Venti tiepidi da sud-sudest hanno soffiato domenica sugli altopiani della Norvegia meridionale, discendendo come venti di foehn verso le località sulla costa occidentale, quella caratterizzata dai fiordi più profondi e più belli. A Stavanger il mercurio è schizzato fino a 17°C, grazie anche al forte soleggiamento, alle 14 GMT, posizionandosi ben oltre la media delle massime del periodo, che è di 9°C.
Venti freschi da nord-nordovest provenienti dalla Turchia hanno portato temperature insolitamente fresche a Cipro domenica 3 aprile. Alle 13 GMT il mercurio era fermo a 13°C ad Akrotiri, 9°C meno della media delle massime di aprile. D’altra parte la neve ha continuato a cadere, come già aveva fatto sabato, su molte località montane e collinari della Turchia, compresa Ankara, dove l’accumulo è stato però modesto per la debolezza della precipitazione.
Intense piogge nella regione laurenziana, in Canada, in particolare nella provincia del Quebec, e negli Stati Uniti norodrientali. Nella città di Quebec sono caduti 42 mm di pioggia tra le 0 e le 12 GMT di domenica 3 aprile, con temperatura tra 2° e 4°C nel periodo, e vento da nordest intorno alle 25 miglia orarie. A Toronto, come a Buffalo (soprattutto in quest’ultima), si è rivista la neve. In Pennsylvania, 51 mm in 24 ore (dalle 12 GMT di sabato alle 12 GMT di domenica) a Filadelfia. In North Carolina, toccate le 44 miglia orarie di vento sostenuto ad Asheville. A questa ondata di maltempo dedichiamo un articolo di approfondimento.
Piogge intense hanno interessato il sudovest della British Columbia, in Canada, negli ultimi giorni. Sull’isola di Vancouver, tra mercoledì notte e sabato mattina sono caduti 124 mm a Estevan Point. Nello stesso intervallo di tempo, Port Hardy e Port Alberni hanno registrato entrambe 91 mm.
Rovesci tropicali hanno scaricato 49 mm di pioggia sulla città venezuelana di Acarigua nelle 24 ore antecedenti le 12 GMT del 3 aprile. Il quantitativo è oltre la metà della media pluviometrica di aprile.
Forti piogge si sono abbattute tra venerdì e sabato in una fascia di territorio tra il Paraguay e il sud del Brasile, interessata dal transito di un lento ed attivo sistema frontale. Nel sud del Brasile, Santa Maria ha registrato nei due giorni 103 mm, mentre Passo Fundo si è fermato a 102 mm. Nello stesso periodo, Campos Novos ha registrato un eclatante accumulo di 185 mm. In Paraguay, 120 mm a Pilar, 131 a Encarnacion.
Una temperatura massima di 16°C è stata registrata domenica 3 aprile nella città di Hujirt, nel sud della Mongolia. La media delle massime di aprile è di soli 8°C. Venti forti e rafficosi da ovest, associati a una bassa pressione formatasi sul Deserto dei Gobi, hanno portato polvere e sabbia su questa e su molte altre località della Mongolia meridionale.
Dopo il caldo di mercoledì 30 e giovedì 31 marzo, sulle coste atlantiche marocchine venerdì è sopraggiunto un fronte freddo che ha bruscamente riportato le temperature nella norma o leggermente al di sotto. Agadir, la cui media delle massime di fine marzo è 25°C, dopo la massima di 39°C giovedì, venerdì 1° aprile non ha superato i 24°C. Safi giovedì ha toccato i 35,5°C, oltre 13°C al di sopra della media del periodo, ma venerdì 1° aprile la massima si è fermata a soli 20,5°C.
Torniamo sulle abbondanti piogge che nella seconda parte della settimana hanno martellato il sudovest dell’Australia Occidentale. A Mt.Barker sono caduti 211 mm nelle 60 ore antecedenti la sera di venerdì, ora locale. Nello stesso intervallo di tempo, Katanning ha registrato 119 mm e Manjimup 109.
Già da sabato mattina, un sistema perturbato di origine tropicale si è formato nell’Oceano Indiano Meridionale. Localizzato, in quel momento, a 14,3°S 75,2°E, con venti sostenuti fino a 25-30 miglia orarie, esso si spostava verso ovest-sudovest. La previsione era per una traiettoria ancora verso ovest-sudovest, in ambiente favorevole a un ulteriore intensificazione del sistema, peraltro previsto trovarsi per diversi giorni lontano da terre emerse. Il sistema è poi evoluto in effetti a “tropical storm”, venendo battezzato Isang. Alle 6 GMT della mattina di lunedì 4 aprile esso era centrato a 17,2°S 69,0°E, con venti sostenuti a 40 nodi e raffiche a 50, diretto verso sudovest, con previsione di intensità stazionaria nelle 24 ore successive, e di successivo indebolimento.
Un’ulteriore area di forte convezione, meritevole di essere tenuta d’occhio per eventuali evoluzioni a “tropical storm” o magari a ciclone, si individuava sabato intorno 11°S 103°E, anche questa quindi nell’Oceano Indiano Meridionale. Alle 12 GMT di lunedì 4 aprile il sistema, dopo essere transitato domenica nei pressi delle Isole Cocos (Australia), era evoluto a depressione tropicale, posizionata a 13,6°S 93,6°E,in movimento verso ovest-sudovest alla velocità di 11 nodi