La sciabolata artica annunciata è in pieno svolgimento sul cuore del nostro Paese, e rappresenta sicuramente un duro colpo inferto ad una stagione estiva già in deciso declino.
Come ben evidenziano le immagini satellitari, non vi è solo il fronte freddo in passaggio sulle nostre regioni, originato naturalmente dalla forte demarcazione fra le due masse d’aria contigue, quella in ingresso e quella molto più mite pre-esistente.
Appena a nord dell’arco Alpino, osserviamo un insieme di ammassi nuvolosi a ciottolato, che rappresentano il nucleo più attivo del sistema alle quote superiori dell’atmosfera, con presenza di un blocco d’aria davvero eccezionalmente fredda per il periodo (nocciolo di -30°C a 500 hPa sulla Germania nord/orientale).
Discesa d’aria fredda consentita dal blocco barico anticiclonico con massimi sul Regno Unito, ma con il “naso” proteso fin verso il mar di Norvegia settentrionale.
Tale massa d’aria fredda e moderatamente instabile sta già in parte valicando le Alpi con i refoli più avanzati, ed è la causa principale dei primi temporali post-frontali, anche questi nelle attese, fra il bresciano e il veronese, nella fascia di pianura pedemontana.
Più ad ovest, in pianura, le condizioni meteo sono buone grazie alle correnti di foehn che stanno investendo Piemonte ed ovest della Lombardia, con campo termico superiore rispetto alle pianure del triveneto.
Il flusso settentrionale, con aria ancor più fredda in quota al seguito, determinerà un ulteriore calo della quota neve sui versanti montuosi alpini centro-orientali nel corso delle prossime 24 ore.
Flusso che, addossandosi all’arco Alpino, favorirà fenomenologia tipicamente da stau anche nella giornata di domani, con precipitazioni che coinvolgeranno i nostri crinali e valichi di confine, segnatamente fra alto Adige e Dolomiti bellunesi. La neve potrà scendere fino a quote di 1200-1300 metri, una situazione davvero notevolissima per il periodo, un vero anticipo d’inverno in montagna.
La parte avanzata del sistema frontale ha già raggiunto parte delle regioni meridionali, con temporali su coste campane e cosentine. La Campania, già in mattinata, era stata colpita da temporali di carattere pre-frontali, con forti episodi precipitativi sul salernitano.
Il flusso pre-frontale assai mite ha favorito temperature ancora elevate sulle estreme regioni meridionali, con punte di 30 gradi su Puglia, Calabria e Sicilia. Sul catanese si sono persino raggiunti i 33 gradi.
Nel frattempo è il medio Adriatico che sta subendo le maggiori conseguenze dell’ondata di maltempo in corso. Piogge interessano l’area costiera marchigiana ed abruzzese, con temperature crollate fino a 15 gradi. Le precipitazioni coinvolgono in maniera diretta anche le aree appenniniche, fino all’Umbria e al Reatino.
L’ulteriore spostamento del minimo depressionario al suolo verso sud-sud/est (in serata sarà posizionato sul basso Adriatico), connesso al sopraggiungere d’aria particolarmente fredda in quota, favorirà la persistenza di condizioni meteo decisamente perturbate.
Una situazione congeniale alle precipitazioni sotto forma di rovescio e a carattere orografico sul medio Adriatico, con spruzzate di neve che potranno imbiancare i monti Sibillini e le cime abruzzesi dai 1800 metri di quota.
Già nella giornata di domani l’Anticiclone atlantico proteso ad alte latitudini tenderà a ruotare in senso orario, spanciando verso le nazioni nord europee, e interrompendo l’alimentazione fredda del vortice perturbato, nel frattempo giunto in cut-off a ridosso dell’Adriatico.
Tale vortice, seppure molto attivo, resterà stazionario e tenderà lentamente a perdere intensità. Ci vorranno dunque alcuni giorni per rivedere il tempo migliorare sull’intera Penisola, una ferita sicuramente complicata da rimarginare.