È in forte ascesa la temperatura ad Amundsen-Scott. Il 6 maggio la massima ha raggiunto i -36,6 °C con la seguente progressione ai rilevamenti sinottici:
5 maggio 1800 UTC -51,8 °C
6 maggio 0000 UTC -49,1 °C
6 maggio 0600 UTC -41,2 °C
6 maggio 1200 UTC -38,4 °C
6 maggio 1800 UTC -36,7 °C
Era dal 2004 che, a maggio, il termometro non toccava simili valori: quell’anno, il giorno 17, salì a -33,3 °C. Il record del mese, tuttavia, è stato fissato il 3 maggio 1981 con -30,8 °C. Va anche aggiunto che, nel corso del 2007, era dal 14 febbraio che la temperatura non superava i -40 °C, cosa che ha determinato il trimestre (febbraio – aprile) più freddo nella storia della base americana insieme al 2000 (-53,3 °C in entrambi i casi, contro una normale di -50,7 °C).
Che al Polo Sud geografico i valori di inizio maggio puntino verso l’alto non rappresenta un’anomalia: lo stesso concetto di Kernlose winter lo presuppone. A differenza di quanto accade alle latitudini boreali (con parziale eccezione della Groenlandia), in Antartide la curva delle temperature medie tende ad appiattirsi per l’intero semestre invernale (aprile – settembre). Il quadro seguente rende bene il concetto (in prima colonna l’andamento di Amundsen-Scott, in seconda quello di Vostok):
apr. -57,4 °C -64,8 °C
mag. -58,0 °C -65,9 °C
giu. -58,6 °C -65,3 °C
lug. -60,1 °C -66,9 °C
ago. -59,7 °C -68,0 °C
set. -59,3 °C -66,2 °C
Come si può notare, la differenza fra il mese più caldo e il più freddo è contenuta in 2,7 °C al Polo Sud e in 3,2 °C a Vostok, dove la notte polare inizia il 23 aprile. Ma quello che si mette in atto, durante il semestre freddo, è un meccanismo di scambio termico con le alte latitudini dell’emisfero Australe noto come Semi-annual Oscillation (SAO). Individuato nel corso degli anni Cinquanta, schematicamente si potrebbe definire come una pulsazione barica che caratterizza l’inizio della primavera e dell’autunno australe. È assodato, nella transizione dall’estate all’inverno, che «la massima caduta della temperatura sull’Antartide di norma si registra tra febbraio e marzo, mentre sopra all’Australia si manifesta da marzo ad aprile» (Ryzhakov, p. 193). Questo processo determina un gradiente barico che, grazie alla formazione di aree cicloniche lungo le coste antartiche, richiama aria fredda dal continente e la spinge a nord; tali irruzioni sull’oceano sono compensate da avvezioni verso l’Antartide che, distruggendo l’inversione termica, favoriscono la risalita delle temperature. «Da maggio a giugno vi è un minimo in questo processo (discesa delle medie mese su mese: ndr)» (Ryzhakov, p. 195); anzi, come si può notare in tabella, a Vostok la temperatura di giugno è superiore a quella di maggio. E per inciso, se tale meccanismo di scambio non si realizzasse, i valori del Plateau Antartico precipiterebbero verso lo zero assoluto.
La SAO tuttavia, a più larga scala è dominata dal SAM (Southern Annular Mode), ovvero l’anello di correnti occidentali (westerly winds) che soffia sugli oceani attorno all’Antartide. Ora, più il SAM è intenso (polarità positiva), meno sono favoriti gli scambi termici fra basse e alte latitudini, con la conseguenza che l’Antartide fa registrare una caduta dei valori medi. È quanto potrebbe essere successo quest’anno (il condizionale è d’obbligo, non essendo ancora stati elaborati gli indici SAM di marzo e aprile), almeno per la regione del Polo Sud (quella compresa entro gli 89° lat. S); va detto, infatti, che a febbraio l’indice ha fatto registrare una decisa positività (2,35 contro una normale di -0,58). E non va dimenticato, infine, che questo quadro potrebbe essere complicato dal cambio della polarità di ENSO (El Niño – Southern Oscillation), attuatosi a marzo.
Bibliografia:
L.Y. RYZHAKOV, Peculiarities of Seasonal Reversal of Pressure and Temperature Fields of the Southern Hemisphere, in I.M. DOLGIN, Climate of Antarctica, Rotterdam (Russian Translation Series), 1987, pp. 193-199.