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Futuro tra Atlantico e Alta Africana

di Ivan Gaddari
14 Mag 2014 - 14:17
in Senza categoria
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Maggio “pazzerello”:
solitamente tale nomea è affibbiata, a ragion veduta, al mese di marzo. Il primo mese primaverile è il più indicato nella realizzazione di repentini cambiamenti circolatori, capaci sovente di catapultarci dall’inverno ai primi caldi stagionali. Ma quest’anno l’andamento è stato diverso e finora – a conti fatti – marzo si è rivelato il miglior mese primaverile. Aprile è stato capriccioso ed anche maggio ha preso piede costringendoci all’utilizzo dell’ombrello.

Tra fresco, temporali e tepore:
un controsenso? Non se si tiene bene a mente l’incisività dell’orografia sulle sorti meteorologiche peninsulari. Non dobbiamo stupirci, quindi, se lungo la dorsale appenninica s’è rivista addirittura la neve. Così come non c’è da stupirsi del clima mite che presto interesserà le regioni settentrionali. L’influenza dei rilievi, sulla circolazione dei venti, la fa da padrone. I venti settentrionali incontrano le Alpi, originando il foehn, quelli orientali trovano l’ostacolo appenninico dando luogo ad un corposo calo termico su Adriatiche e al Sud.

Instabilità persistente:
fin tanto che non si esaurirà l’azione destabilizzante ascrivibile alla goccia fredda balcanica, molte delle nostre regioni dovranno sopportare nuovi acquazzoni e intensi temporali. Ovviamente non mancherà occasione per forti grandinate. Fenomeni che si concentreranno nelle regioni che si affacciano lungo l’Adriatico e su quelle meridionali, mentre al Nord e sul Tirreno il tempo sarà migliore. Ciò non esclude, comunque, che anche su queste zone possano manifestarsi ritorni instabili convincenti.

L’Atlantico non ci sta:
più volte, ultimamente, abbiamo menzionato la Depressione d’Islanda sottolineandone la straordinaria vigoria. Or bene, nel corso della prossima settimana la ritroveremo in gran forma e andrà ad impossessarsi di quel settore europeo – l’occidentale – che in questo momento gode dei benefici dell’Alta delle Azzorre.

futuro tra atlantico e alta africana 32359 1 1 - Futuro tra Atlantico e Alta Africana

In bilico tra Alta Africana e maltempo atlantico:
il perché di questa affermazione risiede proprio nella collocazione della Depressione d’Islanda e nell’asse di saccatura che andrà a realizzarsi. I modelli, ad oggi, sembrano dirottarlo verso la Penisola Iberica mentre sull’Italia si avrebbe una rimonta anticiclonica africana che per la verità non appare troppo convincente. Potrebbe trattarsi, il condizionale è d’obbligo, di un richiamo pre-frontale che andrebbe a precedere l’avvicinamento di un fronte perturbato rilevante.

Focus: evoluzione sino al 27 maggio 2014
La seconda parte settimanale, lo abbiam detto, riserverà condizioni d’instabilità nelle regioni adriatiche e meridionali, ma durante il weekend assisteremo ad un ritorno di fiamma anche su parte del Nord Italia e localmente sulle tirreniche. Scenario che ci accompagnerà sino agli esordi della prossima settimana, quando assisteremo ad un miglioramento e ad un graduale netto rialzo termico.

Come detto potrebbe intervenire l’Anticiclone Africano, supportato da aria caldo umida proveniente dall’entroterra algerino. Rimonta indotta dallo sprofondamento di una depressione atlantica sulla Penisola Iberica, che progressivamente potrebbe incentivare l’inserimento di masse instabili verso il Nord Italia e l’alto Tirreno. Zone, queste, dove torneranno a proporsi rovesci di pioggia e temporali.

Evoluzione sino al 01 giugno 2014
Da valutare, per finire, l’eventuale spostamento della saccatura verso levante. Se dovesse andare in porto, ecco che il promontorio anticiclonico lascerebbe strada all’intrusione di un’area instabile piuttosto vivace che rischierebbe di accogliere l’esordio estivo all’insegna degli acquazzoni e dei temporali.

In conclusione.
Il cammino primaverile sta per volgere al termine e il bilancio provvisorio, almeno sino a questo momento, dice che la stagione ha percorso i binari della normalità. Almeno per quel che riguarda la dinamicità atmosferica tipica del trimestre.

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