Il primo modello che valutò l’ipotesi di una seconda metà di febbraio condizionata dall’aria gelida russa fu l’europeo ECMWF. Dipingeva un asset barico notevole, dando credito allo sviluppo di quello che in gergo si definisce Ponte di Wejkoff: la congiunzione tra l’Alta delle Azzorre e l’Anticiclone Russo-Siberiano. Ipotesi portata avanti con perseveranza, mentre il collega americano GFS inquadrava una maggiore ingerenza ciclonica atlantica tale da scaraventare l’Anticiclone sulle nostre teste.
Stamane, come consuetudine, li abbiamo analizzati entrambi e… sorpresa! Ecco il ribaltone. GFS, improvvisamente (va detto tuttavia che nelle 4 emissioni quotidiane, alcune lasciavano intravedere simili scenari) ha cambiato idea. L’Atlantico, o meglio, il Vortice Canadese viene visto rigirarsi su sé stesso dando modo all’Alta delle Azzorre di rimanere in posizione meridiana e di piegare il proprio asse verso nordest.
L’aria gelida continentale – rammentiamo che a differenza di quella Artica è molto più pesante e si stratifica al suolo – si metterebbe in moto puntando con decisione la nostra Penisola. Lo si evince dalla mappa GFS-Light che abbiamo rielaborato graficamente, un sunto visivo dell’evoluzione descritta finora. Qualora si realizzasse non si tratterebbe certo di una irruzione rilevante (considerando che il grande gelo ha abbandonato il nord dell’Europa e la Russia Europea) ma basterebbe a ripristinare condizioni decisamente invernali su gran parte del nostro Paese.