Violenti fenomeni meteo hanno scosso alcune aree della Germania, a causa di un drastico cedimento della pressione atmosferica su tutto il Nord Europa derivante dall’intrusione d’aria più fresca ed instabile di origine nord-atlantica. Queste masse d’aria più fresche hanno contrastato con l’aria molto più tiepida ed umida, convogliata contemporaneamente sul comparto centro-occidentale europeo da un’area anticiclonica di matrice sub-tropicale posta appena più a sud.
Le regioni tedesche del Brandeburgo e della Sassonia hanno subito le conseguenze peggiori dal passaggio della perturbazione così violenta, la quale è stata accompagnata da grandinate e vento intensissimo, che ha provocato danni immensi, con moltissimi alberi sradicati, ma le modalità di distruzione ai tetti ed alle auto farebbe ipotizzare il passaggio di un vero e proprio tornado, anche se non vi sono al momento le prove certe di tale avvenimento. Purtroppo, oltre a decine di feriti, vi è stata anche una vittima, una bimba di 6 anni, che sembra sia rimasta schiacciata da un albero, mentre si trovava in auto coi genitori nella cittadina di Grossenhain, in Sassonia.
Il maltempo non ha risparmiato nella giornata di ieri nemmeno la Polonia, peraltro già assediata in queste ultime settimane dalle peggiori alluvioni che si ricordino nell’arco dell’ultimo secolo. Il bilancio provvisorio della catastrofe è gravissimo con quindici morti, migliaia di sfollati e danni per oltre due miliardi di euro. Come se non bastasse, ieri un tornado si è abbattuto nei pressi della città polacca di Kutno, creando non pochi danni ed abbattendo circa una ventina di alberi vicino al fiume Ochnia. Molti danni per il vento anche in Repubblica Ceca, tra Ceská Lipa e Liberec, con interruzione di linee elettriche, ferroviarie e diverse decine di alberi sradicati.
Non devono sorprendere eccessivamente gli eventi tornadici (probabili) che si sono verificati nella giornata di lunedì: va infatti riconosciuto che il rischio di fenomeni di questo tipo non è così basso come si pensa su diverse zone dell’Europa. La loro genesi viene in genere favorita dalla presenza di una circolazione di venti differenti tra il suolo e gli altri superiori, con la necessità di un apporto d’aria caldo-umida nei bassi strati rispetto ad aria più secca e fredda in quota. Dove si forma il vortice? In genere la proboscide si crea nell’area temporalesca più produttiva in termini di fenomenologia, dove vi è l’ascesa delle correnti calde (updraft), in contrapposizione con la vicina area nella quale discendono le correnti fredde (downdraft).
La scala Fuijta misura l’intensità dei tornado, partendo tuttavia dalle conseguenze (danni effettivi rilevati), per stabilire con un certo margine d’errore l’intensità dei venti raggiunta. La forza dei venti generati da questi pericolosissimi vortici può variare da un minimo di 60-70km/h (F0 nella scala Fujita) fino ad oltre 500km/h (F5). I cosiddetti tornado F5 sono i più rari e costituiscono l’1% degli eventi totali sugli States ed appena lo 0,1% sull’Europa.
Nemmeno l’Italia è immune dal rischio di tornado, generalmente chiamati anche come trombe d’aria o trombe marine (queste ultime più frequenti), se la loro genesi avviene sulla terraferma oppure sulla superficie marina. Solo qualche giorno fa sul Nord Sardegna è stato osservato un tornado (probabile F0 o F1), ma nel passato, anche recente, in Italia si sono avuti locali casi di tornado fino a F3 o F4 in Lombardia, Friuli e Veneto, ma nei secoli passati eventi così intensi si sono scatenati anche in Toscana, Lazio e Sicilia. Eventi di tornado così forti sono di solito associati a veri e propri sistemi perturbati cosiddetti “mesociclonici” e non ad un semplice temporale.