Siamo ormai prossimi al giro di boa stagionale, statistica vuole che in Estate si realizzino almeno 3 o 4 ondate di calore, ma per definirle eccezionali – oltre ai picchi termici – v’è necessità che la durata sia consistente. Ragion per cui, stante l’andamento fin qui osservato, non v’è nulla di cui stupirsi, nulla che possa paragonarsi alla terribile Estate del 2003, quando la lacuna barica Iberica, persistente, tenne accesa la fornace africana per buona parte del trimestre. Quella che ci apprestiamo ad affrontare, già in essere, è senza dubbio la più forte vampata della stagione fin qui intercorsa, rammentiamo difatti che quanto avvenne a Maggio non può essere considerate un’ondata di calore facente parte dell’Estate, bensì della Primavera.
La causa scatenante è sempre la stessa, un affondo ciclonico oceanico verso l’Atlantico portoghese, quindi in prossimità delle coste occidentali iberiche, la conseguente spinta dinamica subtropicale va a pescare aria molto calda direttamente dal deserto del Sahara e la traghetta sul Mediterraneo centrale dopo essersi arricchita dell’umidità derivante dallo scorrimento sul vasto specchio d’acqua. Affinché l’umidità raggiunga livelli “preoccupanti” è necessario che lo scivolamento sia persistente, duraturo, altrimenti il caldo giunge torrido scongiurando quei disagi fisici dettati da un “indice di calore” elevato. Quindi la percezione che ne trae il nostro organismo è quella reale.
Se osservassimo l’immagine satellitare mattutina potremmo facilmente scorgere l’evoluzione barica suddetta, ossia una vasta area ciclonica avvolgere il ramo orientale oceanico pronta ad affrontare le lande centro occidentali del Continente europeo. I sistemi nuvolosi scorrono sulle Isole Britanniche, raggiungono la Francia e in parte la Penisola Iberica. Lo scorrimento dei vari fronti perturbati porta nubi al confine alpino, laddove resistono temporali capaci di limitare, almeno in parte, l’eccessiva calura. I primi effetti dell’ondata di calore sono stati evidenti in Sardegna, ove ieri il termometro s’è bloccato sui 35 di massima. Varcata così la soglia dei 32-33 gradi che invece ha rappresentato il punto d’arrivo in altre aree peninsulari del Centro Sud e della Sicilia.
Tuttavia la propagazione dell’aria calda ai bassi strati, quindi in prossimità del suolo, avverrà tra oggi e le prossime 48 ore, lecito attendersi un ulteriore crescita termica che in alcune regioni farà “bollire” i termometri. Sempre osservando l’immagine satellitare, è possibile notare l’assenza di nubi significative su gran parte dello Stivale. I pochi annuvolamenti presenti interessano principalmente le aree alpine e a breve i primi temporali faranno visita ai settori centro occidentali, con incentivazione successiva ad opera del riscaldamento diurno. Qualche altra nube sta scorrendo sui cieli sardi, ma si tratta di stratificazioni più o meno consistenti trasportate da un flusso di aria sciroccale in fase di accentuazione. Nubi medio alte che indugeranno per buona parte del giorno, con breve intermezzo ampiamente assolato nelle ore centrali del giorno.
Si giunge così alla previsione odierna. Il cielo sarà sereno o poco nuvoloso su tutto il Centro Sud e nelle Isole maggiori. Le temperature potranno varcare la soglia dei 35 gradi in territorio sardo, in Sicilia e nelle aree ionico-adriatiche del Meridione il mercurio potrebbe marcare i 33-34 gradi.
I sistemi temporaleschi, come detto, interesseranno prima i rilievi lombardi e alto atesini, poi si propagheranno all’alto Piemonte, infine raggiungeranno la Valle d’Aosta – specie le zone di ponente – e le Alpi Cozie. V’è da dire che i modelli mostrano la possibilità di qualche excursus verso la pedemontana piemontese, più precisamente in direzione del Biellese e del Canavese. Sottolineiamo poi la possibilità che qualche temporale notturno possa ripresentarsi nelle zone montagnose della Lombardia. Prima in area Laghi, poi sui rilievi Valtellinesi.
L’aria sarà più respirabile anche in Val Padana, la zona più calda dovrebbe essere quella romagnola, ove il termometro potrebbe raggiungere il valore massimo di 32 gradi.