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Forte instabilità sui mari meridionali, neve anche a quote basse

di Mauro Meloni
12 Feb 2009 - 19:18
in Senza categoria
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Davvero molto marcato l'impatto dell'aria artica verso l'Italia, con diverse linee d'instabilità associate a corpi nuvolosi temporaleschi sui mari centro-meridionali, in particolare tra il Tirreno e le Isole. Copyright 2009 Eumetsat.
Un’estesa saccatura di matrice artica affonda le sue radici fin sul cuore del Mediterraneo, ove si è ormai ben consolidato un afflusso di correnti di provenienza polare, in discesa dalle Isole Svalbards per poi portarsi sul Mar di Norvegia, sull’Europa Centrale, sulle nostre regioni e sull’area balcanica. L’Arco Alpino ha una funzione importante in riferimento a questo tipo di configurazioni bariche e riesce a proteggere il Nord, mentre sul Centro-Sud gli effetti dell’avvezione artica sono ben più vistosi.

Rammentiamo che tali correnti molto fredde sono pilotate verso sud, grazie ad un blocco di alte pressioni ben strutturato sul Vicino Atlantico, con promontorio in elevazione tra la Penisola Iberica e la Groenlandia. Un vasto Anticiclone ricopre da giorni anche le terre polari, costringendo pertanto una porzione del Vortice Polare a stazionare sulle zone settentrionali scandinave.

Lo scorrimento d’aria polare sui mari italiani è più organizzato alle altezze medio-alte dell’atmosfera (500 hPa), laddove l’orografia del territorio alpino non apporta nessuno sbarramento. L’avvezione fredda, caratterizzata da un gradiente termico verticale molto pronunciato, non apporta valori così bassi sulle pianure o sulle coste. I contrasti termici maggiori si verificano sulla superficie del Mediterraneo che, essendo più mite della terraferma, facilità la genesi di instabilità convettiva, con formazioni cumuliformi a sviluppo verticale dotati di attività elettrica.

I nuclei temporaleschi sono maggiormente attivi lungo tutti i mari meridionali, dalle Isole fino al Basso Tirreno, al Mar Ionio ed al Mar Egeo, laddove abbiamo lo scorrimento dei venti in quota più intensi. Questa forte variabilità atmosferica ha avuto inevitabili riflessi anche sulle zone di terraferma delle estreme regioni meridionali, in particolare sulla Calabria, Sicilia e Sardegna, ove si sono verificati rovesci localmente nevosi fino a quote basse.

La neve si è avuta persino sulle Isole Eolie, imbiancando la cima dello Stromboli, ad oltre 900 metri d’altezza. Forti episodi di neve tonda hanno colpito anche la parte settentrionale della Sicilia, imbiancando la città di Palermo. La Sardegna non è stata esente da brevi rovesci grandinigeni e nevosi fino a quote collinari, soprattutto in mattinata: alcune zone del nuorese sono state interessate da nevicate, seppure con episodi distribuiti in maniera irregolare.

Il richiamo di correnti nord/orientali nei bassi strati ha inoltre esposto la fascia centrale adriatica a fenomenologia di rilievo, soprattutto nelle prime ore mattutine quando i fiocchi hanno imbiancato anche le località di Ascoli Piceno ed Urbino. Una breve tregua è in atto nelle ultime ore, ma secondo i modelli matematici altre precipitazioni si avranno dalla notte e, con il continuo afflusso di correnti nord/orientali richiamate dalla depressione al largo del Basso Adriatico, si avrà un ulteriore calo termico. Non sono dunque episodi di neve fino ai limiti della pianura su Marche ed Abruzzo, mentre sulla costa i fiocchi potrebbero cadere misti alla pioggia.

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