Alla fine di gennaio un lobo del Vortice Polare si è scaraventato fin nel centro del continente europeo, dando inizio ad un periodo che in sede di previsione avevamo definito dal potenziale scoppiettante. Così è stato.
Non è arrivato il grande gelo ma sono giunte, a più riprese, nevicate che in diverse nazioni europee hanno assunto caratteristiche straordinarie. E’ così avvenuto dapprima in Norvegia e Francia, poi in Spagna, in parte dei settori padano, alpino e appenninico italiani, nel nord dei Balcani e, infine, in un’ultima azione artica, prima al Sud Italia e poi tra Grecia e Turchia.
La depressione che si è isolata tra i mari Egeo e di Levante sta in queste ore ancora interessando la Turchia e il Medio Oriente, ma se si eccettua questo residuo freddo e perturbato, in gran parte d’Europa le condizioni meteo sono tutt’altro che da pieno inverno.
Perché il freddo è sparito dall’Europa?
La risposta la possiamo trovare nella mappa emisferica qui sotto riportata, che mostra come il Vortice Polare si sia accorpato e lievemente sbilanciato verso il comparto asiatico, ma, in una forma ad ellisse, anche allungato con una saccatura verso il nord-est del continente nord-americano.
Proprio l’aria fredda che giunge sul Canada e gli Stati Uniti orientali alimenta i vortici perturbati che stanno facendo cadere i record di nevosità di tutta questa parte di Nord America, depressioni che vengono poi assorbite dal flusso delle correnti occidentali e che attraversano l’Oceano Atlantico puntando il nord Europa, trainate da una potente corrente a getto.
Talvolta, giunte di fronte alle Isole Britanniche, da questo flusso di correnti si staccano depressioni secondarie che puntano verso sud. E’ quello che sta accadendo in questi giorni e che sarà responsabile del peggioramento meteo del week-end e dei primi giorni della prossima settimana.
L’analisi dei principali modelli matematici ci mostra come questo schema rischia di riprodursi anche nel prossimo futuro, almeno fino alla terza decade del mese di febbraio. Le freddissime saccature artiche saranno ancora più incisive verso il Nord America ritornando in Europa come depressioni ben più miti oceaniche, inibendo in tal modo le velleità di elevazione verso nord dell’Anticiclone delle Azzorre (prodromo delle discese artiche verso l’Europa).
Solo successivamente, e unicamente a livello potenziale, potrebbero riaprirsi scenari più propensi ad un ultimo colpa di coda invernale. Talvolta le “code” dei modelli mostrano tali possibilità.
Ma chi cerca il freddo, per non rischiare di finir deluso, meglio che si organizzi una vacanza a New York, o ancor meglio a Boston o Montreal. Nei prossimi 7/10 giorni avrà di che divertirsi.