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Furiose inondazioni negli USA, Brasile spaccato fra siccità ed alluvioni. Gran caldo in Spagna

di Mauro Meloni
11 Set 2011 - 19:09
in Senza categoria
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Immagini degli allagamenti alluvionali che hanno sommerso Blumeanu, nello stato di Santa Catarina, in Brasile. Fonte www.metsul.com
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PRIMA IRENE E POI LEE Parte degli Stati Uniti stanno fronteggiando le conseguenze della cospicua attività dei sistemi tropicali che si sono sviluppati con notevole frequenza in Atlantico. Le piogge torrenziali delle ultime settimane, causate prima dall’uragano Irene e poi dalla tempesta tropicale LEE (quest’ultima ha fatto il landfall vicino a New York quasi 10 giorni fa), hanno fatto sentire tutto il loro peso su molte aree est degli USA orientali, con moltissimi fiumi straripati e rischio di traboccamento di alcune dighe, con grandi inondazioni fra Pennsylvania, New York, Meryland e gli stati del nord-est. Per limitare i danni ed evitare gravi pericoli per la popolazione, è stata ordinata un’evacuazione di massa che ha coinvolto oltre 130.000 persone considerate a rischio.

In Pennsylvania, dove è stato dichiarato lo stato d’emergenza, il fiume Susquehanna ha raggiunto livelli record (42.6 piedi, equivalenti a circa 13 metri), costringendo a spostare quasi 100.000 persone da Wilkes-Barre verso le comunità circostanti. La città di Bloumsmpergk, Pennsylvania, è stata completamente allagata dalla furia del fiume Saskichana. Nel Maryland sono state evacuate diverse città dello Stato, tra cui Havre de Grace, mentre sono stati segnalati anche in alcune parti di Washington e zone limitrofe alla capitale degli Stati Uniti. Mentre si celebra l’anniversario dell’attentato terroristico di 10 anni al cuore degli USA, il presidente Barack Obama ha proclamato lo stato di emergenza per New York, al fine di consentire alle agenzie federali competenti di coordinare le iniziative per “salvare vite umane, proteggere le proprieta’ e la salute e la sicurezza pubbliche”.

Si è finalmente smorzato il caldo in Texas, Oklahoma ed Arizona, consentendo così di circoscrivere le fiamme dei disastrosi incendi che stavano affliggendo molte zone texane, dove migliaia di abitazioni sono state distrutte dai roghi nelle ultime settimane. Sacche di gran caldo resistono sui deserti del sud dell’Arizona: la capitale Phoenix continua a vedere il termometro fisso ben oltre i 40 gradi. Questa la serie termica degli ultimi giorni: +41.7°C il 7 settembre, +42.2°C l’8, +42.8°C il 9, mentre il 10 settembre la temperatura massima è crollata, non andando oltre i +37.8°C.

Sul sud del Brasile si sono abbattute piogge torrenziali che hanno fatto almeno 3 vittime con oltre 60mila residenti evacuati. La situazione più difficile, con maggiore inondazioni e frane, riguarda lo stato di Santa Catarina, dove è stato emanato lo stato d’emergenza per quasi la metà dei comuni totali, anche se per fortuna gradualmente la situazione sta rientrando nella normalità: emergenza alluvione a Blumeanu, mentre nella città di Campos Novos fra il 7 e l’8 settembre sono caduti quasi 160 millimetri. Il fiume Itajai-Acu è salito a livelli record, mentre molte città dello Stato di Rio du Sul hanno chiesto lo stato di calamità. Queste alluvioni avvengono in contrasto con la grave siccità che affligge le regioni centro-occidentali del Brasile: fra le zone più a secco da lungo tempo figura Brasilia, dove il clima estremamente secco ha peraltro favorito l’innesco di una serie di incendi boschivi.

Dopo 3 mesi di relativa siccità, le piogge torrenziali hanno fatto visita alla Colombia (sta per iniziare la seconda stagione delle piogge di quest’anno) nella giornata di sabato, causando inondazioni nelle principali città, con danni rilevanti alle infrastrutture. Fra le città più colpite figura Medellin, dove in appena 24 ore sono scesi ben 200.5 mm: la partita di calcio tra la squadra Nacional Medellin e gli avversari di Santa Fe di Bogotà è stato sospesa quando le piogge invaso il campo.

Nell’attesa che irrompa l’uragano Katia, in Europa l’elemento caratterizzante degli ultimi giorni è stato il caldo, specie sulla porzione sud-occidentale del Continente: il 9 settembre ad essere colpita dalla fiammata africana è stata la Spagna, con punte massime registrate in Andalusia di +39.0°C a Siviglia San Pablo, +38.7°C a Moron de la Frontera e +38.1°C a Cordoba. Non solo il sud della regione, ma anche i Paesi Baschi hanno risentito del gran caldo, con gli eccezionali +38.2°C misurati su Bilbao (contro una media massime di settembre pari a circa 24 gradi). Il 10 settembre temperature in calo sulla Spagna (le più calde Murcia e Saragozza con rispettivamente +36.5°C e +36.3°C), mentre il caldo è cresciuto in Francia (+35.2°C ad Agen, in Aquitania, e +34.8°C a Gourdon, in Provenza) e sulle aree occidentali balcaniche dove le località più roventi sono state Podgorica (Montenegro) con +36.0°C e Mostar (Bosnia) con +35.6°C

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