39,0°C, Diourbel 37,6°C. Ben diversa la situazione sulla costa, dove Dakar, sotto l’influsso di fresche brezze oceaniche, si è fermata a 27,2°C.
A Nausori, nelle Isole Figi, la settimana è iniziata con piogge intense. Sono caduti 137 mm lunedì 20 e 46 mm martedì 21 dicembre.